Si sono conclusi ieri i WTA Championships, giocati a Istanbul per il secondo anno consecutivo. Come da pronostico, a vincere è stata Serena Williams, che ha inanellato una seconda parte di stagione eccezionale: vittoria a Wibledon, vittoria alle Olimpiadi, vittoria agli Us Open, vittoria al Masters, ovvero man bassa di tutti i tornei principali da giugno in avanti. In Turchia l’americana non ha dovuto faticare troppo per avere ragione delle avversarie: parlano i numeri, che raccontano di cinque partite vinte senza perdere un solo set e 31 game lasciati alle avversarie (clicca qui per approfondire). Il Masters però ci ha regalato anche una Sara Errani finalmente competitiva con le migliori tenniste al mondo, categoria nella quale la bolognese si è confermata: sesta posizione mondiale da oggi. Peccato che il torneo di doppio con Roberta Vinci sia sfumato già in semifinale, ma la stagione di Sara si è chiusa nel migliore dei modi: la battaglia di tre ore e mezza contro Agnieszka Radwanska, il 6-0 alla Stosur nel terzo set, sono momenti che ci hanno detto come la Errani sia pronta per un 2013 da assoluta protagonista. Di tutti questi argomenti abbiamo discusso con Elena Pero, che commenta i tornei di tennis su Sky Sport. Ecco le sue parole, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net.



Serena Williams ha dominato anche a Istanbul: ce lo potevamo aspettare? La grande caratteristica di Serena è quella di poter giocare un torneo anche in maniera abbastanza mediocre, ma quando ci sono i momenti decisivi gioca sempre al massimo. La Sharapova, ricordiamolo, ha vinto un game in finale alle Olimpiadi. Qui è andata meglio, ma la miglior Serena Williams rimane comunque molto più forte di tutte le altre. Quest’anno poi ha dimostrato una cosa in più.



Quale? Ha fatto vedere di tenerci, si è preparata bene, ha fatto vedere di avere la determinazione al massimo quando il momento era importante: tutto questo ha fatto sì che la vittoria di Istanbul, tutto sommato, non è stata una grande sorpresa.

Una Serena sana e sempre concentrata quanto avrebbe potuto vincere più di quanto non abbia già fatto? Bisogna dire che tutto sommato non è più una ragazzina; va registrato che si è saputa amministrare molto bene. Chi può dire cosa sarebbe Serena adesso se avesse giocato tutte le stagjoni al massimo, come fanno le colleghe, impegnandosi sempre? Magari si sarebbe consumata prima, avrebbe perso la voglia prima e quindi non sarebbe ancora così competitiva.



Cosa che invece ora è eccome… Esatto: facendo così, intanto ha vinto tantissimo lo stesso, e poi di sicuro ha allungato la carriera, perchè con il tennis fisico che ha lei deve essere sempre molto preparata, altrimenti diventa vulnerabile.

In termini generali, che livello di tennis femminile si è visto a questo Masters?

Secondo me il tennis femminile è uscito meglio dal Masters di come ci era entrato. Abbiamo le prime tre che sono nettamente più forti delle altre, però partite così tanto combattute, divertenti e alla pari, come si sono viste a Istanbul, quest’anno mancavano.

Pollice levato dunque? In effetti il Masters femminile ha fatto bene, per una volta si è fatto del bel tennis; ha riscattato in parte una stagione non brillantissima. Poi c’è sempre il confronto con il maschile, che vive un periodo di gloria; mentre nei maschi giocano tutti molto bene, ognuno con il proprio stile, nel femminile non c’è questa varietà. Invece, qui si sono viste bellissime partite, molto lottate, combattute.

A proposito di stile: meglio una battaglia a tutto braccio da fondo o il tennis old-style poco fisico ma con continue discese a rete e tanta tecnica? Non saprei, dipende da quello che uno preferisce. Radwanska ed Errani, avendo meno potenza, danno anche spazio alla mano. Quindi se giocano tra di loro ok, ma se la Radwanska fa i suoi giochini contro Azarenka, Sharapova o Serena Williams, non ha tante possibilità. 

In definitiva è questione di gusti? Sì, ad esempio Sharapova e Azarenka hanno uno stile di gioco molto di violenza e poco di manovra, senz’altro; quando giocano loro due ci vogliono i tappi alle orecchie, ma allo stesso tempo dal punto di vista atletico non c’è niente da dire. Poi il gioco del tennis contempla anche braccio e racchetta, e su quello non sono il massimo. Però è così a tutti i livelli: c’è chi ama Federer, chi Nadal, chi Murray e chi Djokovic.

Sara Errani ha giocato un ottimo Masters: quanto è migliorata rispetto al Roland Garros? 

Innanzitutto bisogna dire che forse Sara non era al meglio dal punto di vista fisico, anche se lei dice di sì: il problema muscolare che ha avuto probabilmente non l’ha fatta preparare al meglio. Poi va considerata la superficie: la terra battuta è quella su cui lei ha più chances, perchè la potenza viene attutita e quindi Sara, che è piccolina e ha meno servizio e forza delle altre, riesce a gestire di più il gioco. E’ difficile fare un confronte tra la Errani da terra battuta e la Errani da altre superfici. Detto questo…

Sì?

Quello che secondo me è importante è che comunque la Errani è partita da 45 del mondo, e arrivata a chiudere tra le prime 10 e nel Masters, dove hai un confronto solo con le più forti, lei non si è sentita spaesata in mezzo a queste giocatrici che hanno tutte una classifica, come lei, a una cifra sola. La Sharapova è un discorso a sè, ma con la Radwanska e la Stosur ha dimostrato di potersela giocare; contro la polacca anche quando sembrava persa ha avuto la forza morale di tirarsi fuori. 

Perciò caratterialmente è cresciuta? Dal punto di vista del suo stare tra queste tenniste così forti, lei ce la può fare. La cosa positiva del Masters è questa: giocando in condizioni fisiche non buone, e su una superficie che in teoria rispetto alle altre la penalizza, lei si è giocata le sue partite alla grandissima. Vuol dire che ha acquisito dentro di sè uno status che le fa dire: “Ok, in mezzo a queste io che sono la più nuova ho il mio posto, non sono un’intrusa”. 

Il numero 6 del ranking WTA richiede di rivedere il calendario dei suoi impegni. Potrà influire sui tornei di doppio? Tutto sommato penso di no. Intanto il tennis femminile si gioca sempre 2 set su 3, quindi credo che come ha gestito quest’anno potrà farlo anche l’anno prossimo. In più il doppio ti aiuta a migliorare colpi che nel singolare non sono proprio frequenti, e poi ha un’amicizia con Roberta Vinci: come si fa a dire di no?

Nessun problema quindi? Non credo, nel tennis femminile penso si possano gestire entrambe le classifiche senza dover sacrificare troppo. Non ce la vedo insomma: sì, magari non giocherà il doppio nei tornei più piccoli, ma lei e Roberta hanno vinto due Slam, e credo che continueranno a giocarli. 

 

(Claudio Franceschini)