Italia-Inghilterra è una delle partite più attese di questo sei nazioni di rugby da parte dei tifosi italiani. In una cornice decisamente suggestiva, quella di uno stadio Olimpico di Roma tutto esaurito e imbiancato dalla neve, che vedrà l’Italia tentare di battere l’Inghilterra per la prima volta nel prestigioso torneo del sei nazioni. L’Italia arriva con grandi aspettative a questa partita che segna il debutto “casalingo” del ct. Brunel e della sua Nazionale in lenta trasformazione contro una Inghilterra che a trasformarsi ci sta mettendo molto di meno, anche a rischio di qualche scompenso. E proprio su questo puntano gli azzurri in una partita assolutamente impervia ma che preannuncia comunque grande spettacolo, e se Italia-Inghilterra sarà una sorta di riedizione del “miracolo” contro i galletti francesi lo dirà il campo dello stadio più prestigioso d’Italia.
L’Italia di Parisse e Castrogiovanni si prepara ad affrontare l’Inghilterra dopo la netta sconfitta nella partita inaugurale dell’edizione 2012 del Sei Nazioni. Un tabellino negativo, certo, quello della prima partita della nostra nazionale di rugby, ma che ha dato anche segnali incoraggianti e che – da quanto si apprende dalle dichiarazioni del ct. inglese – non hanno lasciato proprio tranquilla l’Inghilterra. Dodici punti sullo score finale dell’Italia, ma tanto piglio da squadra senza complessi di inferiorità, aggressività e voglia di spingere, tanto che in conferenza stampa Martin Castrogiovanni è stato costretto all’ironia “se continuiamo ad attaccare così, per me cambia poco nel senso che devo continuare a fare il mio sporco lavoro con il rischio però che mi apssino la palla, allora li sono dolori perchè devo scattare e si sa, sono il più lento di tutti”. Un sorriso per una delle colonne del rugby italiano che proprio in Inghilterra ha trovato la sua consacrazione (due volte mvp della stagione, certo non poco per il capellone azzurro).  Brunel infatti fa di necessità virtù e fino a che l’Italia non tirerà fuori un calciatore alla Dominguez (chissà quanto ci vorrà) deve cercare di far punti alla “vecchia” maniera: attaccando con tutta la forza d’urto possibile lavorando sul possesso palla, come nel primo tempo della partita d’esordio di questo sei nazioni di rugby che si sta accendendo. Sergio Parisse è possibilista, anche perchè l’Inghilterra è una squadra davvero in forte cambiamento e con poca esperienza. Impressionabile questo no, l’Italia del rugby ancora non è al livello di mettere paura a una squadra di lunga tradizione nel sei nazioni, ma chissà che settantacinque mila spettatori urlanti (ok ottomila sono inglesi) sapranno scaldare abbastanza il gelido ambiente della Roma sotto la neve.
L’Inghilterra dal canto suo arriva all’appuntamento contro l’Italia con gli stessi quindici che hanno piegato in trasferta la Scozia cercando di stabilizzare il percorso di formazione di una squadra compatta che ha ancora diverse partite da affrontare prima di definirsi tale, soprattutto dal punto di vista della concentrazione. Sono lontani i tempi in cui nel 2001 l’Inghilterra proprio contro l’Italia forniva la sua miglior prestazione di sempre: ottanta punti, frutto di dieci mete e nove trasformazioni. Nel sei nazioni e nel rugby le statistiche e la storia sono importanti, sono tutto, per certi versi, ma quando si scende in campo tutto implode nel sudore, nel sacrificio della partita. Per questo l’Inghilterra non si fida dell’Italia e cerca di trovare la massima concentrazione per evitare scivoloni contro una squadra che cercherà di attaccare dal fischio di inizio. La battaglia sta per cominciare, tra poco il sei nazioni ci proporrà Italia-Inghilterra.



 

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