La notizia è che non c’è una notizia. La prima semifinale del torneo maschile agli Australian Open è durata 89 minuti, meno di una partita di calcio, e sappiamo bene quanto sia raro che in un incontro ai tre set su cinque possa accadere. Ancora di più se in campo c’erano due delle migliori quattro teste di serie del ranking ATP. Novak Djokovic è il primo finalista del torneo: battuto David Ferrer con il punteggio piuttosto inequivocabile di 6-2, 6-2, 6-1. A ben guardare gli era andata peggio a settembre: allora sul centrale di Flushing Meadows aveva dovuto approfittare di una salvifica interruzione sul finire di primo set (comunque perso) per poi rimontare e distruggere lo spagnolo. Che resta un ottimo giocatore, ma non ha la minima possibilità di competere con i primi quattro del circuito (ci mettiamo anche Rafa Nadal, prossimo al rientro): la sua dote principale è la resistenza fisica che lo rende una sorta di maratoneta della racchetta. Quando trova giocatori che gli rispondono colpo su colpo dal fondo e abbinano anche più potenza e tecnica, c’è poco da sperare. Così la corsa di Ferrer, ancora una volta, si ferma in semifinale: lo spagnolo non ha mai raggiunto l’ultimo atto di uno Slam. Lo ha fatto innumerevoli volte Novak Djokovic, numero uno al mondo, che si conferma dominatore in Australia. A Melbourne il serbo ha già trionfato tre volte: nel 2008 contro Tsonga, nel 2011 contro Murray e nel 2012 contro Nadal in una finale pazzesca durata quasi sei ore. Quest’anno il maiorchino non c’è: Nole nella corsa al suo sesto titolo in un Major Nole dovrà chiedere strada a uno tra Roger Federer e Andy Murray, in campo questa notte. La rivalità tra svizzero e britannico è recente, ma si sta già arricchendo di episodi da libro dei ricordi: a Wimbledon Andy inseguiva il grande sogno di essere il primo idolo di casa a vincere i Championships dai tempi di Fred Perry. Sembrava l’anno buono, ma Roger cancellò tutto con una partita perfetta, e fu lui a entrare nella storia eguagliando il record di sette titoli inglesi appartenente a Pete Sampras. Un mese più tardi stesso teatro e stessa finale, ma questa volta alle Olimpiadi: rivincita di Murray, medaglia d’oro e Federer che deve rinunciare all’unico allora ancora assente in bacheca. Poi la semifinale al Masters di Istanbul, vinta dal Re senza particolari problemi. I precedenti sono a favore dello scozzese: 



10-9, e sul cemento il dato dice 9-8 sempre per Murray. Se dovesse vincere il britannico, assisteremmo alla riedizione della finale degli US Open, quando Andy vinse il primo Slam in carriera; sarebbe la terza finale in un Major tra i due (bilancio pari). Tra Federer e Djokovic sarebbe soltanto la seconda finale Slam: nel  agli US Open lo svizzero sconfisse un Djokovic ventenne. I due hanno giocato però tante semifinali: celeberrima quella del 2010 sempre a New York, quando Federer ebbe a disposizione due match point ma Nole li annullò con un paio di risposte sensazionali, vincendo la partita e costringendo Federer a non vincere più nulla fino a Wimbledon 2012, mentre lui si avviava a dominare il  (tre Slam conquistati su quattro). Comunque vada a finire stanotte tra Federer e Murray (da non perdere), la finale sarà uno spettacolo. Sabato mattina invece la finale femminile: Victoria Azarenka sfiderà la cinese Na Li (clicca qui per approfondire).



 

(Claudio Franceschini)

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