La partecipazione di due franchigie italiane alla Celtic League, competizione di rugby che raccoglie le migliori squadre irlandesi, gallesi e scozzesi, doveva essere l’occasione per far spiccare alla palla ovale italiana il definitivo salto di qualità, invece all’ordine del giorno sono state quasi sempre le polemiche. Il 6 aprile la Fir ha deciso di revocare agli Aironi la licenza per motivi economici al termine della stagione, ma questa decisione non è stata gradita a Viadana – cittadina della provincia di Mantova che vive per il rugby – e in tutte le realtà coinvolte in questo progetto. Oggi la franchigia ha deciso di rivolgersi alla magistratura ordinaria. Nella nota degli Aironi si legge: «Gli Aironi hanno deciso di contestare il provvedimento federale nelle competenti sedi giudiziarie, onde ottenerne l’annullamento […] anche in tema risarcitorio. Ciò anche allo scopo di tutelare i rilevanti investimenti fatti da tutti i soggetti, pubblici e privati, per supportare un’iniziativa sportiva che è stata accolta dal territorio e dal pubblico con grande entusiasmo, passione e partecipazione, ribadendo l’impegno di sostenere questa esperienza quanto meno sino alla stagione 2013-2014. Nel merito, si osserva che la federazione, con il provvedimento adottato, non ha tenuto nel minimo conto la articolata situazione di fatto esposta a più riprese dagli Aironi, limitandosi, senza sostanzialmente darne giustificazione, a ritenere che fosse venuta meno la affidabilità economica degli Aironi. Trattasi di affermazione contraria alla realtà, che si confida verrà smentita in sede giudiziaria […] Convinti come sono del loro buon diritto a continuare a partecipare alla Celtic League […] gli Aironi precisano che non presenteranno una nuova candidatura per la prossima stagione e diffideranno la Fir dal dare seguito alla manifestata volontà di indire un nuovo bando per la candidatura di una nuova franchigia. Gli Aironi rivendicano con forza il loro diritto a partecipare alla Celtic League, quanto meno sino alla stagione 2013-2014». Per approfondire questa notizia abbiamo contattato Franco Tonni, direttore sportivo degli Aironi, che ha accettato di parlare in esclusiva per Il Sussidiario.net. “Non voglio aggiungere niente a quanto abbiamo scritto nel comunicato. Il problema è di porre la questione nei termini reali. Se c’è rispetto reciproco, come penso, le cose si possono riprendere in mano seduti ad un tavolo civilmente, anche perchè credo che negli ultimi 15 anni abbiamo dato un impulso importante al rugby italiano, nel rispetto delle regole e della Federazione. Questa situazione francamente ci ha spiazzati perchè la discussione si può aprire, si possono porre dei paletti e questo è normale nella trattativa, ma nessuno aveva il diritto di revocare in questo modo la licenza di partecipazione. Ecco perchè abbiamo voluto affidare la questione a chi conosce la materia e il club si sta muovendo in questo senso …



Qui c’è gente che vive per questo sport, e poi ci sono investimenti privati che sono partiti già tre anni fa con la costruzione delle tribune e ora anche investimenti da parte del Comune di Viadana, della Provincia di Mantova e della Regione Lombardia da qui alla fine del 2013: il rifacimento esterno dello stadio, l’hospitality, il parcheggio, un nuovo negozio, la pista ciclabile che unisce lo stadio con il centro d’allenamento, che è costato ai soci 7 milioni di euro, con palestre all’avanguardia, campi da rugby, spogliatoi, sala convegni, sala meeting, sala video e che deve ancora essere completato. Un investimento che ha un senso sul territorio, là dove il rugby è una parte importante della struttura sociale. Quindi non ritengo che si possa accettare una decisione di questo genere”. La vicenda quindi è ancora molto lontana dalla parola fine.



 

(Mauro Mantegazza)

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