Il modo migliore per festeggiare il compleanno era quello di vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi: Daniele Molmenti l’ha fatto. Il campione della canoa slalom, nato il 1° agosto 1984, proprio nello stesso giorno di quest’anno si è laureato campione olimpico (clicca qui per leggere di più, qui per il commento di Antonio Rossi), conquistando a Londra 2012 la vittoria nella prova del K1 slalom. Una vittoria meritata, che corona quattro anni nei quali il friulano ha vinto Mondiali, Europei e Coppa del Mondo, e che lo ripaga dei grandi sacrifici e delle scarse soddisfazioni – almeno dal punto di vista economico e mediatico – che gli sport ‘minori’ riservano anche ai più forti. La canoa italiana ringrazia Molmenti ed ora attende Josefa Idem, che anche nella sua ottava Olimpiade ha raggiunto la finale, che andrà in scena proprio questa mattina. Abbiamo contattato allora Daniele Molmenti, per parlare della sua gara e di quello che sta dietro ad un oro olimpico, ma anche della sua illustre collega (anche se delle gare sprint). Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.



Daniele Molmenti, ci parli di questa sua vittoria alle Olimpiadi…

Una vittoria costruita nel tempo, con tanti sacrifici, tanta passione, frutto del lavoro quotidiano che mi ha permesso di raggiungere questo successo incredibile.

Ha sempre creduto di conquistare la medaglia d’oro?

Devo dire di sì, perché mi sono preparato bene, nel migliore dei modi. Ho infatti collezionato in questi anni una serie di successi importanti, con una vittoria ai Mondiali, una Coppa del Mondo, tre ori Europei più una serie di medaglie infinite.



Quali sono stati i segreti della sua preparazione?
Il segreto è quello di non aver mai mollato, di essermi allenato in qualunque condizione atmosferica, da solo, puntando proprio sul carattere, sullo spirito di sacrificio. Poi mi sono affidato a un grande tecnico come Pierpaolo Ferrazzi, uno che di medaglie olimpiche se ne intende, avendone vinte due, una d’oro a Barcellona e una di bronzo a Sydney.

Ha venduto anche la sua moto per poter prepararsi a Londra 2012…

Diciamo che ho fatto di tutto per presentarmi nel modo migliore a questo appuntamento così importante. Così quando la Federazione ci portò in Australia per un periodo di preparazione di due settimane, io rimasi per due mesi e per pagarmi questo periodo più lungo vendetti la mia moto.



E’ quindi anche appassionato di motociclismo: le piace Valentino Rossi?

E’ vero, sono molto appassionato di motociclismo. Valentino Rossi è senza dubbio un grandissimo campione, anche se ha una personalità che divide. Io sinceramente ammiro molto Stoner.

Tornando alla canoa, cosa pensa di Josefa Idem che ancora una volta si è qualificata per una finale olimpica?

Josefa è eccezionale, fantastica. In un momento in cui lo sport subisce il caso Schwazer, la Idem è un esempio di serietà straordinaria. Otto Olimpiadi, dieci finali.

Secondo lei oggi conquisterà la medaglia?

Sicuramente è pronta sul piano agonistico, e credo poi sia superiore alle sue avversarie mentalmente per la conquista di una medaglia.

Come giudica il livello della canoa italiana?

Direi buono, abbiamo avuto tanti campioni da Antonio Rossi, a Bonomi, a Scarpa, a Josefa Idem. Siamo sicuramente una nazione molto competitiva.

Lei proseguirà fino alle Olimpiadi di Rio de Janeiro per regalarci un’altra medaglia d’oro?
Non lo so ancora cosa farò. Certo, conquistare un’altra medaglia d’oro alle prossime Olimpiadi sarebbe una cosa stupenda.

Ora che è medaglia d’oro cosa vorrebbe chiedere per il suo sport?
Vorrei che fossero costruiti impianti per questo sport in Italia, che consentano agli atleti di non dover andare ad allenarsi all’estero e poter così seguire la preparazione nel proprio paese. Un modo  per lanciare ancora di più questo sport in Italia.

A chi ha dedicato la sua medaglia d’oro?

A Barbara Nadalin, una campionessa di canoa scomparsa tre settimane fa, che è stata il mio primo punto di riferimento per questo sport. 

 

(Franco Vittadini)