Una intervista a ‘Vanity Fair’ getta ombre inquietanti sul futuro agonistico di Rafael Nadal. Essendo una rivista non sportiva, il campione spagnolo di tennis ha parlato molto di sé fuori dal campo (vita privata compresa), ma almeno una domanda sulle sue condizioni fisiche e sulle prospettive future della sua carriera non poteva mancare. La risposta di Rafa non è molto rassicurante: “Non so quanto giocherò ancora”. In questo momento Nadal è fermo da tre mesi a causa dei problemi al ginocchio che continuano a tormentarlo, ed è scivolato al numero 4 della classifica mondiale. L’ultima gioia per lo spagnolo risale al Roland Garros, vinto quest’anno per la settima volta. Da quel momento in poi, però, Nadal è entrato in un periodo davvero difficile, e non è facile nemmeno dire quando potrà finire: la tendinite non è un vero e proprio infortunio, ma un problema che può ‘accompagnare’ in modo sgradito la carriera di Nadal, se dovesse diventare cronico. Abbiamo chiesto un commento in proposito all’ex tennista italiano Giorgio Galimberti: ecco cosa ha detto in esclusiva per IlSussidiario.net.
Galimberti, cosa comporta un problema di questo genere a un tennista? Bisogna capire bene a cosa è dovuto, quale ne è la natura. Certo che una tendinite cronica è sicuramente difficile da debellare, anche se non ricordo un tennista importante che si sia ritirato per un infortunio di questo genere, che non è una lesione. Il lungo stop di Nadal ha scatenato pure le malelingue, che ipotizzano anche allontanamenti forzati dal circuito. Io non ci credo, ma è chiaro che questo per Nadal sia un grosso problema. Spero che Rafa non molli, perché lui è molto importante per il mondo del tennis, che vive grazie ai grandi campioni.
Quel che è certo, è che il gioco di Nadal si è sempre basato sul fisico: può essere che Rafa abbia chiesto troppo al suo corpo? Sicuramente è un dato di fatto che Nadal sia un giocatore che consuma tantissimo e mette sotto stress il proprio fisico molto più di un Federer, tanto per intenderci. La carriera di un Nadal non potrà mai essere lunga come quella di un Federer, insomma, perché consuma molto di più in partita e perché il suo modo di giocare comporta sollecitazioni alle articolazioni e ai tendini nettamente superiori – dal punto di vista biomeccanico – rispetto a chi gioca come lo svizzero.
Però immagino che cambiare il suo modo di giocare sia impossibile a 26 anni…Sì, è impossibile. Le caratteristiche e i gesti tecnici ormai per lui sono immagazzinati nella corteccia cerebrale. Può anche provare a cambiarli, ma basta un attimo di distrazione ed ecco che il gesto torna ad essere il tuo naturale: ed è impossibile che in una partita di tennis un giocatore possa pensare solo a come fare i vari gesti tecnici. E il suo dritto, che è fenomenale ma unico, crea tensioni articolari e tendinee che non lo aiutano certamente…
La soluzione dunque può essere ridurre gli impegni come le sorelle Williams?
Sicuramente Nadal dovrà selezionare con cura gli impegni adatti, ma più di tanto non si può tagliare, perché per avere il miglior ranking servono almeno 18 tornei stagionali. Non sono pochi, soprattutto perché di fatto per avere 18 risultati buoni devi giocare un numero ancora maggiore di tornei. Nel tennis maschile è impensabile giocare poco durante l’anno e non allenarsi ad alta intensità per almeno quattro ore al giorno.
Quindi Nadal cosa dovrà fare?
Dovrà curarsi molto, grazie al suo staff medico, che è di prim’ordine. Purtroppo però le sue grosse masse muscolari e gesti tecnici non ideali dal punto di vista biomeccanico non lo aiutano.
La situazione è dunque effettivamente complicata per lui?
Sì, è molto complicata. Di fatto Rafa è fuori fin da Wimbledon, e ciò vuol dire che è di fronte a un problema molto serio. Non avevamo mai visto un giocatore fermo così a lungo per una infiammazione tendinea. Evidentemente è diventata cronica per la voglia di continuare a giocare nei mesi più importanti dell’anno, e adesso i suoi tendini sono messi davvero male…
(Mauro Mantegazza)