Finale anticipata? Per alcuni, sì: Serena Williams-Petra Kvitova è il quarto di finale femminile più interessante di questo Wimbledon 2012, che ci sta regalando una sorpresa dietro l’altra ma, almeno tra le donne, sta più o meno confermando i risultati dello scorso anno. Si gioca ovviamente sul campo centrale (quindi non c’è rischio pioggia: c’è il tetto che richiede 30-35 minuti per la chiusura completa, ma immaginiamo non verrà nemmeno aperto). Distanza dei due set su tre, che favorisce in questo momento Petra Kvitova, perchè Serena non è in perfette condizioni fisiche e lo ha dimostrato nelle ultime due partite. Diverso il discorso per la ceca, che oltre agli otto anni e mezzo in meno dell’avversaria ha un fisico che la aiuta forse di più a sopportare delle maratone. Per molti, come detto, chi uscirà vincitrice da questa partita avrà poi strada spianata verso finale e titolo, anche se il rischio è quello di una gara lunga che sfianchi oltre misura (come ci ha raccontato Vittorio Campanile, clicca qui per l’intervista esclusiva). In campo ci sono cinque titoli di Wimbledon: ne ha vinti quattro Serena Williams, uno la Kvitova, che è la campionessa uscente e ha un gioco adattissimo all’erba. I precedenti sono due, di cui uno sull’erba: li ha vinti entrambi Serena.
Serena Williams è la favorita del torneo: lo è diventata dopo l’eliminazione di Maria Sharapova, caduta ieri nell’ottavo contro la Lisicki (clicca qui per i risultati). Del resto la tennista americana, 31 anni a settembre, è una habituée di successi a Wimbledon: ha ottenuto quattro vittorie, l’ultima delle quali nel 2010. Non sempre supportata da una condizione fisica adeguata, è opinione comune che Serena abbia vinto anche meno tornei di quelli che il suo valore avrebbe potuto concederle. In totale sono 13 titoli del Grande Slam, l’ultimo il già citato Wimbledon 2010. Inoltre, è l’ultima tennista ad aver centrato la vittoria a Parigi e Londra nello stesso anno: le riuscì nel 2002, da allora nessun’altra ce l’ha più fatta e anche quest’anno sarà così. Qui, Serena ha anche due finali perse: nel 2004 si fece prendere a pallate da una 17enne Maria Sharapova, quattro anni più tardi cedette a Venus in una delle tante finali in famiglia di quegli anni (ma ha bilancio favorevole nei totali: sei vittorie, tre delle quali a Londra, e due sconfitte). In questo torneo Serena, oggi numero 6 del mondo, ha dovuto faticare non poco per arrivare ai quarti: nei primi due turni pochi problemi contro Zahlavova Strycova e Czink, poi due autentiche maratone al terzo e quarto turno. La cinese Zheng è andata vicina al colpo grosso, vincendo il primo set e cedendo solo 9-7 al terzo; la Shvedova, anche lei non al top ma reduce dal Golden Set contro Sara Errani (24 punti a zero per chiudere il parziale), l’ha costretta al 7-5 nel set decisivo. Serena non sta benissimo, soprattutto a livello di fiducia si è detta non al top, ma è una campionessa e resta la grande favorita per la vittoria, non solo oggi ma anche nella finale (eventuale) di sabato.
Di fronte, però, c’è Petra Kvitova. Che, innanzitutto, è la campionessa in carica: bisogna fare i conti con la 22enne ceca prima di poter pensare di alzare il trofeo di Wimbledon. Quello dell’anno scorso sull’erba londinese (contro Maria Sharapova) resta l’unico successo in un torneo del Grande Slam per Petra, arrivato alla prima finale che è poi rimasta l’unica: per il resto ci sono due semifinali centrate quest’anno in Australia e al Roland Garros, e un quarto turno agli US Open. Un’esplosione, quindi, avvenuta nel 2011 per questa mancina che, inevitabilmente, ha scatenato innumerevoli paragoni con Martina Navratilova, ceca come lei (anche se poi naturalizzata americana), mancina come lei e vincente da giovane a Wimbledon. Naturalmente il paragone suona oggi impietoso per Martina, ma la Kvitova pratica un gioco di grande impatto da fondo campo e sa prendere molto bene la rete, quello che serve per trionfare qui. La gara con la Schiavone ha mostrato qualche piccola crepa in lei: se trova avversarie che le rispondono colpo su colpo, si innervosisce e sballa i colpi. Però, dalla difficile situazione contro Francesca è uscita con la classe della campionessa: sotto di un set e un break, ha finito per vincere 6-1 al terzo. Ecco perchè Serena Williams, oggi, non la può sottovalutare: la Kvitova, delle otto tenniste rimaste in corsa, è quella che, forse insieme alla Azarenka, ha mostrato il tennis migliore in questi dieci giorni di Wimbledon, e se c’è una che può resistere al turbinio da fondo campo di Serena è proprio lei. La Kvitova, peraltro, si è già presa la Federation Cup con la Repubblica Ceca, oggi è numero 4 del mondo ma, con la caduta della Sharapova, può ambire al primo posto. Il problema poi, con questo tennis femminile ondivago, sarà rimanerci.
Una finale anticipata: siamo concordi con chi ha dato questa definizione. Non ce ne vogliano le altre tenniste in corsa per un posto in finale, tutte meritevoli di essere ai quarti di finale: Williams e Kvitova hanno qualcosa in più. Poi, in una partita di tennis può succedere di tutto, e soprattutto a livello mentale le situazioni possono girare in un amen per qualunque particolare in apparenza secondario. Per chi vince c’è una semifinale ad alta tensione contro, probabilmente, Victoria Azarenka, che sfida l’unica non testa di serie ancora “viva”, la Paszek. La sensazione è che chi la spunterà nella parte bassa del tabellone di Wimbledon sarà anche quella che vincerà il torneo. Sulla carta, certo. Quindi, Serena Williams e Petra Kvitova sanno di giocarsi oggi una bella fetta delle loro possibilità londinesi. Ma ora, la parola al campo, perchè la partita sta per iniziare: segui e commenta la diretta del nostro sito.
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