Andiamo a caccia di un’altra medaglia oggi pomeriggio: alle 15, l’Italia osserva Matteo Morandi nella finale del concorso individuale agli anelli (ginnastica artistica). Ci sono 8 finalisti: oltre al nostro Matteo, sono presenti Chen Yibing (Cina), Federico Molinari (Argentina), Aleksandr Balandin (Russia), Iordan Iovtchev (Bulgaria), Tommy Ramos (Porto Rico), Denis Ablyazin (Russia) e Arthur Nabarrete Zanetti (Brasile). E’ previsto un solo esercizio: la durata è di circa un minuto, dunque è necessario che non si perda la concentrazione nemmeno per un istante. E’ il rischio di gare del genere: anni e anni di preparazione, e ci si gioca tutto in pochi attimi. Il regolamento prevede, come da accordo con il Codice dei punteggi, la presenza di 10 difficoltà, tra cui devono necessariamente esserci movimenti di slancio, posizioni di forza, questi due elementi combinati, una combinazione tra due posizioni di forza e l’uscita finale. Per posizione di forza si intende una posizione statica (della durata di qualche secondo) dalla quale si esce appunto con un movimento dinamico. Naturalmente ogni atleta è libero di personalizzare l’esercizio per aumentare il livello di difficoltà e quindi i bonus, ma deve comunque effettuare alcune posizioni di base: croce in verticale, croce/croce in squadra, rondine, rondine inversa, squadra, orizzontale in appoggio a gambe unite, orizzontale in appoggio a gambe divaricate. Come detto, i bonus aumentano quanto più si inseriscono altri elementi, e questo fa anche sì che il Codice dei punteggi sia in costante divenire. 



Quando si parla di anelli, la mente non può che correre immediatamente a Juri Chechi, che si guadagnò il soprannome di Signore degli Anelli dopo il fantastico esercizio che gli valse l’oro olimpico ad Atlanta (poi ci fu anche il bronzo di Atene 2004, inaspettato). Ma Matteo Morandi, 30enne di Vimercate, è sulla buona strada: già nel 2002 aveva vinto il bronzo mondiale a Debrecen (Ungheria) e adesso punta a un’altra medaglia, che sarebbe più prestigiosa. Le qualificazioni fanno ben sperare: una settimana fa Matteo ha ottenuto il secondo miglior punteggio, dietro solo al cinese Yibing Chen, e di un solo decimo: “Non mi interessano i punteggi, ora punto solo alle sensazioni, e quelle sono buone”, ha detto dopo la gara. Oggi la finale: non sarà facile vista la concorrenza, ma Morandi è carico e ce la può fare. E’ reduce dall’argento europeo (nel 2010 fu campione) e da quello al test event olimpico, mentre ai Giochi del Mediterraneo aveva vinto un bronzo individuale e un oro a squadre. E’ sulla breccia da tanti anni Matteo, ma la grande occasione arriva solo oggi. Dobbiamo dire che l’Italia non è particolarmente fortunata in tema di ginnastica artistica e di anelli in particolare: lo stesso Chechi subì due gravi infortuni (uno lo costrinse a rinunciare alla difesa del titolo olimpico nel 2000), ma fu piuttosto clamoroso quello che accadde ad Andrea Coppolino nel 2008, quando a Pechino i giudici gli cancellarono un sacrosanto e meritatissimo podio (ad Atene era successo lo stesso con il bulgaro Jordan Jovtchev, argento dietro al greco padrone di casa: fu Juri Chechi stesso a sottolineare al pubblico come la decisione fosse ingiusta). In quella stessa gara di Pechino, Morandi fu sesto. Purtroppo è un problema comune negli sport che prevedano dei giudici che devono dare dei punteggi: non bisogna fossilizzarsi su questo, c’è una gara da affrontare e Matteo Morandi ha bisogno di sgombrare la mente e concentrarsi unicamente sul suo esercizio. Vedremo se ce la farà, noi facciamo tutti il tifo per lui: la finale degli anelli sta per cominciare, segui e commenta la diretta sul nostro sito.



 

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