Prosegue alla grande la marcia di avvicinamento alle Olimpiadi di Londra della nazionale italiana maschile di pallavolo. Il primo weekend di World League, disputatosi a Firenze, ha confermato l’Italia come una delle nazionali più in forma. Coach Berruto sta plasmando un gruppo sempre più compatto, che cresce e migliora il proprio livello di gioco di partita in partita. Nella tre giorni di World League, gli azzurri hanno piegato Corea del Sud, Francia e Stati Uniti con punteggi progressivamente più agevoli: dal sofferto 3-2 contro gli asiatici si è passati al netto 3-1 sui cugini d’oltralpe, sino al secco 3-0 inflitto agli americani. Le Olimpiadi di Londra si avvicinano: quanto è pronta la nostra nazionale di pallavolo? Questo ed altro abbiamo chiesto in esclusiva a Dragan Travica, palleggiatore classe 1986 della Lube Banca Marche Macerata, nonchè uno dei giocatori più rappresentativi della nazionale italiana. Ecco i suoi commenti.
Dragan, cosa significa per voi quest’ottimo week-end di World League?
Sarà banale retorica però è davvero così: vincere aiuta a vincere. Queste tre vittorie di Firenze hanno messo nel bagagliaio per Londra ancora più fiducia di quella che comunque già c’era.
A vedere i punteggi, sembra che abbiate faticato di più contro la Corea: è stata la partita più dura?
Alla fine sì: l’abbiamo spuntata 3-2, ci siamo complicati molto la vita, rischiando anche di perderla.
La Corea del Sud era la classica buccia di banana…
Credo che la Corea abbia messo in mostra un’ottima pallavolo in tutte e tre le partite di questo week-end; secondo me si meritava di portare a casa qualche punto in più per il gioco che ha espresso.
In cosa vi hanno messo più in difficoltà?
Per il modo che hanno di giocare, che è diverso rispetto a quello delle squadre europee o sudamericane. E poi c’è stato anche un altro problema da parte nostra.
Quale?
E’ un dato di fatto: purtroppo noi soffriamo sempre il debutto più del previsto. Però anche contro la Corea abbiamo dimostrato di saper lottare, di aver voglia di combattere, e anche nelle difficoltà di saper portare a casa la vittoria.
In effetti, anche alle qualificazioni olimpiche abbiamo sofferto molto al debutto, contro la Finlandia: perchè fatichiamo di più all’inizio?
In entrambi i tornei abbiamo avuto i favori del pronostico: quando sappiamo di dover vincere forse partiamo con il freno a mano un pò tirato. Una chiave di lettura potrebbe essere questa.
Perchè?
Sentiamo non dico l’obbligo di vincere, ma di avere il destino nelle nostre mani. Quindi giocare non è facile come quando non si ha nulla da perdere, e si parte senza pensare troppo agli errori.
Dopo l’esordio però andiamo forte…
Sì, nel momento in cui riusciamo ad entrare nel torneo ci sblocchiamo e veniamo fuori come sappiamo fare.
Ad oggi, la nazionale italiana di pallavolo maschile è da podio olimpico?
Sarei stupido a dire il contrario, sarebbe una mentalità sbagliata. Del resto l’ambizione con cui io gioco in nazionale è quella di lasciare un segno a Londra. Certo è che davanti a noi ci sono squadre molto forti.
Cosa si aspetta dai giochi olimpici?
Credo che sarà un Olimpiade molto equilibrato, come lo è stato il torneo di qualificazione. Però noi quest’anno abbiamo vinto contro le squadre più forti: andiamo a Londra sicuramente per giocarcela.
Nel mese che manca dovrete…
Sfruttare questo tempo per raggiungere la miglior forma psicofisica, per poter puntare il più in alto possibile.
Visti da fuori sembrate un gruppo molto unito: c’è un compagno che l’ha colpita, o che ha conosciuto meglio anche a livello umano, in questa esperienza in nazionale?
Devo dire che io stimo tantissime persone del gruppo azzurro: si è creata un’alchimia di stima reciproca. Dirne uno è difficile: personalmente ho molta stima di Lasko, di Fei, di Papi, di Bari…
A livello di amicizie?
Ho grandissimi legami con Simone Buti, Simone Parodi, Andrea Giovi.
E con Ivan Zaytsev, come lei autore di grandi prestazioni?
Ivan lo conosco da meno tempo degli altri, ma è nata una bellissima complicità. Anche con mio cognato Savani ho un grandissimo rapporto, anche fuori dal campo.
Con lo staff tecnico invece che rapporto hai?
Con coach Berruto ed Andrea Brogioni (vice allenatore, ndr) ho un legame forse oltre il limite normale. Ho un rapporto speciale con loro, che mi ha aiutato molto quest’anno, in cui ci siamo conosciuti. Però non saprei dire un nome sopra tutti: c’è talmente tanta stima che non mi va di escludere nessuno.
(Carlo Necchi)