Le Olimpiadi di Londra 2012 sono state turbate da un grave scandalo nel badminton. Protagoniste della vergognosa vicenda sono state quattro coppie femminili asiatiche. Ricapitoliamo le vicende: ieri erano in programma – tra le altre – le partite dei gruppi eliminatori del torneo di doppio femminile tra le cinesi Wang Xiaoli/Yu Yang e le sud-coreane Jung Kyung Eun/Kim Ha Na e tra l’altra coppia della Corea del Sud Ha Jung Eun/Kim Min Jung contro le indonesiane Meiliana Jauhari/Greysia Polii. Entrambe le partite hanno avuto un andamento inverosimile: 21-0 21-0, nel primo caso in favore delle cinesi e nel secondo a vantaggio delle sud-coreane. Nelle due partite si sono viste scene clamorosamente farsesche, con errori ridicoli da parte delle squadre sconfitte, che a volte buttavano addirittura fuori il “volano” volontariamente, tra i fischi assordanti dell’indignato pubblico della Wembley Arena (a pochissima distanza dal leggendario stadio). Non sono serviti a nulla gli avvertimenti degli arbitri, fino a quando è arrivato l’arbitro capo dell’intero torneo, il danese Torsten Berg, che è sceso in campo per mostrare il cartellino nero alle otto giocatrici. Cartellino nero che significa squalifica dal torneo olimpico, e questo è davvero sensazionale soprattutto per la coppia cinese, numero 1 del ranking mondiale ed ora espulsa dal torneo. Scelta davvero indiscutibile davanti a uno spettacolo grottesco, che le stesse giocatrici non hanno saputo giustificare in alcun modo. La cinese Yu ha di fatto ammesso tutto: “Perchè avremmo dovuto spendere tante energie quando eravamo già qualificate?”. L’obiettivo di Wang/Yu era in realtà quello di evitare fino alla finale l’altra coppia cinese, mentre le sud-coreane si erano “gentilmente” prestate a questo accordo, anche se il loro coach ha provato a scaricare tutto sulle cinesi, accusate di “giocare sporco” (ma con l’evidentissima complicità delle avversarie). Discorso simile nell’altra sfida, in uno sport che le asiatiche considerano “loro proprietà” (come molti europei hanno tenuto a sottolineare), e in cui questa vicenda segna un capitolo molto importante pure per i rapporti di forza. Dunque è diventato un eroe l’arbitro danese – espressione della Nazione europea dove il badminton è più diffuso –, che ha saputo sfidare i colossi asiatici, con una decisione che la Federazione internazionale ha logicamente ratificato.



Anche il Cio e il comitato organizzatore hanno duramente condannato l’episodio; Sebastian Coe ha parlato di “episodio intollerabile”. Cina e Indonesia hanno sportivamente accettato l’esclusione, mentre il reclamo della Corea del Sud è stato velocemente rigettato, in base alle regole 4.5 e 4.16 della Carta Olimpica: il badminton è salito sulla grande ribalta olimpica nel peggior modo possibile.

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