Sara Errani per la storia: è il giorno della semifinale del torneo singolare agli Us Open 2012, contro Serena Williams. Mai nessuna italiana si era trovata tra le prime quattro tenniste di Flushing Meadows, se si esclude Maud Rosenbaum, americana di nascita, che centrò il traguardo nle 1930, ben prima dell’era Open. Sarita (soprannome che le deriva dal fatto di allenarsi a Valencia) proverà quindi la grande impresa, a partire dalle 15:45 newyorkesi, quando qui saranno le 21:45: il programma prevede che la sua semifinale sia la seconda, dopo quella della parte alta. Le previsioni, dobbiamo dirlo, non sono per niente favorevoli: la bolognese gioca contro Serena Williams, in questo momento l’avversaria peggiore che potesse capitare. L’americana per le fredde classifiche WTA è la numero 4 al mondo (Sara sarà numero 7 da lunedi), ma è indubbio che quando è al 100% della forma fisica ed è concentrata non ha rivali in grado anche solo di darle fastidio. Purtroppo per la Errani, questo è uno di quei momenti. In più, Sara non ha le armi per mettere in crisi il gioco aggressivo e fatto di bordate di servizio e risposta di Serena: l’altezza, 164 centimetri, la fa andare in difficoltà in battuta, mentre l’avversaria ha in quel colpo un’arma micidiale con il quale non fa entrare le altre nello scambio. Insomma: per avere qualche possibilità in più, la Errani dovrebbe servire benissimo e scommettere su battute forzate e profonde, cosa che sulla carta non appare molto possibile. Però, tutte le partita di tennis partono da 0-0, e allora è lecito pensare, e sperare, che possa succedere di tutto.



Potrebbe succedere, ad esempio, che Serena Williams entri in campo senza voglia, o dando per scontato di avere già vinto. Un esempio: proprio qui, sull’Arthur Ashe un anno fa. Dominò un torneo con la testa di serie numero 28, si trovò di fronte Samantha Stosur nella partita per il titolo e giocò con una sufficienza quasi imbarazzante, facendosi battere in due set e insultando anche la giudice di sedia Eva Asderaki, forse la numero uno della categoria. Un limite, questo, che oltre agli infortuni numerosi (compresa anche un’embolia polmonare) hanno impedito alla minore delle sorelle Williams di vincere ben più dei 14 titoli dello Slam che ha portato a casa (ci sono anche 4 finali perse, due delle quali da Venus). Quello, e un carattere non sempre docile, che le ha fatto guadagnare più di un’antipatia nel circuito, anche per la presenza ingombrante, agli inizi di carriera, di papà Richard; oltre a crearle problemi sul campo. Sempre a New York, nel 2009, resta celebre la minaccia alla malcapitata giudice di linea che aveva chiamato in campo una palla di Kim Clijsters: squalifica immediata, erano le semifinali. Ad ogni modo, Serena ha messo in carniere tre Us Open (l’ultimo risale al 2008), cinque Wimbledon, cinque Australian Open e un Roland Garros, torneo che non vince dal 2002. Nel 2012 è tornata sui livelli che le competono, innanzitutto fisicamente e poi di testa: ha vinto cinque tornei, compreso Wimbledon dove ha spazzato via ogni singolo avversario, pur accusando qualche problema in un paio di partite. Ancora meglio ha fatto alle Olimpiadi: in finale ha triturato Maria Sharapova, non la prima arrivata, con un 6-0 6-1 che ha quasi rivaleggiato con la finale più corta della storia, Graf-Zevereva del Roland Garros 1988, anno del Golden Slam della tedesca. Serena fino a qui non ha mai faticato: eliminate Vandeweghe, Martinez Sanchez, Makarova, Hlavackova (6-0 6-0) e Ivanovic, il tutto senza perdere un set.



Sara Errani naturalmente non è sui livelli della Williams, contro cui peraltro ha sempre perso (0-3 i precedenti); ma nel 2012 è cresciuta tantissimo. A Parigi ha insistito molto sul cambio di racchetta che le ha dato una mano soprattuto a servizio; ma è più probabile che i suoi miglioramenti derivino in larga parte dagli allenamenti costanti (con Pablo Lozano) e soprattutto dai grandi risultati ottenuti in doppio con Roberta Vinci: sette tornei vinti nell’anno, soprattutto il Roland Garros, e altre due finali Slam conquistate, in Australia e qui a Flushing Meadows, dove la coppia azzurra se la vedrà contro le ceche Hlavackova e Hradecka. Sono 6 i titoli di singolare vinti in carriera e, a dimostrazione dei grandi progressi, 4 li ha conquistati da gennaio a oggi: Acapulco, Barcellona, Budapest e Palermo. Certo, sono tutti sulla terra, dove Sara è sicuramente molto più competitiva, come ha dimostrato l’exploit del Roland Garros. Dopo il torneo parigino la Errani è entrata per la prima volta in carriera nella top ten del ranking WTA e, pur avendo fallito a Wimbledon (fuori al terzo turno subendo un Golden Set dalla Shvedova), ha mantenuto la posizione (è stata anche numero nove) e da lunedi conoscerà appunto un nuovo record personale: il numero 7 del ranking. L’abbiamo detto: contro Serena Williams non sarà per niente facile, ed è giusto dire che Sara non parte favorita. Però, il torneo fin qui disputato dalla nostra tennista può far sperare che quantomeno ci metterà il 110% e anche di più: a conti fatti Sarita ha sofferto solo al primo turno contro Garbine Muguruza che le ha anche strappato un set. Poi, marcia trionfale con un gioco molto variato che le ha permesso di mettere in riga Dushevina e Puskova prima di battere ancora Angelique Kerber, numero sei del mondo e tennista tra le più in forma del periodo. Poi, la partita che per lei è stata più difficile, ovvero il derby contro l’amica e compagna di doppio Roberta Vinci; partita nervosa, che Sara ha comandato dall’inizio alla fine. Ora la semifinale: Serena è di un altro pianeta, ma siamo autorizzati a pensare che nello sport può succedere di tutto. Quindi, forza Sara e parola al campo: Sara Errani-Serena Williams sta per cominciare, segui e commenta la diretta della partita sul nostro sito.



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