Alle 23:30 l’Italia otterrà un’altra medaglia, la 22esima qui alle Olimpiadi di Londra: Carlo Molfetta si gioca l’oro olimpico contro il gabonese Anthony Obame. Il ranking favorisce il nostro atleta: è numero 3 del torneo, mentre Obame è numero 5. Il taekwondo, disciplina olimpica da Sidney 2000, letteralmente si traduce “Tecnica di calci e di pugni in volo”, è la discilpina marziale con più praticanti al mondo e risale addirittura, come origini, a 2000 anni fa. Le prime federazioni sono nate negli anni Sessanta, nel 1973 è stata fondata la WTF (World Taekwondo Federation) in Corea del Sud (la stessa arte marziale è coreana) che ottenne grande peso internazionale anche grazie a finanziamenti del governo, e ottenne così il “pass” per essere presente ai Giochi. I combattimenti constano di tre round di due minuti ciascuno, e gli atleti hanno lo scopo di colpire l’avversario con calci e pugni, che devono avere un certo livello di potenza e precisione per ottenere l’assegnazione dei punti. Un punto (due se in rotazione) per calci o pugni sulla corazza, tre (quattro se con rotazione) per soli calci sull’elmetto (compreso il collo). Naturalmente, vince l’incontro chi ottiene più punti alla fine dei tre round. La disciplina comprende un rituale molto “ferreo”, fatto di inchini ad avversario, arbitro e allenatori, e lo stesso giudice di gara si inchina ogni qual volta si rivolge ai tecnici che hanno il compito di rivedere alcuni momenti dubbi alla moviola (gli allenatori infatti possono esibire un cartellino se ritengono che l’arbitro abbia preso una decisione sbagliata e voglia quindi avere la prova del video, come succede anche nella scherma, ma anche nel basket e – in modo più semplice con il falco – nel tennis). L’Italia ha vinto due medaglie olimpiche nella disciplina, entrambe con Mauro Sarmiento: argento a Pechino 2008, bronzo proprio qui a Londra.



Carlo Molfetta ha 28 anni, ed è il capitano della nazionale italiana di taekwondo. Si è trasferito a Roma nel 2001, e tuttora fa parte del Centro Sportivo dell’Arma dei Carabineri. Vanta tantissimi titoli a livello europeo e mondiale, gli ultimi della serie sono due bronzi: mondiale nel 2011, continentale nel 2012. Si è presentato al torneo olimpico, che prevedeva incontri a eliminazione diretta, da testa di serie numero 3: al primo turno ha battuto l’ungherese Gulon per 7-3, poi 6-5 emozionante al cinese Liu Xiaobo. In semifinale la grande impresa: contro il maliano Daba Modibo Keita, Molfetta ha iniziato benissimo portandosi sul 3-0 dopo due riprese. Nel finale ha subito un calcio all’elmetto da parte del maliano (azione rivista al video, ma giusto così), poi il punteggio è andato sul 4-4. Nel finale, proprio negli ultimi secondi, Carlo ha piazzato il calcio vincente, con Keita che all’ultimissimo ha provato il calcio ancora sull’elmetto, l’arbitro non ha assegnato e allora ancora moviola: l’arbitro ha dato ragione a noi, avendo visto un colpo di Molfetta. E’ finita 6-4: adesso la finale per l’oro olimpico, che sarebbe la prima per lui alla seconda partecipazione (era presente ad Atene). Dopo scherma e tiro, quindi, anche negli sport di lotta ci facciamo valere: abbiamo già tre medaglie dal pugilato, ora queste due dal taewkando. Naturalmente, ci auguriamo che sia oro. La finale di Carlo Molfetta sta per cominciare, segui e commenta in temporeale.



 

 

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