Di singolare, equamente divise tra uomini e donne; tanta pioggia, ma il programma dopo qualche ritardo si è allineato alle previsioni della vigilia. E’ il day off a Wimbledon, come consuetudine la domenica che chiude la prima settimana. Tempo di bilanci, a cominciare dall’organizzazione, sicuramente non impeccabile. Abbiamo visto più volte il tetto del campo centrale chiudersi per consentire ai giocatori di continuare la loro partita nonostante pioggia o oscurità; Nadal ha probabilmente pagato l’interruzione (occorrono tra i 30 e i 35 minuti per coprire il campo), Murray ha rischiato di veder fermato il suo match di ieri sera contro Baghdatis, quando era in piena trance agonistica e stava andando a chiudere dopo essere stato a un passo dal crollo (tecnicamente la regola impone di fermare tutto alle 23, ora inglese: si è finito alle 23:02, con un eroico Murray che, non al meglio e sotto di un break nel terzo set, ha saputo rimontare, chiudere il parziale e poi andare a vincere 6-1 in un amen, con Baghdatis – va detto – che invece di perdere tempo per cercare un salvifico rinvio se l’è giocata sportivamente e si è preso per questo l’applauso di ringraziamento del centrale). Al di là di questo, il solito fascino british: i giocatori rigorosamente in bianco, le fragole con crema sugli spalti, gli inchini al palco reale in presenza di membri della famiglia (avvistati il principe Carlo e Camilla), il pubblico sempre molto composto ed esigente, tranne quando in campo ci sono i beniamini di casa (tifo da stadio per Andy Murray: un britannico non vince qui dai tempi di Fred Perry, anno 1936). Poi, le partite. In campo maschile, sorprese pazzesche: al secondo turno è caduto Nadal, testa di serie numero 2 e vincitore qui nel 2008 e 2010. Ha perso in cinque set da tale Lukas Rosol, ceco numero 100 del mondo, che tanto per dare una proporzione alla differenza di valori in campo, nel turno seguente è stato trebbiato da Kohlschreiber. La caduta di Rafa, che tutto sommato l’ha presa bene (bravissimo nel fermarsi a firmare autografi un minuto dopo aver perso), ha spalancato una voragine nella parte bassa del tabellone: c’è un ottavo tra Baker e Kohlschreiber, e questo va tutto a favore di Tsonga e Murray, che con tutta probabilità si affronteranno nei quarti. Chi la spunta ha un’autostrada verso la finale. Che sarà, al 99%, contro uno tra Djokovic e Federer. I due si incroceranno in semifinale, ma attenzione: Roger, che insegue il record di sette vittorie a Wimbledon che appartiene a Pete Sampras, ha faticato non poco per superare il suo terzo turno, contro Julien Benneteau. Cinque set sono serviti allo svizzero, che era sotto di due e per sei volte è stato a due punti dalla clamorosa eliminazione. Alla fine l’ha spuntata, e negli spogliatoi il suo avversario, dimostrando un’eccezionale sportività, gli ha chiesto la maglia, con Federer che, ancor più grande, gli ha risposto se dovesse prima lavargliela. Siparietto divertente, ma adesso il sei volte campione di Wimbledon deve guardarsi da Xavier Malisse, vecchia gloria che si concede un ultimo ballo (ha eliminato Verdasco). Nella parte bassa interessantissimo ottavo di finale tra Ferrer e Del Potro: avvisato Murray che, dovesse rispettare il pronostico contro Cilic, incrocerà uno dei due. Occhio a Mardy Fish, Gasquet e Youznhy: hanno partite agevoli agli ottavi, poi nei quarti se la giocano. Djokovic comunque appare in forma, sicuramente più tirato a lucido rispetto al Roland Garros dove si trascinò in finale per inerzia. Ha un derby serbo agli ottavi, ma non con Tipsarevic eliminato da Youzhny: sarà invece con Viktor Troicki. I nostri tennisti sono tutti fuori: al primo turno si è salvato solo Fabio Fognini, che poi è stato schiacciato da Federer. Peccato per Seppi: ha servito per il match sul 5-3 nel quinto set contro Istomin (aveva 3-0 nei precedenti con l’uzbeko), ha perso l’occasione ed è uscito sconfitto 8-6. 



Meno sorprese in campo femminile: vero che nei primi due turni sono cadute tre delle prime dieci teste di serie (Stosur, Wozniacki e Bartoli), ma le favorite restano tutte in corsa. Un pronostico rispettato, almeno per una volta, in una realtà che da tempo non ha più una dominatrice come ai tempi di Steffi Graf e Monica Seles, ma anche delle sorelle Williams. A proposito: Venus, debilitata dalla sindrome di Sjogren, ha perso nettamente dalla Vesnina e si parla già di ritiro per la cinque volte campionessa di Londra, mentre Serena ha dovuto sudare più delle canoniche sette camicie per imporsi 9-7 al terzo set contro la cinese Zheng, per accedere agli ottavi. La numero uno del mondo, Maria Sharapova, fin qui non ha sofferto nulla, ma ora se la gioca contro Sabine Lisicki, semifinalista con emozione nel 2011 e più agguerrita che mai. Le altre gare ci propongono sfide interessanti: 



Kim Clijsters, nella parte alta, sembra essere nei suoi giorni migliori e sfida Angelique Kerber, numero 8 del tabellone e in continua crescita, Victoria Azarenka con qualche sussulto (ma non di punteggio) è agli ottavi e gioca contro Ana Ivanovic, ex numero uno del mondo, che ha dato buone sensazioni soprattutto a livello mentale. La Williams incrocia la Shvedova, arrivata ai quarti il mese scorso a Parigi. Poi, Maria Kirilenko se la gioca contro la cinese Peng, con ottime probabilità di centrare i quarti. Torneo equilibrato: se tutto va come deve andare, la finale dovrebbe essere Sharapova-Serena, ma attenzione alle outsider. Una potrebbe essere italiana: ne abbiamo tre agli ottavi, record. Se Roberta Vinci è la nostra migliore giocatrice sull’erba e il suo risultato, favorito da un buon tabellone, non sorprende troppo, diverso è il discorso per Francesca Schiavone: la vincitrice del Roland Garros 2010 si è presentata con problemi alla schiena, ha sofferto tantissimo per superare il primo turno contro la giovanissima Robson, ma poi ha piallato Pliskova e Zakopalova e ora incrocia la campionessa in carica: Petra Kvitova, quella che ha il gioco più adatto per l’erba. Dovesse fare l’impresa, può essere derby con la Vinci, che affronta l’austriaca Paszek, certo non spettacolare come giocatrice ma solidissima e martellante alla distanza: ha battuto la Wozniacki al primo turno, sotto di un set e salvando due match point (forse aiutata anche da un paio di chiamate controverse), e contro la Wickmayer si è risollevata dopo aver perso il primo set. Sara Errani è uscita al terzo turno: risultato nell’aria, certo non ci si aspettava che la Shvedova vincesse il primo set per 24 punti a 0 in 15 minuti. La nota più lieta, però, per noi italiani si chiama Camila Giorgi (clicca qui per l’intervista esclusiva a Rino Tommasi): ventenne di Macerata, padre argentino presente in tribuna in giacca con galloni da commodoro, la biondina che anni fa aveva dichiarato di puntare al primo posto nel ranking mondiale ha già stupito tutti, battendo Flavia Pennetta al primo turno. Poi, non si è fermata: vittoria sulla Tatishvili, quindi il capolavoro con Nadia Petrova: dopo il primo set vinto grazie a un break conquistato quasi in apertura, Camila ha rimontato dall’1-5 nel secondo, sfruttando il nervosismo della numero 20 del mondo che ha clamorosamente sprecato tutti i challenge per verificare colpi chiamati out e palesemente fuori dal campo, e poi quando le serviva davvero non ne aveva più. La Giorgi ha aggredito sempre, andando poi a chiudere al tie break. Adesso sfida Agnieszka Radwanska, numero 3 del seeding: impossibile sulla carta (Camila è numero 145 ed è al secondo torneo dello Slam in carriera, dove non aveva mai vinto prima di lunedi scorso), non in campo, perchè al di là di Sharapova e Serena Williams le altre sono certamente più livellate. 



 

 

(1) Novak DJOKOVIC (Serbia) – Viktor TROICKI (Serbia)

(18) Richard GASQUET (Francia) – (31) Florian MAYER (Germania)

(3) Roger FEDERER (Svizzera) – Xavier MALISSE (Belgio)

Denis ISTOMIN (Uzbekistan) – (26) Mikhail YOUZHNY (Russia)

(7) David FERRER (Spagna) – (9) Juan Martin DEL POTRO (Argentina)

(16) Marin CILIC (Croazia) – (4) Andy MURRAY (Gran Bretagna)

(5) Jo-Wilfried TSONGA (Francia) – (10) Mardy FISH (Stati Uniti)

Brian BAKER (Stati Uniti) – (27) Philipp KOHLSCHREIBER (Germania)

 

 

(1) Maria SHARAPOVA (Russia) – (15) Sabine LISICKI (Germania)

Kim CLIJSTERS (Belgio) – (8) Angelique KERBER (Germania)

(3) Agnieszka RADWANSKA (Polonia) – Camila GIORGI (Italia)

(17) Maria KIRILENKO (Russia) – (30) Shuai PENG (Cina)

(6) Serena WILLIAMS (Stati Uniti) – Yaroslava SHVEDOVA (Kazakhstan)

(24) Francesca SCHIAVONE (Italia) – (4) Petra KVITOVA (Repubblica Ceca)

Tamira PASZEK (Austria) – (21) Roberta VINCI (Italia)

(14) Ana IVANOVIC (Serbia) – (2) Victoria AZARENKA (Bielorussia)

 

(Claudio Franceschini)