Un mese fa ci lasciava Vigor Bovolenta. Il grande campione di pallavolo morì infatti la sera di sabato 24 marzo, a causa di un malore durante la partita Macerata-Forlì del campionato di serie B2, nel quale aveva accettato di giocare dopo che la società forlivese era stata costretta ad abbandonare il grande volley. Doveva essere l’ultima tappa di una carriera che a Vigor aveva regalato grandi soddisfazioni sia con i club sia con la Nazionale, è stato l’ultimo atto della sua vita. La mobilitazione del mondo della pallavolo per ricordarlo e per aiutare la sua famiglia – la moglie Federica e quattro figli piccoli – è stata immediata e vive oggi il momento più significativo, cioè il “Bovo Day” a Ravenna, sua città di adozione. Per ricordare Bovolenta e per vivere l’atmosfera di questa giornata abbiamo sentito Giacomo Sintini, suo compagno di squadra a Perugia e a Forlì fino alla scorsa stagione, e anche in Nazionale, nonché uomo che conosce da vicino la sofferenza a causa del linfoma che ha dovuto affrontare negli scorsi mesi (clicca qui per leggere l’intervista sulla sua vicenda umana), tra i protagonisti di questo “Bovo Day”. Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.



Com’è l’atmosfera oggi a Ravenna?

Potremmo dire che è a due tonalità. C’è innanzitutto grande voglia di ritrovarsi insieme per ricordare un amico che non c’è più e di lasciare un ricordo importante alla sua famiglia e ai suoi figli soprattutto, in modo che possano vedere con quanto affetto lo ricorda il mondo della pallavolo, quanto importante fosse per noi. In più c’è anche lo scopo di aiutarli concretamente, come giusto con la famiglia di un amico. Da persona previdente e responsabile sicuramente pensava al futuro della sua famiglia, che però sicuramente si sarà trovata in difficoltà in questo periodo. Dall’altra parte c’è naturalmente il dispiacere per un giorno che non avremmo voluto vivere, perché vorremmo avere ancora Vigor tra di noi.



Il mondo della pallavolo ha dimostrato grande unità e velocità nell’organizzare questa giornata. Cosa ne pensa?

Un grande gesto, anche da parte degli atleti della Nazionale che devono preparare le qualificazioni olimpiche ma hanno dato massima disponibilità, come i dirigenti, la Federazione, la Lega, stampa e televisione: una cosa bellissima. Il mondo della pallavolo è così, è molto solidale. Avrà tanti altri difetti, ma di certo non manca nella solidarietà.

Conoscevi molto bene Bovolenta: come lo ricordi?

Il ricordo di Vigor è molto vivo dentro di me ed è bellissimo. Con lui ho potuto giocare qualche scampolo di stagione a Ravenna, agli inizi della mia carriera. Poi abbiamo condiviso qualche esperienza in Nazionale e soprattutto le ultime stagioni tra Perugia e Forlì, dove eravamo anche compagni di stanza. Ho tanti bei ricordi di lui, sia come persona sia come giocatore. Una persona sempre positiva, carica, pronta a consigliarti sempre nelle difficoltà. Mi è stato molto vicino quando mi sono ammalato e durante le cure, dandomi positività ed allegria anche nei momenti in cui non avevo voglia di sorridere. Lo ringrazio tanto, mi mancherà tantissimo e lo porterò sempre con me.



Cosa vorresti dire alla sua famiglia ora?

L’unica cosa che puoi dire è che mi dispiace tanto e che tengano duro perché devono andare avanti. Purtroppo le disgrazie succedono; devono stare uniti ed essere forti: così riusciranno a superare i momenti duri che inevitabilmente ci saranno.

 

(Mauro Mantegazza)