Lo dicono le statistiche: la stagione dello sci alpino 2011/2012 è la migliore nel settore maschile in gigante e slalom dai tempi del ritiro di Alberto Tomba. Due vittorie (Alta Badia e Crans Montana) e altri due podi in gigante per Max Blardone, grandi risultati da parte di tutta la squadra in slalom, con la ciliegina della vittoria di Deville a Kitzbuehel e l’esplosione di Stefano Gross, nome nuovo dello sci azzurro. Curiosamente, proprio nella stagione che per gli italiani ha rinverdito i fasti della “Bomba”, l’austriaco Marcel Hirscher potrebbe essere il primo a vincere la Coppa del Mondo generale gareggiando solo in gigante e slalom dopo il Tomba del 1994/95, anche se tra le polemiche per qualche episodio di inforcate non sanzionate. Insomma, tanti motivi d’interesse nelle discipline tecniche: alla vigilia di una tappa classica per gigante e slalom, la Podkoren 3 di Kranjska Gora, dunque, niente di meglio che sentire proprio Alberto Tomba. Dalle sue parole traspare ancora un grandissimo amore per questo sport, e parlando si passa facilmente dall’attualità ai ricordi di una carriera fantastica, ma che avrebbe potuto essere ancora migliore: ecco infatti cosa ha detto Tomba in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Grande stagione per slalomisti e gigantisti azzurri, come la giudichi?
C’era stata ad esempio l’annata di Rocca prima di Torino 2006 o altri acuti sparsi e belle vittorie, ma questa è davvero una grande stagione sia con Blardone in gigante sia con gli slalomisti, con Deville e Gross che hanno fatto grandi cose, vittorie e podi. Sicuramente è la migliore stagione in slalom e gigante dopo il mio ritiro, siamo messi bene. Peccato solo per i discesisti.
Gross a parte, nessuno di loro è un nome nuovo: come mai quest’anno c’è stata questa crescita?
Infatti tutti si aspettavano magari Razzoli o Moelgg, che hanno fatto discreti risultati ma non di più. Per Giuliano pesa ancora l’effetto delle pressioni dopo l’oro olimpico di Vancouver: è sempre più difficile rivincere piuttosto che affermarsi per la prima volta. Anche Moelgg aveva fatto ottime cose negli scorsi anni, compresa una Coppa di specialità, e le aspettative sono alte. Speriamo si rialzino nelle ultime gare in vista della prossima stagione che avrà i Mondiali a Schladming. Naturalmente iniziare bene una stagione è importante, ma anche finire bene conta, perchè ti dà fiducia in tutta la preparazione per l’anno successivo.
Tu collabori in qualche modo con gli azzurri?
Vediamo se un giorno Alberto andrà a dare una mano (ride ndR), ma per ora sto tranquillo, dò consigli a distanza e qualche messaggino per caricarli…
Come mai Deville è uscito alla grande proprio quest’anno?
Cristian ha ora l’esperienza giusta, e ha vinto anche a Kitzbuehel una grande classica. Tanti “vecchietti” vanno bene, vedi pure Raich che è tornato a vincere, forse mi sono ritirato troppo presto, potevo fare ancora sei anni…
Il nuovo fenomeno di slalom e gigante però è Hirscher, che ha 23 anni: è il tuo erede?
Lui ha le batterie cariche dall’inizio alla fine, a differenza di chi deve fronteggiare gli acciacchi, come Kostelic. Quest’anno Hirscher può vincere la Coppa solo con le discipline tecniche, proprio come ho fatto io: è lui l’uomo da battere.
Però è stato al centro di brutti episodi con le inforcate: cosa ne pensi? E’ antisportivo?
Uno ci prova, sta zitto e poi vede se arriva la squalifica o meno… Le altre squadre devono controllare, come hanno fatto gli svedesi a Bansko con Matt, perchè in televisione non si capisce più, servono telecamere per ogni palo. Con i nuovi sci e le velocità è tutto più difficile, forse nemmeno lui si accorge davvero di dove passa esattamente lo scarpone passando sopra il palo.
Cosa dovrebbe fare la Fis per risolvere il problema?
In caso di inforcate poco chiare – non se uno inforca apposta, sia chiaro – darei un secondo di penalità lasciando l’atleta in gara.
Gross invece può essere il futuro dello slalom?
Stefano ha fatto tanti podi, ha sfiorato alcune vittorie, è stato forse addirittura più costante di Deville e potrà vincere in futuro la Coppa di specialità. Sono due ragazzi che stanno facendo grandi cose, e mi piace pensare che sono della Val di Fassa, dove mi sono allenato tanti anni. Sono stato anche a trovarli qualche tempo fa, abitano vicino e possono formare davvero una bella coppia per lo slalom.
In gigante l’uomo dell’anno invece è Max Blardone, che ad inizio anno sembrava in crisi e poi ha fatto forse la sua miglior stagione…
Ora è Ligety in crisi… Anche Max ha già fatto tante belle stagioni, gli auguro di finire la carriera con una Coppa di specialità e anche con un oro mondiale. Se lo merita, e lo vincerebbe all’età giusta, non come Giuliano (Razzoli ndR), che ha voluto la bicicletta più faticosa da pedalare… E poi si fa male sempre a novembre, e questo gli complica ogni stagione.
Tornando a Blardone, colpisce che quest’anno ha vinto anche in condizioni di neve che non gli erano mai piaciute…
Sì, a Crans Montana, ma lui in Svizzera si carica sempre, fa sempre grandi risultati… I giganti sono pochi, non si può aspettare un mese per una gara, il calendario è strano e fa salire le pressioni. Fondamentale è stata la vittoria in Alta Badia, sulla Gran Risa non tradisce mai, ed è bello come manifesta la gioia all’arrivo con i tifosi, anche se poi facendo così quando non vinci ti castigano.
Come succedeva con te?
A me non perdonavano mai nulla, se arrivavo secondo era una delusione, entravano nella mia vita privata come non avevano mai fatto con nessuno negli sport individuali: non potevo mai sbagliare nulla, e molti non si rendevano conto che per vincere non basta iniziare a prepararsi ad ottobre. Devi essere manager di te stesso e trovare qualcuno che ti aiuti a gestirti: ho fatto molta esperienza in questo senso, ma tornando indietro avrei potuto vincere molto di più ed andare avanti ancora.
Hai qualche rimpianto?
Avevo vinto la Coppa del Mondo a Bormio nel 1995 e due ori in due giorni ai Mondiali a Sierra Nevada nel 1996 nonostante altre polemiche inutili, nascevano sempre cose negative su di me, molto peggio di un Rossi o di una Pellegrini oggi. Alla fine ho smesso perchè ero sfinito non di fisico, ma mentalmente. Io ero forte di testa, però ho detto basta, non ce la facevo più, mi sono dovuto anche congedare dall’Arma. Adesso si sono resi conto di quello che facevo, come succede troppo spesso: facile fare monumenti a chi ha smesso. Ora continuano a chiedermi di partecipare ai reality, ma non ci vado. Alberto è così, chi mi conosce lo sa, e con chi è cattivo d’animo ci rido sopra, lo saluto e ciao. Chi conosce Tomba dai giornali aveva idee sbagliate sul cittadino che ha stravolto il mondo dello sci.
A proposito, cosa si potrebbe fare per riportarlo alla grande popolarità?
Ci vorrebbe un altro Alberto, cosa ti devo dire… Un italiano giovane che vinca con costanza, che faccia divertire, non lo sciatore introverso di poche parole. Io ho cominciato giovane a vincere, ho attirato l’attenzione di tutta Italia, un sacco di giornalisti, audience tv incredibile, per Calgary 1988 hanno sospeso il Festival di Sanremo… Adesso manca questo, vediamo se Razzoli si ripete dopo l’Olimpiade. Per il resto, si potrebbero fare più gare in notturna, e non alle 9 di mattina, che ti costringono ad alzare alle 5 del mattino. E se vince qualcuno andrebbero meglio anche le gare in tv, non solo su Rai Sport ed Eurosport.
Agli sciatori “della domenica” vorresti dare qualche consiglio speciale?
Non bevete troppa grappa nei rifugi (ride)… Lo sci è uno sport bellissimo ma pericoloso, è quello che ha più infortuni di tutti, bisogna essere preparati e stare attenti a tutte le variabili. Oggi il casco è obbligatorio, c’è pure la Polizia sulle piste, però ci sono sempre i pazzi. Un segreto per chi scia per divertirsi di più quindi è guardare bene avanti e controllare tutto; una buona colazione, non mangiare troppo a pranzo. Viva lo sci alpino, perchè qui ogni anno ce lo dimentichiamo per troppi mesi!
(Mauro Mantegazza)