19 medaglie conquistate alle varie Olimpiadi sono veramente tante. Lui, Michael Phelps, ha stabilito un record difficilmente battibile in futuro, superando la ginnasta russa Larisa Latynina che in precedenza ne aveva conquistate 18. Il cannibale di Baltimora aveva conquistato precedentemente 6 ori e 2 bronzi ad Atene, poi 8 ori a Pechino. Ora l’argento nel 200 delfino, l’argento nella staffetta 4×100 stile libero e l’oro nella staffetta 4×200 stile libero a Londra 2012 che gli ha consentito di superare la Latynina. Cosa dire di un fenomeno di questo genere dello sport? Non ci sono parole per descrivere le sue imprese. Per un commento sul record di Michael Phelps abbiamo contattato Giorgio Lamberti, uno dei più grandi nuotatori dello sport azzurro, primo a vincere un Mondiale per l’Italia a Perth nel 1991 e inserito nella Hall of fame del nuoto internazionale nel 2004. Eccolo in questa intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net.



Michael Phelps è uno dei più grandi nella storia dello sport?

Direi proprio di si, le cose che sta facendo sono incredibili. E’ veramente entrato nella leggenda dello sport conquistando il record di medaglie all’Olimpiade: 19 sono veramente tante.

Quali sono i segreti delle sue medaglie?

Talento, tanto talento, preparazione, professionalità, spirito di sacrificio, tutti elementi che si uniscono e hanno formato un grandissimo campione.



E’ possibile fare un confronto con Mark Spitz?

E’ difficile fare confronti con atleti di altre epoche, anche perchè adesso la preparazione nel nuoto è veramente migliorata. Certo, restano entrambi grandissimi campioni che hanno caratterizzato la storia di questo sport. Se si pensa per esempio che a Pechino Phelps aveva conquistato 8 medaglie d’oro, si comprende la grandezza di questo personaggio.

Più forte di Clay e Jesse Owens?

No, non si possono fare paragoni con atleti di altre discipline sportive. Sono tutti eccezionali, sono atleti che ormai fanno parte della leggenda dello sport. Ma i paragoni li eviterei, sinceramente.



Un grande record, ma è anche vero che finora, a Londra, Phelps è stato battuto già due volte…

Ha perso nei 200 delfino per un’inezia, e non si è rivelato il Phelps che fino in fondo tutti conosciamo. Ma resta lo stesso un atleta grandissimo, in grado ancora di aumentare il suo bottino di medaglie.

Quanto conta la preparazione nei successi di Phelps?

Tantissimo, come dicevo prima, perchè ci vuole tantissima volontà ad affrontare tutti i giorni sedute quotidiane di allenamenti, fare vasche su vasche. Ci vuole appunto tanto impegno e tanta professionalità. Una cosa che gli ha consentito di arrivare ai suoi grandi livelli.

Phelps ha deciso di ritirarsi dopo Londra. Come mai, secondo lei?

Lo capisco, non è facile essere sempre lì, pronto ad affrontare uno sport così faticoso come il nuoto, ad allenarsi tutti i giorni con grandi obiettivi. Viene anche il momento di staccare e dedicarsi ad altro.

Sarà possibile che un atleta italiano in futuro eguagli o superi le sue vittorie?

Tutto è possibile, può sempre venire fuori in una nazione un grandissimo talento. Nel nuoto però Phelps è avvantaggiato dal correre le staffette, che sono sempre incetta di medaglia per gli Stati Uniti. Noi abbiamo però Valentina Vezzali che nella scherma ha conquistato medaglie a ripetizione. Anche lei una grandissima dello sport.

Rimane il rammarico per l’Italia per i risultati a questa Olimpiade, in particolare il flop della Pellegrini: quali sono i motivi di tutto questo? Troppa pressione attorno all’atleta, preparazione sbagliata, con troppi allenatori sbagliati?

No, Federica è un tipo forte, non credo che sia la pressione il motivo dei suoi insuccessi. Semmai, posso dirlo da esperto di questo sport, ho visto Federica nuotare male ultimamente: stilisticamente è peggiorata, non era più fluida, sciolta in acqua come un tempo. E rispetto alle altre atlete che avevano un tipo di nuoto molto migliore ha pagato alla grande.

 

(Franco Vittadini)