Una delle nostre eroine della scherma alle Olimpiadi di Londra 2012, la monzese Arianna Errigo, medaglia d’argento individuale nel podio tutto italiano del fioretto con Elisa Di Francisca e Valentina Vezzali e poi medaglia d’oro nella gara a squadre, oltre che vincitrice di tanti altri allori a livello mondiale, europeo e di Coppa del Mondo, è tornata agli onori delle cronache per il burrascoso addio con Giovanni Bortolaso, il suo maestro, che ha lasciato l’atleta italiana dopo ben 10 anni di gare ed allenamenti condivisi. Un addio mal digerito da Arianna, che si è sentita offesa sul piano umano da chi considerava molto più di un tecnico, dal momento che aveva iniziato a seguirla quando Arianna aveva solo 14 anni, l’aveva cresciuta e aiutata a raggiungere queste vittorie. Arianna si è sfogata su Facebook, sentendosi tradita perché aveva fatto di tutto per farlo rientrare in Italia dalla Germania, ma Bortolaso stava già cercando un ingaggio in Russia (clicca qui per leggere di più). Così ora Arianna si troverà a cercare un maestro che possa portarla a disputare una stagione da protagonista, per iniziare nel modo migliore il quadriennio che la porterà a Rio, dove sogna di conquistare l’oro olimpico. Ecco cosa ci ha detto in questa intervista per IlSussidiario.net.



Arianna Errigo, è ancora delusa per l’addio di Giovanni Bortolaso? Devo ammettere che la delusione c’è ancora, 10 anni passati con un maestro che ti ha preso a quattordici anni e poi ha condiviso con te tutti i tuoi successi non sono cosa da poco. Mi ha ferito soprattutto sul piano umano.

Cosa non ti è piaciuto nella modalità del suo addio? Non mi è piaciuto il fatto che lui, dopo aver deciso di lasciare l’Italia perché la sua società di Como era fallita ed essere andato a lavorare in Germania, mi aveva detto che se avesse potuto sarebbe tornato in Italia, ed invece stava già decidendo di andare in Russia.



Però non si può negare che le offerte dei russi fossero economicamente molto favorevoli… Non discuto il fatto che lui, come altri, abbiano fatto questa scelta per avere un ingaggio maggiore. Non si può accusare una pesona di volere un ingaggio più alto. Ma almeno con me Bortolaso poteva comportarsi diversamente ed essere sincero. Proprio questa cosa non mi è piaciuta, oltre al fatto di dovermi trovare improvvisamente un nuovo tecnico che mi seguisse.
Quanto ti mancherà dal punto di vista umano il tuo vecchio maestro?

Abbiamo avuto tanti successi, e con un maestro poi si crea sempre una sintonia speciale: conosce tutto del suo atleta e per me era come un amico e un padre.



Quanto ti peserà invece l’assenza dal punto di vista tecnico? Sul piano tecnico la cosa mi pesa meno, sono abbastanza indipendente e autonoma e sto svolgendo la mia preparazione in questo periodo anche senza un maestro.

Saresti disposta a parlargli personalmente per capire come è andata veramente questa vicenda? Credo che dovrebbe fare lui il primo passo. E’ una scelta che spetta a chi si comporta male. Per ora però non è stato così e non so se lo sarà in futuro.
Ora come pensi di comportarti, a quale tecnico ti affiderai? E’ una scelta che dovrò fare, ma voglio farla con calma, privilegiando in un nuovo maestro l’aspetto umano, che è la prima cosa che conta tra un tecnico e un atleta.
Come Bortolaso, tanti maestri se ne sono andati: cosa perde la scherma italiana? Non penso che possa incidere a breve, almeno per i prossimi appuntamenti. E’ una scelta che è stata fatta dalle altre nazioni perché anche loro vogliono cominciare a vincere come noi. Credo però che potrebbe influire sui ragazzi più giovani, su chi inizia a fare scherma adesso.
In ogni caso vedremo un’Arianna carica e pronta a ripetere i successi del passato? Questo è sicuro. Sono carica, determinata, con l’obiettivo di vincere e far bene, piena di grinta già per i primi appuntamenti di questa stagione, dalla Coppa del Mondo ai Mondiali a Budapest. Ho 24 anni e so di avere una carriera lunga davanti a me. Se pensate a Valentina Vezzali…

Quali sono gli obiettivi principali? L’obiettivo è quello di vincere l’oro olimpico individuale prima o poi, possibilmente già a Rio 2016. Certo, il secondo posto di Londra rimarrà sempre una delusione che mi porto dentro. Ora ho ancora di più voglia di vincere, di combattere e di giocarmi le mie chance.

 

(Franco Vittadini)