Il mondo dell’ippica è stato scosso dalla notizia che vede Lanfranco “Frankie” Dettori, fantino milanese tra i migliori al mondo, sotto indagine per un antidoping cui sarebbe risultato positivo lo scorso 16 settembre a Longchamp (Parigi), in occasione di un test preparatorio al torneo Arc de Triomphe. Dalle prime indiscrezioni sembra che il controllo di cui sopra sia stato effettuato di proposito, in seguito ad una soffiata informata sul presunto doping del fantino. Che peraltro non è nuovo a un episodio del genere: già nel 1993 era stato trovato in possesso di una piccola quantità di cocaina, mentre si trovava a Londra. Allora la vicenda segnò molto Dettori sul piano personale, come lui stesso ebbe modo di raccontare: “Ho commesso uno stupido, grande errore, probabilmente ho avuto troppo troppo in fretta, sono troppo giovane per tanto successo (aveva ventitré anni, ndr). Ho fatto vivere un inferno alla mia famiglia, ma questa storia mi ha fatto crescere“. Ora, a distanza di vent’anni, la ricaduta, almeno dando retta ai rumors secondo cui a causare problemi al fantino sarebbe ancora la cocaina. Per commentare la vicenda ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva il fantino Bastiano, al secolo Silvano Vigni, uno dei migliori nella storia del Palio di Siena. Ecco le sue impressioni.
Come ha reagito alla notizia di doping riguardante Dettori? Ci sono rimasto male, non me l’aspettavo, soprattutto dal numero al mondo ai vertici della carriera. Però ho la speranza che le contranalisi smentiscano l’accusa: è già successo che alcuni atleti risultassero non negativi al primo test, e poi negativi al secondo.
Si potrebbe pensare, forse ingenuamente, che a doversi dopare sia il cavallo, non il fantino. Come un fantino potrebbe essere aiutato dalla cocaina? Sinceramente non lo so. Io ho fatto il fantino per tanti anni e non ho mai usato sostanze dopanti. Certo, possono dare un maggiore senso di eccitazione, ma non servono nè ai cavalli, nè ai fantini. In caso di dolore si può provare ad assumere antidolorifici, questo lo concepirei già di più, ma la cocaina non serve a niente.
Dettori aveva già avuto a che fare con la cocaina, e ne era uscito piuttosto scosso… Non conosco Dettori di persona, l’ho incontrato una volta sola, alle aste di NewMarket. L’ho sempre seguito con ammirazione e piacere, perché è un pezzo d’Italia che si fa valere e ci fa onore all’estero, correndo e vincendo. Sono un pò sconcertato da questa vicenda.
Perché? Avevo sentito del precedente del 1993, però una ricaduta così, se fosse vera, lascia un pò di amarezza in bocca, soprattutto a noi che siamo del settore, per così dire.
Spesso assistiamo a casi di doping in sport come il calcio o il ciclismo: ritiene che l’ippica sia stressante a tal punto da portare a una scelta del genere?
Non penso che il doping di Dettori, sempre che venga confermato, sia dovuto a un fattore di stress o simili. Non sono solo gli atleti a doparsi, ma anche persone normali. Perché uno arrivi a drogarsi è difficile da dire: spesso si dà colpa alla noia, al troppo benessere. Forse la gente dà meno importanza alla vita di quella che ha, se ricorre a questi mezzi.
L’ippica è uno sport atipico, nel senso che il compagno di squadra dell’atleta è un animale: che genere di rapporto si instaura tra uomo e cavallo? A differenza della macchina, il cavallo trasmette sensazioni vive. Il fantino monta su qualcosa che freme, di cui sente il cuore. E’ un emozione completamente diversa, credo che ci dovrebbe essere grande rispetto per questo animale, che può portarti a un grande successo.
(Carlo Necchi)