Oggi è un giorno storico per gli sport invernali italiani: per la prima volta nella storia, un azzurro ha vinto una gara di combinata nordica. L’impresa è riuscita ad Alessandro Pittin, indiscutibilmente il più forte italiano di sempre in questo sport, già vincitore di un bronzo olimpico a Vancouver 2010 (prima medaglia azzurra di sempre in questo sport) e numerose volte salito sul podio in gare di Coppa del Mondo. Oggi, a Chaux Neuve (Francia), il giovane friulano ha fatto ancora meglio. Per chi non lo sapesse, questa antica disciplina (presente nel programma olimpico fin dalla prima edizione di Chamonix 1924) prevede una gara di salto con gli sci seguita da una di sci di fondo, le due specialità dello sci nordico. Nelle nazioni del Nord Europa, ma pure in Germania e in Giappone, questa disciplina che premia la completezza dell’atleta è seguitissima; in Italia è sempre rimasta uno sport di nicchia. Pittin sta sfondando questa nicchia con i suoi risultati. Oggi per lui è arrivato il giorno del primo trionfo. Pittin ha sbancato proprio sulla pista di casa del padrone della specialità, il francese Jason Lamy Chappuis, olimpionico e leader di Coppa provvisorio, cioè Chaux Neuve. Il talento friulano, 21 anni, era partito tredicesimo con 23″ di ritardo dopo il salto, un gap finalmente accettabile per poter poi recuperare nella 10 km di fondo, la seconda parte di questa disciplina (riservata solo agli uomini) che deve sempre far quadrare l’abilità dal trampolino e la tenuta con gli sci stretti. Alessandro, che ha sempre avuto il punto debole nel salto e il punto di forza nel fondo, ha dimostrato che quando trova l’equilibrio, è davvero un grande campione. Pittin è stato infatti davvero perfetto nell’andare a riprendere, lavorare ai fianchi e poi sorpassare il francese all’ottavo chilometro di gara e salutarlo con un finale da brivido, imponendo un gran ritmo e spremendosi sino ad alzare le braccia al cielo e lasciarsi dietro Lamy Chappuis. Subito dietro la giornata ha rischiato di trasformarsi in leggenda per l’Italia: l’altro giovane talento azzurro, l’altoatesino Lukas Runggaldier, ha sfiorato il primo podio personale in carriera, beffato dal tedesco Fabian Riessle per soli nove decimi. Primo e quarto è comunque qualcosa di incredibile per l’Italia, un risultato nemmeno immaginabile fino a pochi anni fa.
“Non ho parole – sono state le prime parole del finanziere friulano – ho provato ad attaccare nell’ultimo giro, questa gara l’ho pensata così prima della partenza. Volevo prendere un po di vantaggio su Jason, che è rimasto però lì vicino, non ha mollato. Ho provato ad andare via anche rispetto agli altri avversari negli ultimi 2 chilometri e trovarmi davanti da solo è stata una sensazione bellissima. Sono contento di aver vinto qui, a casa di Jason, anzi è qualcosa di entusiasmante. Il 13 di solito porta fortuna? Non sono superstizioso. non guardo a queste cose, è stato semplicemente un grande giorno per me, un grande giorno per l’Italia. Stavolta sono stati fortunato nel salto…e anche nel fondo”. Modesto Pittin, la fortuna centra poco: l’Italia ha davvero un grande campione. Adesso il giovane friulano è terzo nella classifica di Coppa del Mondo, dietro solo a Lamy Chappuis e al giapponese Watabe, oggi giunto quinto al traguardo.
(Mauro Mantegazza)