Il torneo di Wimbledon 2012 è finito oggi pomeriggio. Ha vinto Roger Federer, che si è imposto in finale su Andy Murray con il punteggio di 4-6, 7-5, 6-3, 6-4 (clicca qui per la cronaca della partita). Lo svizzero è nella leggenda: oltre a tornare sul tetto del mondo, vince il diciassettesimo torneo dello Slam, il settimo sull’erba di Wimbledon, che lo equipara al record assoluto di Pete Sampras, che supererà per numero di settimane in vetta al ranking ATP. Il Re è tornato, ma onore a Andy Murray, che ha iniziato la partita come se non ci fosse un domani, ha messo paura a Roger e per larghi tratti dell’incontro è sembrato potersi staccare per prendersi un successo. Non ce l’ha fatta, ma la clamorosa ovazione tributatagli dal pubblico del centrale dice tutto di un giocatore che, come lo stesso Federer ha detto al momento della premiazione, sicuramente vincerà un torneo dello Slam. Per commentare questa bellissima finale abbiamo contattato Giorgio Galimberti, tennista italiano tra i più presenti negli incontri di Coppa Davis della nostra Nazionale. Ecco le sue parole, nell’intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net:
Domanda banale, ma di rito: Federer ha meritato la vittoria?
Sicuramente. Roger ha iniziato il torneo non giocando benissimo, ma procedendo e raggiungendo le partite salienti ha trovato un tennis fantastico. Anche oggi, nonostante abbia perso il primo set, sapeva benissimo che avrebbe potuto vincere. Dalla fine del secondo set ha avuto in mano la partita: gioco sempre profondo e molto bene in difesa, e poi non ha accettato di scambiare da fondo con Murray.
E’ stata una chiave, questa?
Ho notato che Roger provava molto spesso a scendere a rete all’inizio dello scambio, molto più oggi che nei giorni precedenti. La sua strategia è stata questa, insieme al servizio. Murray da fondo gioca in modo fastidiosissimo, soprattutto sul rovescio; Federer non ha avuto intenzione di mettersi a lottare così, gli ha voluto annientare il punto forte, obbligando Murray a colpi difficili. Insomma, ha interpretato la partita in modo perfetto. E se non lo fa lui, chi lo deve fare?
Merita quindi di tornare numero 1 del mondo?
Lo ha dimostrato oggi: chi avrebbe immaginato, due anni fa, che con l’esplosione di Djokovic e la costanza di Nadal sarebbe potuto tornare ai vertici? Invece, eccolo qui.
Federer ha servito benissimo: quanto ha influito quel 69% di prime palle in campo?
Tra i due, se guardiamo la risposta come colpo, chi ce l’ha migliore è probabilmente Murray: più solita e con i piedi dentro il campo. Proprio per questo Federer sa benissimo che non poteva affidarsi alla seconda palla. C’è stato un momento nel primo set, sul 4-3, in cui Federer aveva 0/9 sulla seconda palla. Roger ha capito che non poteva andare avanti così, ed è stato capace di alzare il suo livello.
Però il servizio di Federer non è potentissimo…
No, però è talmente vario che non riesci mai a leggere la traiettoria, perchè ha un lancio di palla sempre uguale. La percentuale si è alzata, la precisione è una caratteristica di sempre: Roger utilizza il servizio da 12 anni, è una delle sue armi.
Quanto ha influito la copertura del campo, sia come attesa che come condizioni diverse con cui si è continuato a giocare?
Non posso dirlo con assoluta certezza: non c’è la controprova. Però, il servizio quando giochi indoor diventa davvero tosto, per cui uno come Federer, che fa del servizio un colpo fondamentale nel suo gioco, è stato avantaggiato. In percentuale, direi che un 20% gliel’ha dato.
Murray esce sconfitto ma a testa altissima: ha ancora margini di miglioramento, oppure questo è il suo massimo?
Lui è un top player: mi dispiace aver visto Murray perdere la finale, non mi è mai capitato di vedere un giocatore che davanti a tutto il mondo non riesce a dire due parole di fila perchè è in lacrime. Sicuramente Andy si prenderà qualche Slam, anzi: questa finale gli darà un’energia ulteriore. Perdere oggi ci poteva stare, in futuro potrà dare fastidio anche a Nadal e Djokovic.
A proposito di futuro: abbiamo qualche giovane che si può affacciare a dare fastidio a questi quattro?
E’ presto per dirlo, ci sono dei buoni giocatori ma in questo 2012 posso dire che dopo due o tre anni siamo tornati ai Fab Four: Murray, dopo il torneo che ha giocato e certe cose fatte vedere soprattutto contro Ferrer, è tornato un giocatore che adesso può impensierire gli altri tre. Questi sono mostri, poi ci sono gli altri.
(Claudio Franceschini)