Oggi sono state diramate le convocazioni dell’Italia per i  Mondiali di ciclismo che si disputeranno a Valkenburg dal 16 al 23 settembre, giorno in cui si disputerà la prova in linea dei professionisti (clicca qui per leggere le convocazioni azzurre per tutte le gare in programma). Il c.t. Paolo Bettini ha creato una Nazionale che sarà imperniata su Vincenzo Nibali come capitano, e sarà composta anche da molti giovani di talento. Decisione probabilmente inevitabile, dopo la decisione dei vertici della Federciclismo di escludere tutti i corridori che hanno avuto a che fare col doping, e che ha favorito l’approdo in maglia azzurra di ragazzi come Moreno Moser. Per parlare del Mondiale abbiamo quindi sentito Francesco Moser, zio del talento della Liquigas e soprattutto campione del Mondo nel 1977, oltre che due volte secondo nel 1976 e nel 1978. Eccolo quindi in questa intervista a ilsussidiario.net. 



Moser, come vede questo Mondiale?

Vedo un Mondiale difficile, con tante soluzioni, tanti corridori che potrebbero essere protagonisti.
Tra gli azzurri ci sarà anche suo nipote Moreno: possiamo sognare un altro Moser in maglia iridata?

Certo sarebbe bello, ma forse Moreno non ha ancora abbastanza esperienza per vincere un Mondiale e probabilmente non ha nelle gambe una distanza così lunga di 260 chilometri. Certo è un percorso che può adattarsi bene alle sue caratteristiche. Vedremo cosa succederà, considerando che in futuro le occasioni non gli mancheranno. Quello che depone sicuramente a suo favore è la condizione, come conferma il bel secondo posto ottenuto al Gran Premio di Montreal.
Quali sono gli altri corridori italiani che potrebbero fare bene a Valkenburg?



Credo che sia soprattutto Nibali il corridore con maggiori speranze di far bene. Lui è la punta di questa Nazionale improntata sui giovani.
Condivide tutte le convocazioni? Avrebbe convocato altri?

Bettini ha voluto convocare corridori giovani. Ci sono Nibali e Paolini che sono più anziani degli altri corridori in maglia azzurra. Una scelta in linea con le decisioni del commissario tecnico.
Cosa pensa della decisione della Federciclismo di escludere i corridori che abbiano avuto problemi col doping?

La ritengo una scelta un po’ particolare, per così dire. Se tutti avessero preso questa decisione si potrebbe anche capire. Ma così sembra una scelta autolesionista che rischia di essere negativa solo per noi. Sinceramente quindi non la comprendo.



Tornando alla corsa, che giudizio dà del circuito?

Circuito da grande classica del Nord, dove però non sarà facile controllare la corsa, con tanti corridori in grado di far bene e vestire la maglia iridata.
I favoriti quali saranno secondo lei?

Gli spagnoli hanno fatto bene alla Vuelta, poi un Gilbert nella condizione dei suoi momenti migliori farebbe suo sicuramente questo Mondiale. E ci sarà tra i favoriti anche lo slovacco Peter Sagan.
Come bisognerà correre questo Mondiale per vedere una maglia azzurra sul podio?

Se l’Italia intende controllare la corsa, facendo pesare il lavoro di questo mondiale solo su di sé, pagherà sicuramente le conseguenze. Non sarà facile escogitare una tattica, appunto per la possibilità di tanti corridori di far bene, anche per il tipo di corsa che ormai si è delineato nel ciclismo moderno. C’è molta differenza con il ciclismo dei miei tempi. Oggi ci sono molto attendismo, molta pretattica dei corridori che aspettano sempre di partire nelle fasi finali di una gara.
Quali saranno in questo senso le responsabilità di Bettini?

Bettini sicuramente adotterà una tattica con i corridori. Ma saranno gli stessi corridori a decidere l’esito di questa gara. Saranno loro i veri protagonisti di questo Mondiale olandese.

 

(Franco Vittadini)