E’ arrivata ieri sera la notizia che scuote le fondamenta, nuovamente, del mondo del ciclismo. Attenzione: non una cosa clamorosa, non stiamo parlando della maglia gialla squalificata o dei famosi blitz notturni (ricorderete quello che coinvolse la Festina di Richard Virenque), ma quando c’è un corridore famoso coinvolto in storie di doping, la cosa fa comunque scalpore. Anche adesso, in anni nei quali le squalifiche per aver assunto sostanze proibite sono – quasi – all’ordine del giorno. Comunque: già lo scorso martedi, durante il primo giorno di riposo, era stato arrestato il francese Remy Di Gregorio, nell’ambito di un’inchiesta legata al commercio e alle pratiche doping. Stavolta, durante la seconda pausa della Grand Boucle, ad essere finito nella rete della positività è stato Frank Schleck, lussemburghese di 32 anni e fratello di Andy, che quest’anno non partecipa alla corsa transalpina per un infortunio. Nel 2011 i due erano finiti a braccetto sul podio (Frank terzo) dietro l’australiano Cadel Evans; si tratta quindi di un nome grosso, anche se quest’anno la classifica lo vedeva attualmente al nono posto con 9’45” di ritardo dal leader Bradley Wiggins, non in posizione adatta per finire nei primi tre dunque. L’UCI ha rilasciato un comunicato che recitava “Risultato d’analisi anormale per Frank Schleck”; la sua squadra, RadioShack, ha saputo la cosa mentre i corridori stavano cenando. La polizia si è presentata abbastanza celermente presso l’hotel Villa Navarre di Pau (dove la corsa è arrivata due giorni fa: siamo nella regione dei Pirenei Atlantici) e il lussemburghese si è subito seduto davanti a gendarmi per esporre la sua situazione e tentare di chiarirsi, cosa prevista dal regolamento. E’ venuto fuori che il test si riferisce alla tappa numero 14, quella con arrivo al Cap D’Adge e vittoria di Greipel. Quel giorno Schleck aveva chiuso nel primo gruppo di inseguitori, dunque non facendosi particolarmente notare. Tant’è: la sostanza incriminata, riscontrata nelle urine del ciclista e “stanata” dal laboratorio addetto alle analisi, è lo Xipamide, ovvero un diuretico. Circola già, tuttavia, l’ipotesi che tale sostanza abbia in realtà avuto la funzione di nascondere qualcosa di ben più illegale, se non addirittura trasfusioni di sangue. L’UCI, ad ogni modo, per sostanze del genere non disciplina la sospensione immediata;
Tutt’al più, è possibile che a seconda della gravità del fatto si possa pagare una multa o essere squalificati per due anni. Tecnicamente dunque Schleck avrebbe potuto continuare, ma qui è stato il suo team a imporgli lo stop. Perchè? Lo ha spiegato Joahn Bruyneel, già coinvolto nel caso Armstrong: “Frank si ferma per il bene suo, della squadra e del Tour”, così a La Gazzetta dello Sport. E Flavio Becca, patron di Radio Shack, ha aggiunto: “Non ci spieghiamo la positività: lo Xipamide non rientra tra le sostanze presenti nelle medicine del team”. Ma sull’innocenza di Frank Schleck giura suo fratello Andy:“Non ha preso niente, sono sicuro, lo dico sulla mia vita e sulla mia famiglia”. Vedremo se sarà così.