Si avvicinano i Mondiali di ciclismo su strada che si disputeranno settimana prossima in Olanda, a Valkenburg (clicca qui per leggere tutte le convocazioni), e nella prova in linea femminile le nostre ragazze proveranno a vincere per il quarto anno di fila. Dopo i successi di Tatiana Guderzo nel 2009 e Giorgia Bronzini nel 2010 e nel 2011, battere ancora una volta una super-campionessa come Marianne Vos, che correrà in casa, non sarà certamente facile. Ma chissà che il 22 settembre le nostre ragazze non riescano a fare ancora una volta l’impresa. Per la Bronzini questo Mondiale sembra troppo duro, non ideale per una velocista come lei. La nostra è una squadra giovane, con un nome che spicca tra tutte: quello di Elisa Longo Borghini, autentica speranza del ciclismo femminile italiano. Tra le veterane invece c’è Noemi Cantele, che di Mondiali con la maglia azzurra ne ha fatti veramente tanti. Noemi in un percorso come questo dovrebbe trovarsi bene e giocarsi tutte le sue chance. Sarebbe il giusto coronamento di una carriera vissuta sempre in modo impeccabile. Abbiamo così sentito proprio Noemi Cantele su questo Mondiale olandese. Eccola in questa intervista a ilsussidiario.net.



Convocata per un altro Mondiale: possiamo definirti una realtà ‘storica’ del ciclismo italiano? Sì, bisogna dire che sono una delle atlete più ‘collaudate’ nel gruppo delle azzurre convocate per il Mondiale. Sono all’ennesima esperienza iridata e il fatto che il commissario tecnico Edoardo Salvoldi abbia puntato ancora su di me con una squadra giovane significa che ha fiducia nelle mie possibilità. 



Come giudichi il percorso di Valkenburg? E’ un percorso che mi piace molto, adatto alle mie caratteristiche, certamente più di quello dell’anno scorso a Copenaghen e quindi spero di giocarmi le mie chance di figurare bene in questo Mondiale. Tra l’altro proprio qui a Valkenburg nel 1998 partecipai al Mondiale juniores e quindi per me non è una novità correre su queste strade.

Per la Bronzini sarà possibile puntare al tris iridato? Potrebbe anche essere, ma il c.t. non ha ancora deciso la nostra tattica di gara. Certo la nostra è una squadra giovane, quindi in parte indecifrabile circa il comportamento in corsa. Un nome su cui puntare comunque c’è ed è quello della Longo Borghini, la più promettente delle nostre atlete. Vincere per la quarta volta consecutiva il titolo mondiale, in ogni caso, non sarà certamente facile.



E tu un pensierino alla maglia iridata lo stai facendo? Sì devo ammetterlo, un pensierino lo sto facendo. Sarebbe un sogno vincere, una cosa magnifica, anche se l’anno prossimo il Mondiale si correrà in Toscana e conto di esserci ancora per giocarmi anche lì le mie chance di vittoria.

Le altre italiane come le vedi? Lo ripeto, è una squadra molto giovane, il cui rendimento sarà veramente imprevedibile, non facilmente calcolabile in questo momento.

La Vos correrà in casa… E’ lei la super-favorita. Questo Mondiale vorrà vincerlo a ogni costo, anche per il fatto appunto di correre in Olanda, la sua nazione. Del resto comunque tutta la nazionale olandese sarà molto competitiva in questo Mondiale.

Quali saranno le altre avversarie più temibili?

Tra le favorite vedo la statunitense Stevens e le tedesche che potrebbero veramente fare un grande Mondiale.

E quale sarà il modo ideale di correre questo Mondiale? Bisognerà essere nelle fughe importanti, quelle che decideranno questo Mondiale che si preannuncia molto selettivo. Ma bisognerà nello stesso tempo non spendere troppe energie per non rimanere senza forze nel finale. Poi come al solito sarà nella parte finale della corsa che si deciderà l’esito del Mondiale e lì bisognerà essere pronti a sfruttare ogni occasione.

Tu in volata come sei messa? Nelle volate ristrette posso certamente giocarmela. Non sono al 100% perché ho avuto un periodo di malattia, ma mi sto riprendendo. Devo dire in ogni caso che sono molto motivata e ho voglia di far bene. Il fatto di poter correre senza responsabilità precise, di poter correre come voglio, mi avvantaggia e quindi potrei anche fare qualcosa di veramente importante…

 

(Franco Vittadini)