Tappa di “transizione” quella del Tour de France di oggi: 158,5 chilometri nella regione dei midi Pirenei con arrivo nei pressi dell’Oceano Atlantico, a Pau. La vittoria è andata a Pierrick Fedrigo, 33enne francese che è stato autore di una fuga iniziata a 90 chilometri dal taguardo: Fedrigo si è portato dietro altri quattro uomini (poi è rientrato anche Sorensen), ma alla fine si è staccato insieme all’americano Vande Velde, riuscendo ad avere la meglio in una volata a due (clicca qui per la cronaca, l’ordine d’arrivo e la classifica generale). Protagonista è stato anche Thomas Voeckler, che ha vinto tutti gli sprint per i tre Gran Premi della Montagna presenti sul percorso. Come ci si aspettava, le prime posizioni sono rimaste immutate: il gruppo maglia gialla è arrivato al traguardo con più di dieci minuti di ritardo, in tutto relax. Ora ci sarà il giorno di riposo, e poi la salita sui Pirenei: si gioca in questi giorni la corsa alla maglia gialla, con Wiggins grande favorito al di là del vantaggio in classifica su Froome, Nibali e Evans, dato dalla cronometro che lo vede un passo avanti agli altri. Per commentare la tappa odierna e gettare uno sguardo sulla Grand Boucle 2012 abbiamo contattato Roberto Damiani, general manager della Lampre – ISD, squadra impegnata nella corsa. Ecco le sue parole, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net:
Bella fuga quella di oggi: come giudica l’azione di Fedrigo e dei suoi “compagni” di giornata?
A questo punto del Tour, ci sono due corse distinte: quella per la maglia gialla, e quella per la vittoria di tappa. L’azione di Fedrigo è stata ottima, hanno fatto un bel lavoro tutti e sei. Mi dispiace che Stortoni sia arrivato ad un passo dall’entrare nella fuga, ma si è trattato comunque di un’azione notevole, poi Fedrigo e gli altri se la sono giocata alla fine.
Domani c’è il riposo: tra gli uomini di testa, c’è qualcuno che ne gioverà di più?
Direi che a questo punto del Tour un bel giorno di riposo fa bene a tutti; anzi, a quattro giorni dalla fine, forse il riposo sarebbe stato meglio si fosse fatto oggi. Ben venga questo nuovo ciclismo, ma è veramente importantissimo recuperare anche un giorno di più.
Poi cosa ci dobbiamo aspettare?
Sicuramente le ultime battaglie sui Pirenei mercoledi e giovedi, con chi sta dietro in classifica che attaccherà. Poi la cronometro sarà come al solito, e forse più di altri anni, decisiva, e infine si arriverà a Parigi con la classifica già definita.
Froome ha sempre detto di essere qui per aiutare Wiggins: se però il suo capitano dovesse essere in difficoltà, potrebbero cambiare le strategie del Team Sky?
Io penso che una squadra che ha investito tanto sul Tour de France abbia come priorità quella di vincere la corsa. Probabilmente Sky ha in mente di vincerlo con Wiggins, che è una sorta di esempio nazionale e mi ha positivamente colpito con quell’intervista sulla sua filosofia di interpretare il ciclismo; però se dovesse andare in crisi…
E’ possibile, a questo punto?
Sì, il ciclismo ci insegna che può sempre succedere. Dovesse andare così, io come priorità lascerei la vittoria del Tour con la Sky. Se poi sarà Wiggins tanto meglio, dovesse arrivare Froome, credo che l’obiettivo numero uno debba sempre essere la vittoria di squadra.
Quindi, la squadra conta più del singolo?
Assolutamente: nella mia maniera di concepire il ciclismo, la squadra arriva prima del corridore.
(Claudio Franceschini)