Grande partita oggi a Londra, nella fase a gironi dell’ATP Masters; sulla carta sono tutte grande sfide visto che il torneo di fine anno vede la partecipazione degli otto migliori tennisti al mondo secondo classifica, ma lo scontro tra Novak Djokovic e Andy Murray può facilmente essere considerato il top del top. E’ il gruppo A, iniziato lunedi, che vede il serbo e lo scozzese, che peraltro sono coetanei e nati a una settimana di distanza (il più “vecchio” è Murray) in testa con una vittoria ciascuno. Dunque, oggi si tratta di una “finale” per stabilire chi tra i due arriverà primo nel girone – a meno che ovviamente non perdano poi la terza partita; posizione assolutamente importante da centrare, visto che dall’altra il primo posto dovrebbe essere appannaggio di un certo Roger Federer, che tutti vogliono evitare con buone ragioni. La formula prevede due gruppi da quattro tennisti che si sfidano con la formula del round robin; i primi due di ogni raggruppamento accedono alle semifinali incrociate (1A-2B e 1B-2A). Si gioca a Londra per il terzo anno consecutivo e nei precedenti ha sempre vinto Federer, che guida anche la classifica di successi al Masters (6, scavalcando lo scorso anno Lendl e Sampras fermi a 5). Djokovic invece ha trionfato nel 2008 (si giocava a Shanghai), Murray non ha ancora vinto. Tornando alla sfida di oggi, i precedenti tra Djokovic e Murray sono 16, a cominciare dal terzo turno sul cemento indoor di Madrid; allora vinse Djokovic, che fu sconfitto solo al quinto incrocio (quarti a Toronto) e guida per 9-7. Quello del 2006 rimane l’unico incrocio indoor ed è troppo lontano nel tempo per darci un’indicazione su cosa ci aspetta oggi; ma la particolarità dei precedenti tra Nole e Andy è che su 16 gare ben 13 sono state giocate sul cemento, ed è sempre il serbo a guidare per 7-6. Nel 2012 siamo 3-3, ma Murray ne ha vinti due degli ultimi 3: la semifinale olimpica (sempre a Londra, ma su erba) e l’ultimo atto degli US Open, una partita strepitosa che ha consegnato allo scozzese il primo titolo dello Slam. Lo scontro più recente è andato a Djokovic: finale del torneo di Shanghai, vittoria di Nole in tre set con Murray crollato quando sembrava avere la vittoria in tasca. Nell’appuntamento immediatamente precedente al Masters, a Parigi-Bercy, entrambi sono stati eliminati al secondo turno facendosi rimontare: Djokovic da Querrey (era in vantaggio 6-0 2-0), Murray da Janowicz che poi è arrivato fino alla finale.



Novak Djokovic, 25 anni, serbo di Belgrado, è il numero 1 al mondo; è tornato tale grazie alla rinuncia di Roger Federer a giocare il torneo di Parigi-Bercy (lo era diventato per la prima volta nel luglio dello scorso anno). Un premio dovuto per quanto Nole è riuscito a fare anche quest’anno; oltre alla recentissima vittoria di Shanghai bisogna anche contare la vittoria degli Australian Open di gennaio, terzo successo a Melbourne, più il successo del Masters 1000 di Miami, della Rogers Cup di Toronto e dell’Open di Cina giocato a Pechino. Non è finita: nel 2012 di Nole ci sono altre cinque finali, di cui due di tornei dello Slam (Roland Garros e US Open) più gli Internazionali d’Italia e i Master di Montecarlo e Cincinnati. Certo non si tratta dello strepitoso 2011 che lo aveva visto trionfare a Wimbledon e agli US Open, ma nonostante un infortunio alla spalla Djokovic è riuscito a sollevare la propria stagione soprattutto nella seconda parte dell’anno, ottenendo anche due semifinali sull’erba di Londra (Wimbledon e Olimpiadi). E’ arrivato alla O2 Arena con i favori del pronostico, forse alla pari con Federer che si è anche riposato in vista del Masters di fine anno. Il serbo è universalmente riconosciuto come il re del cemento, ma sa benissimo che Murray è cresciuto tantissimo e gli darà filo da torcere. 



Infatti, il 2012 di Murray è stato addirittura stellare. Certo sono arrivati soltanto tre tornei, ma che tornei: Brisbane a gennaio ha aperto una stagione nella quale lo scozzese si è presentato in finale in altri due tornei prima di metà anno, perdendo a Dubai e Miami contro Federer e Djokovic. La svolta è arrivata a Wimbledon: spinto dal pubblico Murray si è arrampicato di slancio fino alla cima della finale, e ha tenuto testa per tre set a Roger Federer prima di cedere. Da lì però ha capito di potersela giocare con tutti e su ogni superficie; nemmeno un mese dopo travolgeva lo svizzero sulla stessa erba londinese e si prendeva l’oro olimpico. Tempo altri due mesi, e Andy andava a vincere anche il primo Slam in carriera, conquistando gli US Open al termine di una battaglia da cinque set contro Djokovic, in una partita nella quale dimostrava a tutti di aver raggiunto una forza mentale degna dei più forti, merito anche di Ivan Lendl che, da coach, ha lavorato tanto sulla psiche. Ora Murray vorrebbe chiudere la stagione con la vittoria del Masters; non dovesse arrivare, lo scozzese si presenterebbe comunque ai nastri di partenza del 2013 con la consapevolezza di poter anche salire al numero 1 del ranking ATP. 



Che sia finale o primo turno, due tennisti come Djokovic e Murray non si accontentano mai; dunque, la partita di oggi sarà combattuta e giocata al 100%. La possibilità di evitare Federer in semifinale sarà uno sprone in più, ma non ce n’è poi tanto bisogno. Vedremo presto come andrà a finire: Novak Djokovic-Andy Murray sta per cominciare…

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