Una partita per capire il livello di crescita di questa Italia del rugby che ha sfiorato il successo contro l’Inghilterra. Dopo la sconfitta all’esordio contro la Francia in questo 6 Nazioni, ci siamo mangiati le mani per aver perso l’occasione di battere la nazionale delle Tre Rose. E ora arriva questo incontro contro l’Irlanda per capire se l’Italia può giocare un altro grande match e dimostrare di poter recitare ancora un ruolo importante nel futuro di questa competizione. Alle 14:30 all’Aviva Stadium di Dublino gli azzurri allenati dal tecnico francese Jacques Brunel affronteranno per la ventunesima volta i verdi irlandesi. Finora il bilancio è di 17 vittorie dell’Irlanda e 3 successi dell’Italia. L’ultimo incontro tra le due nazionali sancì l’eliminazione dell’Italia ai Mondiali 2011 in Nuova Zelanda. Certo una partita complicata, soprattutto a livello mentale. Giocare di fronte al pubblico di Dublino non sarà facile, soprattutto reggere il confronto contro un’Irlanda che ha già perso la prima partita di questo 6 Nazioni contro il Galles e vorrà sicuramente rifarsi. L’altro incontro della nazionale gaelica, a Parigi contro la Francia, non si è giocato per l’impraticabilità del campo. Per commentare questa partita abbiamo sentito uno dei più grandi giocatori che abbia mai vestito la maglia della Nazionale azzurra, Diego Dominguez, oggi commentatore per Sky Sport. Eccolo quindi in questa intervista esclusiva a ilsussidiario.net.



Come vede questo incontro con l’Irlanda?

E’ senza  diubbio un incontro difficile, perché l’Irlanda è una buona squadra. Andare a vincere a Dublino non sarà assolutamente facile, anche se devo dire che contro l’Irlanda non abbiamo mai fatto brutte figure. 

Qual è la forza e quali sono i punti deboli della squadra irlandese?



L’Irlanda ha un ottimo pacchetto di mischia, delle buone seconde e terze linee. Ha anche dei tre quarti che dispongono di tanta velocità. Certo però manca un calciatore, come si è visto nella partita contro il Galles: un buon calciatore avrebbe consentito all’Irlanda di vincere questa partita. Al centro del campo poi non sono sicuramente eccezionali, mentre nei palloni alti sono forti. Comunque è una buona nazionale, che agli scorsi Mondiali ha battuto l’Australia, prima di perdere contro il Galles che è una delle squadre più forti al mondo.

E quale tattica dovremo utilizzare noi per poterla battere?



Dovremo puntare molto sul nostro pacchetto di mischia, così come sulle touches; avere sicuramente una resa migliore nei placcaggi, e cercare di essere competitivi anche nel gioco individuale. E poi affrontare la partita in modo positivo anche dal punto di vista mentale, senza avere paura di affrontare l’Irlanda incitata anche dal pubblico che affollerà l’Aviva Stadium.

Cosa manca all’Italia come squadra?

Un calciatore.

Uno come Dominguez: dovrebbe tornare lei a giocare…

Io ormai ho lasciato il rugby agonistico. Per me va bene così.

A proposito: peserà l’assenza di Castrogiovanni?

Castrogiovanni è un leader, un trascinatore: la sua assenza è sicuramente importante. Potrebbe essere l’occasione buona per Cittadini, perché lui possa disputare una grande partita.

Più difficile questo incontro rispetto a quello giocato contro l’Inghilterra?

Questa partita è più difficile. Contro l’Inghilterra giocavamo in casa, contro una nazionale comunque in ricostruzione, qui siamo in trasferta.

Quali giocatori potrebbero essere determinanti in questa partita per l’Italia?

Direi Parisse, che è sempre straordinario, Zanni e Barbieri.

Dal punto di vista mentale l’Italia ha recuperato la delusione della mancata vittoria con l’Inghilterra?

Penso di sì, sono cose che nello sport si recuperano facilmente.

Ci può dire qualcosa sulle altre due partite della giornata, Inghilterra-Galles e Scozia-Francia?

Dico che vincerà l’Inghilterra: tutti la davano in difficoltà e invece ha vinto sia contro la Scozia che contro l’Italia. Dico Inghilterra nonostante in tanti diano il Galles per favorito. E penso che la Scozia darà l’anima per vincere la sua prima partita, ma vedo la Francia vincere alla fine.

Cosa pensa invece della sempre più grande popolarità che il rugby sta avendo in Italia?

E’ bellissimo, a Roma contro l’Inghilterra, nonostante la neve, lo stadio era pieno. C’è un entusiasmo sempre maggiore, con tutte le famiglie che vanno allo stadio. Manca solo una vittoria in questo 6 Nazioni.

Il rugby può essere considerato il secondo sport di squadra in Italia dopo il calcio?

Direi proprio di si.

In Argentina il rugby ha un grande seguito come in Italia…

E’ il quarto sport dopo il calcio, l’automobilismo e il basket.

Come vanno invece i suoi Rugby Camp?

Direi che vanno bene. C’è passione da parte dei giovani. Noi poi, oltre ad insegnargli i fondamentali di questo sport e cercare di tirar fuori dei futuri campioni, cerchiamo di fargli imparare l’aspetto fondamentale che è quello mentale, quello della vera filosofia di questo gioco. La vera essenza del rugby.

 

(Franco Vittadini)