Ieri si sono conclusi gli Europei di scherma che si sono disputati a Legnano (con le fasi preliminari a Castellanza), in una sede splendida – il Castello – ma forse inadeguata a causa del gran caldo. Torneo in chiaroscuro per l’Italia, che ha chiuso comunque seconda nel medagliere, dietro solo alla Russia, ma con meno medaglie del previsto e con un bilancio salvato solo dalle due squadre del fioretto, d’oro nelle ultime due giornate dopo le gare individuali deludenti (solo un bronzo per la Errigo). La quarta e ultima medaglia è arrivata dalla squadra di sciabola femminile. La risposta del “Dream Team” del fioretto rosa – tre assalti dominati dai quarti fino alla finale con la Francia – è stata comunque molto importante dopo le polemiche causate dal flop nella gara individuale, comprese le polemiche tra Valentina Vezzali e Arianna Errigo. Per commentare tutto quanto è successo a questi Europei, abbiamo sentito proprio Arianna Errigo; eccola in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Per cominciare, come commenti la vittoria di ieri?

Sicuramente è stato un Europeo strano, in cui tanti favoriti non hanno vinto, quindi è stato molto importante confermarsi. Ci siamo riuscite e siamo contentissime. In finale ci aspettavamo la Russia vista la gara individuale, invece è arrivata la Francia: è stata la prima finale contro di loro, che nel fioretto stanno crescendo, ed è stata una bella finale per noi.



Tre incontri dominati dai quarti in poi: una risposta dopo la gara individuale?

Sì. In effetti le medaglie sono state meno del previsto, e questo non solo per noi ma in generale per tutte le armi, perchè nelle gare individuali è arrivato solo il mio bronzo, e questo non è un risultato normale per la scherma italiana. Ciò dimostra che confermarsi non è mai facile.

A Pechino 2008 e anche agli ultimi Mondiali di Catania avete dominato la gara individuale, ma poi perso quella a squadre, qui è successo l’inverso: coincidenza o incidono le motivazioni?

Diciamo che agli Europei il tabellone individuale è diverso rispetto alle Olimpiadi. Ai Giochi c’è solo eliminazione diretta, e io, la Vezzali e la Di Francisca non potremmo incontrarci prima delle semifinali, mentre qui ci sono stati i gironi che hanno mescolato le carte e ci hanno fatto sfidare tra di noi nelle prime fasi.



Tu personalmente sei soddisfatta del tuo Europeo?

Diciamo abbastanza contenta, anche se nella gara individuale poteva andare meglio. Era una gara che si poteva vincere, e in semifinale ho perso 15-14…

Il fioretto ha salvato un bilancio che ci stava preoccupando, anche in vista di Londra…

Chiaramente ci aspettavamo di più, soprattutto dalle gare individuali, dove potevamo e dovevamo dare di più. Però è giusto dire che non eravamo al top della forma, perchè questo è un appuntamento di mezzo e in più c’erano ancora alcune convocazioni olimpiche da definire, e questo aumenta le pressioni.

La preparazione quindi è già rivolta alle Olimpiadi?

Sì certo, questi Europei sono stati una tappa di passaggio. Però va detto che questo vale per tutti, e le medaglie sono state meno di quelle che ci aspettavamo.

Domanda d’obbligo: cosa è successo con Valentina Vezzali?

Quando uno scrive certe cose in un libro (la Vezzali ha scritto che ai Mondiali di Parigi 2010 perse con la Errigo per non incontrare la Di Francisca ndR) se ne deve assumere la responsabilità. Non mi è sembrato giusto, io ci sono rimasta male perché da lei non me l’aspettavo. Valentina è una super-campionessa che ha vinto tutto, non aveva bisogno di giustificarsi…

Forse le pesava essere rimasta giù dal podio a un mese dai Giochi in cui sarà portabandiera?

Sicuramente non ha vissuto bene questa cosa, ma tutti non siamo contenti quando perdiamo. Non per questo si devono cercare giustificazioni: capita a tutti di perdere qualche volta, quindi anche a lei, ed è una cosa da accettare senza accampare scuse.

Ma vi siete chiarite ora?

Sì, sì (ride ndR), ci siamo chiarite…

Come giudica l’organizzazione di questi Europei?

Noi abbiamo fatto anche il balletto e il motto sul troppo caldo, perché la situazione era francamente imbarazzante: era un caldo difficile da sopportare per gli spettatori, immaginatevi per noi con la tuta da scherma. Era veramente un forno, non si può gareggiare in quelle condizioni agli Europei. Posto bellissimo, ma si doveva fare meglio.

 

(Mauro Mantegazza)