Le “farfalle” hanno deciso di smettere. Stiamo parlando di alcune delle atlete azzurre che hanno contraddistinto questi anni della ginnastica ritmica italiana. Il nome più famoso, forse il simbolo di questa generazione di atlete vincenti, è quello di Elisa Santoni, che a 25 anni ha deciso di ritirarsi e smettere con questo sport per fare altre scelte di vita. Il suo è un palmares di tutto rispetto che le ha regalato quattro titoli mondiali, due medaglie olimpiche, nove ori in Coppa del Mondo. Una campionessa straordinaria che dal 2004 era anche il capitano della squadra italiana. E ora le nuove Farfalle sono pronte per ricominciare un nuovo ciclo vincente che ci porterà alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Senza dimenticare gli appuntamenti intermedi come i Mondiali di fine agosto a Kiev. L’artefice principale di questi successi è stata l’allenatrice della squadra italiana, Emanuela Maccarani. Abbiamo sentito proprio lei in questa intervista a ilsussidiario.net.



Finisce un’epoca con il ritiro di tante ginnaste azzurre? Sì, è finito un ciclo vincente che ha caratterizzato questi anni. Era normale che succedesse questo perchè la carriera agonistica di una ginnasta non può durare per tantissimo tempo. In ogni caso ci siamo presi delle belle soddisfazioni.

Ha già in mente da chi sarà formata la squadra che parteciperà alle Olimpiadi di Rio? No, adesso è troppo presto, la squadra si sta riformando e non posso certo prevedere le atlete che saranno presenti alle Olimpiadi di Rio del 2016.



Cambieranno alcuni esercizi delle “farfalle”? Inseriremo alcuni esercizi nuovi come quelli con 10 clavette, tre palle e due nastri.
Su cosa punterete in particolare? Sul dinamismo e sull’armonia, che sono una caratteristica dello stile della ginnastica ritmica italiana, che si contraddistingue rispetto alla fisicità delle atlete dell’est.
Quali saranno i prossimi appuntamenti importanti? Da aprile parteciperemo alla Coppa del Mondo, poi l’appuntamento clou di questa stagione saranno i Campionati del Mondo che si svolgeranno a fine agosto a Kiev.
Ha lo stesso entusiasmo di sempre di fronte a questa nuova avventura? C’è sempre un po’ di nostalgia, legata al rapporto che si era creato con le atlete che hanno lasciato, ora però c’è la voglia di ricominciare un nuovo ciclo vincente.
Cosa pensa di trasmettere innanzitutto alle nuove ragazze?



Consigli, mentalità, concezione di questo sport, ma la mentalità vincente innanzitutto. Quella che si acquista in allenamento e partecipando a tante gare. Una cosa che ti fa acquisire tanta esperienza ed è importante per primeggiare.

Qual è un problema che si sente di sottolineare per la ginnastica ritmica azzurra? Quello delle giurie, che spesso hanno un indirizzo “politico”, sono a favore delle squadre dell’est che tanta importanza hanno in questo sport.

Si sente di promettere l’oro per Rio de Janeiro 2016? Sarebbe veramente bello (ride, ndr), ma ora è troppo presto per pensarci…

Perchè vi chiamano “farfalle”? Fu dopo le Olimpiadi di Atene del 2004 che la stampa italiana ci chiamò farfalle. Forse perchè questo animale rappresenta tutta quella simbiosi di armonia e di grazia che la ginnastica ritmica italiana ha sempre proposto.

 

(Franco Vittadini)