Ci ha provato fino all’ultimo la leggendaria Josefa Idem, ma non è bastato: sul traguardo della finale del K1 500 (canoa sprint), l’azzurra, 48 anni il prossimo settembre, è giunta quinta, sia pure a soli tre decimi da un terzo posto che ha tenuto stretto fino allo sprint finale, dove poi è stata beffata. Sfumata la sesta medaglia olimpica, Josefa ha poi annunciato il ritiro ai microfoni di Sky Sport, come del resto era già in previsione. La semifinale di ieri, con la Idem che aveva vinto la sua manche, effettivamente ci faceva sperare in un clamoroso podio, pur se il tempo di entrata in finale era il settimo; ma conoscendo la nostra campionessa, non era così impossibile credere nell’impresa. Ci abbiamo sperato soprattutto dopo aver visto la partenza: di solito è il punto debole di Josefa, stavolta invece è partita benissimo, rimanendo agganciata alle migliori, soprattutto a Inna Osypenko, campionessa olimpica in carica. Ai 250 metri, metà gara, la Idem era ottava, cioè ultima; poi ha semplicemente cambiato passo, come sa fare, ha risalito la china, ha passato canoiste che hanno più o meno la metà dei suoi anni e a 100 metri dall’arrivo era assolutamente in linea con il terzo posto, addirittura mettendo la sua prua in zona bronzo. Purtroppo non è stato sufficiente: proprio negli ultimissimi metri Bridgitte Hartley ha avuto lo scatto in più per prendersi la medaglia, e anche la svedese Sofia Paldanius l’ha superata sulla linea di arrivo. Poco importa: la delusione resta, per una medaglia che sarebbe potuta arrivare, non si può negare. Ma dobbiamo fare solo un grandissimo applauso a un’atleta che alla soglia dei 50 anni riesce ancora a gareggiare con le migliori. Peccato che non la vedremo più in acqua, a sprintare alla ricerca della vittoria: Josefa ha detto basta. “Il mio obiettivo è essere a Rio, tra quattro anni, per commentare le gare che fino a oggi mi hanno vista protagonista”. Poi, nell’analizzare la gara, ha detto: “E’ mancato il guizzo finale. Peccato: perdere la medaglia di bronzo per una questione di tre decimi è una delusione. Negli ultimi istanti ho alzato lo sguardo, ho cercato di capire dov’erano le altre, com’ero messa; sono gli attimi decisivi, purtroppo qualcosa lì ho pagato”. Le hanno fatto notare come la partenza stavolta sia stata positiva:
Un particolare che ha compromesso lo sprint finale? “Ma se fossi partita male e poi non ce l’avessi fatta, si sarebbe detto che era perchè ero partita lenta”. La frase finale è un inno ideale alla sua carriera: “E’ stato bello sognare con voi”. Già, è stato bello; è sempre bello, quando ci sono campioni del genere a farci emozionare così. E pazienza, per una volta, se non è arrivata una medaglia. Mettiamola così: se proprio doveva finire giù dal podio, forse Josefa sarà contenta di non aver preso legno.