Italia-Nuova Zelanda finisce sul punteggio di 10-42 per gli All Blacks. Nettamente prevalenti nella ripresa, in tutta la loro potenza atletica, ma quasi tenuti al guinzaglio in un primo tempo positivo, che rimane la cartolina per tutti gli spettatori che hanno gremito l’Olimpico, come Lazio o Roma non riescono a fare da tempo (se non per il derby). Proprio dal pubblico è arrivata la reazione migliore della ripresa, con l’inno d’Italia cantato all’unanimità nel momento più problematico per i nostri. Che nei primi quaranta minuti, sciolti i freni inibitori (0-13 al 20′ con meta del capitano Read), hanno messo il cuore in campo segnando la prima ed unica meta con un ottimo Alberto Sgarbi, tenace nella carica centrale su passaggio di Orquera (26′). Successivamente la battaglia in campo ha esaltato la voglia dei azzurri, che però hanno svuotato il serbatoio nei restanti 15′ del primo tempo. Saranno addirittura gli All Blacks a salvarsi in corner sull’ultimo attacco italiano, guidato da Gori. Dopo l’intervallo emerge il divario atletico tra le due squadre. Un piazzato del cecchino Cruden apre le danze, poi al 48′ Masi sbaglia un rinvio e dalla rimessa seguente gli All Blacks scavano il solco, con la meta di Ma’a Nonu che allarga divario. Un bel drop di Orquera (54′) ci illude, ma la partita è già finita e il successivo ingresso di Cory Jane ci dà il colpo di grazia. L’estremo degli Hurricanes firma personalmente la terza meta di squadra e porge la quarta a Savea, che ci buca sulla sinistra: i piazzati di Cruden arrotondano il vantaggio sino ai 32 punti finali (chiude u’altra meta di Savea, lanciato da Nonu). Questa l’analisi del nostro mister, Jacques Brunel, ai microfoni di SkySport: “Abbiamo dato una bella immagine del modo in cui volevamo giocare la partita, cercato di imporre qualcosa agli All Blacks in ogni zona del campo. Gli abbiamo dato qualche bel grattacapo: sul 23-10 potevamo pensare di arrivare alla fine più vicini nel punteggio. Poi abbiamo perso una tocche e preso una meta, è lì la gara ci è sfuggita. La fine è stata un pò troppo pesante per noi“. Sulle fase difensiva il commissario tecnico ha commentato: “Dietro abbiamo giocato con buone qualità, commettendo due-tre errori che possiamo evitare. Dobbiamo avere una difesa più collettiva ed efficace. Oggi ha retto solo nel primo tempo“. Per la verità l’Italia è mancata soprattutto in fase offensiva, costruendo una ragnatela difensiva bucata alla distanza. Ma nella ripresa…



…non siamo riusciti ad andare al di là di u drop a segno, per l’eccessivo dispendio di energie che ci ha permesso di stare a galla nel primo tempo. A proposito di fatica e di forza, Brunel ha guardato avanti, in vista del prossimo test match contro l’Australia (24 novembre ore 15, a Firenze): “Dobbiamo recuperare perché la spinta è stata intensa, intanto usciamo da questa partita con molte indicazioni positive. L’Australia e dello stesso livello degli All Blacks, sono squadre vicine per capacità, sarà una partita difficile, un’altra montagna da scalare“. 



 

(Carlo Necchi)

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