Gli Australian Open per gli italiani sono già finiti. Ce lo aspettavamo: le speranze erano poche, soprattutto in quello che, dei quattro tornei dello Slam, è tradizionalmente il più ostico per i nostri colori. L’eliminazione di Sara Errani al primo turno ha tolto all’Italia la più grande carta che si poteva giocare; l’altra, la riponevamo in Andreas Seppi, capace di spingersi fino agli ottavi di finale (come Renzo Furlan nel 1996) e di entrare nella Top 20 per la prima volta in carriera. L’eliminazione di Juan Martin Del Potro gli aveva aperto un’autostrada verso i quarti, ma al casello il nostro si è imbattuto nel francese Chardy (un 2012 in crescita costante) che l’ha mandato a casa dopo aver perso il primo set. Spezzato il sogno anche per Roberta Vinci, che non è andata oltre il terzo turno; con tutta probabilità la tarantina si sarebbe comunque fermata alla partita successiva, anche se le difficoltà incontrate da Vika Azarenka contro la Hampton potevano far sperare. Invece niente: Elena Vesnina (poi triturata 6-1 6-1 dalla bielorussa) ha avuto la meglio in due set. Ci resta la coppia d’oro nel doppio femminile, ma anche qui siamo a rischio: Errani e Vinci se la vedono (in tarda nottata) nei quarti di finale contro le sorelle Williams, inspiegabilmente teste di serie numero 12 del tabellone (hanno pur sempre vinto Wimbledon e Olimpiadi nel 2012: l’ennesima stranezza di un ranking che non convince fino in fondo). A proposito: Serenona ci ha messo poco per arrivare ai quarti di finale del singolare. Nemmeno un’ora, il tempo sufficiente a rullare la pur brava (e meritevole di Top 10) Maria Kirilenko sotto un 6-2 6-0 che conferma lo srepitoso stato di forma dell’americana, che insegue il terzo Slam consecutivo e il 16esimo in carriera. A farle da scudo proverà la connazionale Sloane Stephens, giovanissima ma già fredda come il ghiaccio: al terzo turno ha vinto nettamente la sfida tra teenager contro Laura Robson, poi ha spazzato via l’altra futura promessa Bojana Jovanovski per un quarto di finale da sogno. Andiamo verso una semifinale Azarenka-Williams, riedizione della strepitosa finale di Flushing Meadows: attenzione però alla vecchia volpe Kuznetsova, che ha eliminato una Caroline Wozniacki cui manca sempre un centesimo per fare l’euro. Prima però, e cioè domani, sarà il turno di Maria Sharapova: Masha in quattro partite ha perso cinque game, quattro dei quali contro Venus Williams. Agli ottavi ha spazzolato Kirsten Flipkens, brava ad arrampicarsi fino al quarto turno con un tennis piacevole ma decisamente nullo contro la potenza della siberiana. Che ora se la vedrà con la Makarova, a sorpresa vincitrice su Angelique Kerber; a sorpresa ma nemmeno tanto, se consideriamo che la tedesca fa la voce grossa con le meno competitive ma, a discapito del numero 5 nel ranking WTA, le manca sempre qualcosa per esplodere e competere con le migliori. Dall’altra parte la favorita per la semifinale è Agnieszka Radwanska: la polacca si è liberata senza problemi di una Ana Ivanovic in crescita, e adesso incrocia la cinese Na Li, anche lei alla ricerca della forma perduta. Tra gli uomini poche sorprese, anche se ieri Novak Djokovic ha dovuto tirare le due del mattino per avere ragione di un Wawrinka superbo. Lo svizzero meno nobile si è preso il primo set e, prima che gli cedessero le gambe, è andato avanti di un break nel secondo. Mollati lì gli altri due parziali, Wawrkinka ha vinto al tie break il quarto e ha messo paura a Djoker, che è andato a un passo dalla clamorosa eliminazione in almeno tre circostanze. La sua fortuna è stata quella di servire per primo nel quinto set, potendo mettere pressione all’avversario che ha infine ceduto servizio e incontro al 20esimo game del parziale, dopo una battaglia da quattro ore e mezza. Per Nole la maratona rischia di essere decisiva in negativo: nei quarti trova Tomas Berdych, che agli US Open ha fatto fuori Federer, sempre impeccabile in mattinata (quella italiana) e capace di affondare un Milos Raonic la cui affermazione definitiva è rimandata. Il Re se la vedrà con Tsonga, ostico ma pur sempre inferiore, e poi si prepara a quella che sta diventando una partita classica: Andy Murray dovrà prima però superare Chardy, ma ha già dimostrato di essere in grande forma liberandosi di Gilles Simon senza il minimo problema. L’ultimo quarto di finale è un derby spagnolo: David Ferrer ha un’occasione d’oro per centrare la semifinale Slam, se la vedrà contro Almagro che ha approfittato del ritiro di Tipsarevic a gara in corso ma non sembra avere le carte giuste per impensierire il connazionale.
(Claudio Franceschini)
(1) Novak Djokovic (SRB) – (5) Tomas Berdych (CZE)
(4) David Ferrer (SPA) – (10) Nicolas Almagro (SPA)
Jeremy Chardy (FRA) – (3) Andy Murray (GBR)
(7) Jo-Wilfried Tsonga (FRA) – (2) Roger Federer (SUI)
(1) Victoria Azarenka (BLR) – Svetlana Kuznetsova (RUS)
(3) Serena Williams (USA) – (19) Sloane Stephens (USA)
(6) Na Li (CHN) – (4) Agnieszka Radwanska (POL)
(19) Ekaterina Makarova (RUS) – (2) Maria Sharapova (RUS)