“Io mi alleno di meno perché ho più talento“. Quanto piacerebbe ad ognuno di noi poter dire una frase del genere, davanti a un libro o a una porta di calcio? Piace molto a Usain Bolt ripeterlo un’altra volta, con l’ennesima medaglia d’oro al collo, la seconda di queste olimpiadi. E forse nemmeno l’ultima: aspettando la staffetta 4×100 il figlio del vento si gode l’ennesimo trionfo, dopo una gara vinta in scioltezza davanti ai connazionali Yohan Blake e Warren Weir. Ci ha provato, The Beast, allungando le proprie fibre ai limiti della legalità nel tratto centrale della gara. Quando Bolt era già davanti e pensava alla smorfia da esibire al traguardo. Ci abbiamo creduto tutti, per un attimo, al miracolo di Yohan Blake. Giusto il tempo di una falcata, quella impiegata dal re per ristabilire le distanze e concludere la corsa con la facilità irrisoria che lo contraddistingue. 19.32 il tempo di Bolt: non abbatte alcuna frontiera storica ma basta per la seconda medaglia d’oro. Complimenti in ogni caso a Blake, che la frase di cui sopra di Bolt condanna ad una carriera tormentata, forse per sempre all’ombra del fratello rivale che ha solo tre anni più di lui. Per adesso la prende con filosofia: “Grande la mia prima olimpiade, con due argenti. Bolt? Ha corso benissimo, io forse sono stato un po’ troppo lento, lui però è una leggenda. Ringrazio il nostro allenatore (Glen Mills, elogiato anche da Bolt, ndr): con lui il testimone è passato da Asafa (Powell, ndr) a Usain, e un giorno magari passerà a me“. Sul gradino più basso le lacrime di gioia di Warren Weir, che scrive il proprio primato personale in 19.84. Oro a Bolt e podio alla Giamaica: questo ha detto la finale dei 200 metri maschili a Londra 2012. I puma aspettano la staffetta per sferrare l’ultimo morso ai colleghi americani, oggi rappresentati dal quarto posto (con primato stagionale) di Wallace Spearmon che raggrinzisce all’ombra di quei tre. Gli altri? Bene entro i suoi limiti l’olandese Churandy Martina, che ha preceduto Cristophe Lemaitre di diciannove centesimi. Per il francese una gara che tutto sommato non si può definire troppo deludente: troppo largo il divario, fisico e genetico vien da aggiungere, dai maestri d’oltreoceano. A fine gara solito siparietto di Usain Bolt, che si è esibito in flessioni e frizzi e lazzi dopo l’arrivo, ed improvvisato fotografo tra i boati della folla. E’ il primo nella storia a vincere i 100 e i 200 metri in due edizioni dei giochi olimpici. Nella pagina successiva l’ordine di arrivo e i tempi della finale dei 200 metri alle olimpiadi di Londra 2012.
1.Usain Bolt (JAM) 19.32
2.Yohan Blake (JAM) 19.44
3.Warren Weir (JAM) 19.84
4.Wallace Spearmon (USA) 19.90
5.Churandy Martina (OLA) (20.00)
6.Cristophe Lemaitre (FRA) 20.19
7.Alex Quinonez (ECU) 20.57
8.Anaso Jobodwana (SAF) 20.69