I tornei internazionali di Roma stanno per chiudersi. E’ stata una settimana di tennis molto interessante, non tanto per i verdetti, tutto sommato prevedibili, quanto per la buona qualità media del gioco cui abbiamo assistito. Per archiviare anche questa edizione degli internazionali di Roma aspettiamo la finale del singolo maschile, rinviata al mezzogiorno di fuoco di Lunedì. Se la giocheranno Djokovic e Nadal: nulla di nuovo, ma dai nostri sono arrivate buone indicazioni. Protagonista del gruppo tricolore è stato Andreas Seppi, arresosi solo al cospetto di sua maestà Roger Federer dopo aver eliminato i più quotati Isner e Wawrinka. Il singolare femminile ha invece visto la sfortunata uscita di scena di Flavia Pennetta, costretta al ritiro da un dolore al polso destro, nei quarti di finale contro Serena Williams. La brindisina sembrava molto in palla, e la sua eliminazione è stato un brutto colpo per il pubblico italiano. Rimborsato però dal successo nel doppio della coppia Roberta Vinci-Sara Errani, che hanno bissato il successo di Madrid. Proprio da qui partiamo nell’analisi degli internazionali di Roma, commentati in esclusiva per ilsussidiario.net da Laura Golarsa, ex tennista nonchè stimata opinionista di SkySport. Ecco le sue impressioni:
Dopo Madrid, anche Roma nella bacheca del doppio Vinci-Errani. Qual è il segreto della coppia?
Anzitutto l’affiatamento, perchè sono molto amiche. Poi si compensano bene.
Perchè?
La Errani gioca bene da fondo, la Vinci a rete, in un periodo dove ormai di vere doppiste ne sono rimaste poche. L’altro giorno scherzavo con la Vinci dicendogli che è l’unica rimasta a saper fare le voleè.
Quanto è importante Roberta Vinci, magari meno continua singolarmente, nei successi nel doppio?
Sicuramente è sempre stata una buona doppista, in un momento dove le altre giocano quasi tutte da fondo. Roberta è una di quelle che gioca meglio in doppio: supportata da Sara, che tiene da fondo, fanno una coppia bene assortita. Ma ci sono anche altri fattori.
Che sono?
Giocano spesso insieme, hanno più o meno lo stesso ranking e fanno gli stessi tornei, una serie di cose che fanno sì che la coppia diventi forte.
La Errani invece è ormai l’erede designata di Schiavone e Pennetta?
Sicuramente, ha già raggiunto i quarti in uno Slam. Certamente io mi aspetto un ricambio generazionale al vertice, perchè le Williams piano piano caleranno.
La Sharapova, che ha bissato il successo dell’anno scorso?
Giocherà ancora qualche anno a questi livelli. La Errani è la più giovane delle nostre, però arriverà anche qualche pezzo da novanta dalle ragazzine juniores. Ora non so se Sara ripeterà i risultati della Schiavone, però di sicuro a livello italiano è quella che ne raccoglierà l’eredità.
A livello di prestigio, che valore ha questa vittoria nel doppio per il tennis italiano?
Non dico che sia uguale a quello del singolare, però ad esempio se riuscissero a centrare l’oro all’Olimpiade potrebbe avere una valenza equiparabile. Non è equiparabile il doppio al singolare nel circuito, è come paragonare i Bryan con Federer. Però…
Però?
Se sei una venti del mondo, come Sara o Roberta, e riesci anche ad essere tra le prime coppie di doppio, a livello personale è un grandissimo traguardo. La stessa Pennetta è stata numero 1 al mondo nel doppio. Poi c’è anche l’aspetto economico, da non sottovalutare.
Come ha letto il brutto torneo di Francesca Schiavone?
Credo che non ci sia da stupirsene.
In che senso?
Francesca ha giocato il suo miglior tennis oltre i trent’anni. Ha raggiunto degli obiettivi stratosferici per quello che era il suo punto di partenza, ed eccezionali per il tennis italiano. A trentadue anni, con quello che ha fatto Francesca, credo sia fisiologico un certo calo.
Siamo nella parabola discendente?
Diciamo che non mi stupirei se riuscisse a fare un altro grande risultato, ma nemmeno se tra sei mesi Francesca dicesse: signori, arrivederci e grazie.
Da cosa dipenderà l’esito?
Da quanto ha ancora dentro lei, quanta grinta ha: la Schiavone ha un tennis molto dispendioso, di lotta. Appena arriva un pò di saturazione è normale che subisca.
Riguardo la Pennetta: senza il problema al polso, avrebbe avuto reali possibilità contro Serena?
Che io sappia stava addirittura peggio Serena, come poi abbiamo visto. Se solo Flavia avesse potuto giocare la partita, probabilmente la Williams si sarebbe ritirata prima, perchè è da quando è arrivata a Roma che aveva problemi alla schiena. Non dimentichiamo una cosa.
Quale?
Che Flavia ha battuto due volte Venus, sul cemento, in un momento di forma. Sulla terra le Williams sono giocabili, poi è anche normale che possano vincerti il torneo, perchè una volta che scendono in campo e stanno bene sono più forti.
Ma quindi la Pennetta può puntare a vincere questi tornei?
E’ stata nelle prime dieci, in condizioni di salute sulla terra se la può giocare.
Per chiudere, il punto sugli uomini: Seppi è stata una gradita sorpresa, ma c’è qualcuno da cui si aspettava di più?
Fognini ha fatto un grandissimo primo match, e poi è stato discontinuo nel secondo. Però attenzione, c’è il solito discorso.
Ovvero?
Quando tu sei il numero 40 del mondo, e giochi un torneo dove l’ultimo a entrare è il 41, puoi fare poco. Forse non ci rendiamo conto che non può essere una colpa dei nostri ragazzi se non sono nei primi dieci: ognuno fa quello che può.
Infatti: possiamo chiarire che i nostri tennisti non sono scarsi?
Il punto è che abbiamo dei giocatori sicuramente di ottimo livello, però è una battaglia. Il livello maschile è talmente alto che lo stesso Seppi, che ha fatto un risultato incredibile, poi esce 6-2 6-2 da Federer.
Starace è uscito subito con Kubot: ci si poteva aspettare di più?
Veniva da un infortunio: poteva anche vincere, ma attenzione, a bocce ferme non è una partita scontata. Sono tutti i primi 40 del mondo, c’era un tabellone di qualificazione di livello altissimo.
Certo, noi però vorremmo avere il campione…
Ma non è merito o demerito di nessuno se non c’è. Intanto i nostri ragazzi sono saliti tanto di livello, penso a Fognini, allo stesso Seppi, Potito è sempre lì, Cipolla è 60 del mondo…Non sono Federer e Nadal però non è colpa loro.
Colpa del sistema, come si suol dire?
Nemmeno: com’è nato Federer in Svizzera dove non c’era un sistema, può non nascere in un paese dove il sistema c’è.
(Carlo Necchi)