Rafael Nadal è il nuovo campione del Roland Garros. Nuovo per modo di dire: si tratta del settimo successo parigino per lo spagnolo, che supera così il record appartenente a Bjorn Borg. La finale si è conclusa oggi a causa della pioggia che per due volte ha costretto l’arbitro, in accordo con il commissioner del torneo, a interrompere per due volte l’incontro, prima sul 6-4, 6-3, 0-1 a favore di Nadal, poi con Djokovic avanti di un break nel quarto set. Alla fine Rafa si è imposto in quattro set (clicca qui per la cronaca della partita), legittimando la sua supremazia sulla terra rossa e il dominio al Roland Garros, dove ha perso in tutta la carriera una sola partita (da Soderling, negli ottavi di finale del 2009). Un torneo impeccabile per Nadal, che nelle sette partite disputate ha perso solo un set, per l’appunto il terzo contro Djokovic, lasciando per strada 53 games (una media di quasi otto a incontro, ovvero meno di tre per set) e perdendo il servizio una sola volta prima della finale. Insomma, un successo più che meritato, e un bello spot in avvicinamento al prossimo appuntamento, quello di Wimbledon, che inizierà il prossimo 25 giugno. Sull’erba di Londra Nadal ha già trionfato due volte (2008 e 2010), ma il signore incontrastato del torneo è Roger Federer, che ha vinto in sei occasioni (ma il successo manca dal 2009), e il campione uscente è Novak Djokovic, che ha battuto proprio Rafa Nadal nella finale. Per commentare tutto questo abbiamo contattato Rino Tommasi, storico commentatore e opinionista di tennis. Ecco le sue parole, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net:
Tommasi, che tipo di partita è stata? La pioggia è stata decisiva?
No, non credo sia stata decisiva. Secondo me, Nadal era il favorito alla vigilia della finale, per cui non sono sorpreso più di tanto. L’impressione durante il torneo era che Nadal fosse più “caldo” di Djokovic: più caldo, più in condizione, e quindi favorito.
La partita però è stata particolare…
Sì, è stata strana, divisa in due tronconi, quindi in un certo senso un po’ atipica rispetto alle altre finali del Grande Slam. Però, in un certo senso, è ripresa la storia dell’anno scorso.
In che senso?
Nel senso che Djokovic l’anno scorso aveva dominato la stagione, quest’anno invece sembra che sia tornata la volta di Nadal.
L’impressione personale è che, senza la pioggia, Nadal avrebbe addirittura potuto chiudere in tre set: è d’accordo?
Tutte le ipotesi sono lecite; io prima della partita ero convinto vincesse Nadal. Poi, interrotta così la partita, ovviamente non ero più convinto che finisse così.
Si può dire, dopo questa vittoria con cui supera Borg, che Nadal sia il più forte di tutti i tempi sulla terra?
Beh, questi sono discorsi che ci piace fare, ma non è detto. Borg è uno che ha giocato sei anni e poi ha smesso di giocare, mentre Nadal non ha alcuna intenzione di smettere. Comunque, non è il numero delle vittorie che determina la classifica tra tennisti di diverse epoche.
Cosa, allora?
Bisogna vedere in che condizioni uno ha giocato e ha vinto. Comunque, sicuramente alla base della carriera di Borg e di quella di Nadal c’è la regolarità: sono due grandi atleti che allo stesso tempo non sbagliano mai.
Adesso arriva Wimbledon: uno come Federer torna in corsa, oppure sulla distanza dei 5 set paga troppo l’età?
E’ chiaro che più i giorni passano, più Federer perde terreno: questa è una legge naturale. E’ evidente che oggi Federer ha più possibilità di vincere un torneo che si gioca a 2 set su 3 che non a 3 su 5.
Potrà comunque dire la sua?
Beh, a Wimbledon, rispetto ad altri tornei come il Roland Garros, le chances per Federer aumentano: basta vedere quante volte lo svizzero ha vinto a Wimbledon e quante volte a Parigi: una sola volta, perchè Nadal è stato eliminato prima…
(Claudio Franceschini)