Sara Errani non c’è l’ha fatta, ha perso infatti questa finale 2012 degli Internazionali di Francia per 6-3, 6-2 contro la tennista russa Maria Sharapova. Un risultato che ci si poteva attendere, contro una giocatrice quasi imbattibile oggi. Ma complimenti lo stesso a Sara che intanto è diventata la numero 10 della classifica Wta delle migliori giocatrici del mondo. E con il successo ottenuto con Roberta Vinci nel doppio si è piazzata al numero 3 della speciale classifica nel ranking mondiale. E’ nata una stella potremmo dire, da cui ci aspettiamo vittorie importanti in futuro. Sognare è lecito per una tennista dalle potenzialità ancora nascoste, che conferma la bontà di questa scuola del tennis femminile italiano che negli ultimi anni ha espresso altre campionesse del valore di Flavia Pennetta e Francesca Schiavone. Per commentare quindi questo Roland Garros che vivrà domani l’ultimo atto anche del torneo maschile con la finale Nadal – Djokovic ilSussidiario.net ha sentito Paolo Bertolucci, grande ex giocatore, nonché capitano dell’Italia di Davis, attualmente commentatore di Sky Sport.



Sara Errani ha perso con Maria Sharapova, era un risultato che ci si aspettava?

Battere Maria Sharapova non era facile per Sara oggi. C’era molta differenza sul campo, si poteva sperare solo che la tennista russa rallentasse un po’ la sua spinta. Così non è stato e Sara purtroppo ha perso.

Comunque Sara torna da Parigi con una vittoria in doppio e una finale in singolo, bilancio positivo



Sara è stata eccezionale, ha fatto grandi cose. Si è dimostrata una grande giocatrice a tutti i livelli. La coppia Errani – Vinci è eccezionale, ben assortita, anche se penso che Roberta sia più giocatrice di doppio di Sara.

Potrà Sara diventare una delle migliori giocatrici del mondo?

Ci sono tutte le possibilità perché questo succeda, visto che attualmente nel tennis femminile non ci sono fenomeni assoluti. Le sorelle Williams ad esempio non sono più ai livelli di un tempo. Intanto Sara è tra le prime 10 giocatrici del mondo e questo è un grande risultato.

E potrà anche giocare bene non soltanto sulla terra battuta, ma anche su altre superfici?



Difficile questo, perché sull’erba fa sicuramente più fatica, è una tennista nata sulla terra battuta e si è abituata a questo tipo di superficie, dove è cresciuta, si è formata. Mi auguro però di essere smentito.

Intanto c’è la solita finale tra gli uomini Nadal – Djokovic.

La finale più logica tra i primi due giocatori del mondo. Non poteva che essere così.

Il favorito?

Nadal naturalmente, quest’anno è lui il tennista più forte, ci vorrebbe il Djokovic della scorsa stagione per poter battere il tennista spagnolo.

Per Roger Federer invece è iniziata ormai la parabola discendente?

Sembra che sia così, Federer d’altronde ha 30 anni, però è una cosa che diciamo da 4 anni e poi il tennista elvetico ci smentisce ogni volta.

Cosa ci vuole invece perché tra gli uomini ritornino i tempi della sua generazione, quella di Panatta, Barazzutti, Zugarelli?

Ci vuole un modo diverso di affrontare il tennis; oggi è cambiato, è molto più difficile,  prevale la componente fisica. Bisogna avere un concetto del tennis internazionale, fare un po’ come la stessa Sara Errani che a dodici anni ha lasciato l’Italia per giocare, imparare a fare tennis. E come lei la Reggi, Seppi, la Pennetta. Bisogna sin da piccoli affrontare il tennis in questo modo. Vivere il tennis proprio in un modo internazionale, quello ideale per praticare ad alti livelli questo sport.

 

(Franco Vittadini)