Dopo ben 565 giorni è arrivata la sentenza sul “caso clenbuterolo” che ha coinvolto Alberto Contador al Tour de France 2010, e il Tas ha deciso per la colpevolezza del campione spagnolo, che è stato condannato alla pena massima possibile, cioè due anni di squalifica (clicca qui per leggere la notizia). Si tratta di una pena retroattiva; ciò significa che ad agosto potrà già tornare a correre, ma pure che gli vengono tolte tutte le vittorie ottenute in questo anno e mezzo, a partire proprio da quel Tour (che sarà assegnato ad Andy Schleck) e compreso il Giro d’Italia 2011, il cui vincitore risulterà essere Michele Scarponi. Questa sentenza farà inevitabilmente discutere, sia nel merito – alla vigilia quasi tutti prevedevano una squalifica di pochi mesi – sia per il tempo lunghissimo impiegato dal Tas per emetterla. Abbiamo commentato questa vicenda con Davide De Zan, il giornalista esperto di ciclismo per Mediaset, nonché figlio dell’indimenticabile Adriano De Zan. Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.
De Zan, condivide i due anni di squalifica inflitti a Contador?
Io non critico mai le sentenze: se i giudici hanno deciso così, ne prendo atto e rispetto questa decisione, che avranno sicuramente ben ponderato. Anche perchè hanno avuto tutto il tempo per decidere…
Appunto, un anno e mezzo per decidere non è troppo?
Certamente, non si può aspettare un anno e mezzo per arrivare alla sentenza, sia per il diretto interessato sia per tutto lo sport. Sono sconcertato e amareggiato quando penso alle corse che abbiamo vissuto in questo periodo e il cui albo d’oro verrà stravolto. Forse su questi tempi così lunghi ha inciso anche il comportamento della giustizia sportiva spagnola.
L’atteggiamento della Spagna verso il doping non convince molto: lei cosa ne pensa?
E’ un dato di fatto che Italia e Spagna abbiano politiche diametralmente opposte riguardo al doping: l’Italia è durissima, e spesso ha inflitto sentenze esemplari anche ai corridori più famosi, invece la Spagna ha un atteggiamento molto diverso, che spesso ha lasciato campo libero ai sospetti.
Lei credeva alla spiegazione di Contador, cioè che il clenbuterolo fosse contenuto in una bistecca?
No, onestamente non ci credo più a queste storielle con le spiegazioni più varie, ne ho sentite troppe.
Pare che non ci abbiano creduto neanche i giudici, altrimenti la squalifica sarebbe stata più breve…
Pare proprio che sia così. Ribadisco: i giudici sono persone per bene, hanno avuto tutto il tempo per esaminare tutti i documenti e le perizie su questo caso e certamente hanno anche valutato con grande attenzione quali sarebbero state le conseguenze di questa sentenza, anche sul piano umano. Quindi, se hanno deciso così, non si può fare altro che rispettare la sentenza.
Resta il rimpianto per le gare vissute in questo periodo, soprattutto il Giro 2011. Cosa ne pensa?
Il Giro 2011 era di fatto sub-judice già da allora, perchè la posizione di Contador era già in sospeso e di tempo ne era già passato parecchio dal Tour 2010 (10 mesi, ndR). Resta il rimpianto per tutti noi di aver vissuto e raccontato una corsa importantissima come il Giro e che di fatto non esiste più in quella forma. Anche la vittoria di Scarponi non sarà come lui la sognava da tutta la vita, visto cosa significa il Giro per un ciclista, soprattutto italiano: riceverà la “coppetta” – che pure è importantissima – ma non può essere paragonabile ad arrivare a Milano in maglia rosa.
Questa sentenza avrà conseguenze anche sulla carriera futura di Contador?
Non penso, anche perchè ad agosto mancano pochi mesi. Paga non poco, perchè salterà Tour ed Olimpiade oltre a tutti i trofei passati che perderà, quindi un prezzo salato, ma da agosto potrà andare – parafrasando Proust – alla ricerca del tempo perduto. Senza trascurare che anche dal punto di vista economico questa squalifica sarà pesantissima: si parla di circa 2,5 milioni di euro di perdite per Contador.
(Mauro Mantegazza)