Sabato scorso a Sofia, capitale della Bulgaria, Riccardo De Luca ha vinto il Campionato Europeo di pentathlon moderno. Per l’Italia è il primo successo nel campionato continentale dello sport che ne riunisce altri cinque (scherma, nuoto, equitazione, tiro e corsa): il nostro Paese ha infatti una buona tradizione nello sport inventato da Pierre de Coubertin, ma purtroppo ormai risalente ad anni piuttosto lontani. L’epoca d’oro furono infatti gli anni ’80, con campioni come Daniele Masala e Carlo Massullo, ma gli Europei sono nati soltanto nel 1987, quando quel ciclo stava volgendo al termine. Ora ci proverà proprio De Luca a rinverdire quella tradizione, in uno sport che ha vissuto negli anni molte evoluzioni: la più importante negli ultimi anni è stata l’unione delle prove di tiro e corsa in un solo “combined event”. Per conoscere meglio questo sport particolare, abbiamo intervistato il nuovo campione d’Europa, che milita nel CS Carabinieri e che alle ormai imminenti Olimpiadi di Londra potrà certamente puntare a salire sul podio. Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.
Puoi raccontarci come è andata la gara degli Europei?
La gara è iniziata giovedì con le qualificazioni, che ho passato abbastanza agevolmente. Sabato la finale è iniziata con la scherma, in cui ho fatto un’ottima prova che mi ha dato subito un buon vantaggio e mi ha fatto capire subito che avrei potuto vincere gli Europei. Poi nella gara di nuoto ho fatto il mio, in base alla forma che avevo. Nell’equitazione ho fatto percorso netto e grazie a questo sono risalito dal terzo al secondo posto. Infine nella combinata di tiro e corsa sono riuscito a sorpassare l’ungherese che era primo; d’altronde ci puntavo perchè ho il record del mondo nella specialità, e sono riuscito così a vincere la gara senza nemmeno soffrire troppo.
Cosa hai provato quando hai vinto?
Naturalmente è stata una soddisfazione enorme, un’emozione straordinaria anche perchè è stato il mio primo risultato di prestigio a livello assoluto.
Quindi ora con che obiettivi vai a Londra?
Innanzitutto, sarà la mia prima Olimpiade, quindi l’attendo con grande emozione e voglio fare la gara migliore possibile, dando il meglio di me sperando ovviamente che possa servire per fare un grande risultato. Una medaglia olimpica è il sogno di tutti: possibilità e mezzi li ho, spero soltanto di riuscire a combinare tutto nel migliore dei modi.
Il podio dunque è un obiettivo concreto?
Sì, sicuramente. L’ultimo test pre-olimpico infatti è andato nel migliore dei modi, ed è molto importante anche perchè nel pentathlon i migliori al mondo sono tutti europei. Quindi vincere gli Europei è un segnale importante, anche se mi rendo conto che a Londra sarà molto diverso, in particolar modo a livello mentale.
Il tuo sport è particolare: come ti sei avvicinato al pentathlon?
Da ragazzino facevo nuoto ma non è mai stato il mio sport preferito: la monotonia di fare sempre lo stesso sport non mi è mai piaciuta. Quindi a 12-13 ho scoperto quasi casualmente il pentathlon, e l’idea di fare discipline diverse mi ha conquistato.
Come è la preparazione, che deve conciliare sport diversi fra loro?
Mi alleno tutti i giorni tranne la domenica, e ogni giorno mi alleno in tre sport, due al mattino e uno al pomeriggio. Richiede tanto tempo ed energie fisiche e mentali, ma tiene sempre alta l’attenzione e l’interesse. Insomma, non è affatto noioso.
C’è uno sport che preferisci? E come incidono le varie discipline?
Probabilmente la più importante è la scherma: se fai una buona gara lì, l’intera gara si indirizza bene. Poi ovviamente ognuno ha le sue caratteristiche, e quindi ha la disciplina che assolutamente non deve sbagliare perchè sono le “colonne” della tua gara. Per me sono appunto la scherma e poi la combinata di tiro e corsa, che mi ha sempre dato soddisfazioni e mi piace anche praticare. La trovo spettacolare e più interessante delle due gare separate di prima.
Cosa diresti a un ragazzo per convincerlo a praticare il pentathlon?
Innanzitutto, la cosa importante è praticare uno sport, sia a livello fisico sia mentale. Per il pentathlon, può essere l’ideale per chi ha obiettivi ambiziosi e tanta pazienza. Servono infatti molti anni per arrivare ad alti livelli, è difficile ottenere risultati a 20 anni. Io ad esempio lo pratico da quando avevo circa 12-13 anni ma è soltanto da 2 o 3 anni che sto avendo soddisfazioni concrete.
(Mauro Mantegazza)