La Valanga Azzurra è tornata. Non ci può più essere ombra di dubbio: i velocisti italiani sono i più forti del mondo in questa stagione. Dominik Paris ha messo il sigillo cogliendo la vittoria più prestigiosa dell’anno, quella sulla mitica Streif di Kitzbuhel: l’Austria intera si ferma per vedere questa gara, la più attesa della Coppa del Mondo per tutti gli amanti dello sci, quella che secondo molti vale persino più di un oro mondiale. Ebbene, questa volta la pista più famosa del mondo ha incoronato un italiano: per rendere le dimensioni dell’impresa, solo Kristian Ghedina (nel 1998) ci era riuscito nella storia dello sci italiano. Ma non si tratta certo di un acuto isolato: il giovane altoatesino quest’anno è definitivamente esploso ai massimi livelli. Meno di un mese fa aveva infatti vinto sulla Stelvio di Bormio, e la classifica di coppa di specialità lo vede ora al primo posto davanti a Svindal (oggi opaco): Kitzbuhel ha “soltanto” sigillato il suo ingresso tra i grandi dello sci, che ci si aspettava viste le sue grandi doti di scivolatore. Quest’anno però Paris ha dimostrato di essere diventato fortissimo anche tecnicamente. Se ai due successi di Paris aggiungiamo i due di Christof Innerhofer, a novembre a Beaver Creek e una sola settimana fa a Wengen, la conclusione è semplice: l’Italia è la nazione di riferimento in discesa, e per di più non per merito di un solo fenomeno come era ai tempi di Alberto Tomba in slalom e gigante. Questa stagione si candida ad essere la migliore di sempre per gli azzurri nelle discipline veloci, e ai Mondiali di Schladming potrebbe arrivare la ciliegina su una torta che però – è bene dirlo – è già eccezionale ora. Dominik ha costruito la sua vittoria con un finale eccezionale: infatti all’ultimo intermedio gli stavano davanti sia il canadese Erik Guay (alla fine secondo, staccato di 13 centesimi) sia l’austriaco Hannes Reichelt (terzo a 36/100), che però si sono dovuti inchinare al gran finale dell’azzurro, nato a Merano il 14 aprile 1989. La gara sulla Streif ha dunque regalato il solito grande spettacolo, anche se purtroppo una delle emozioni più forti è arrivata dal brutto volo di Peter Fill, di cui naturalmente avremmo fatto volentieri a meno: per fortuna l’azzurro non ha subito particolari danni nello spettacolare salto mortale all’indietro con cui ci ha fatto trattenere il respiro, e si è rialzato quasi subito.
Per quanto riguarda gli altri azzurri, discreto dodicesimo posto per Werner Heel, ottimo tredicesimo posto per Siegmar Klotz, mentre Christof Innerhofer si è dovuto accontentare del ventunesimo posto, dopo che è stato costretto a prendere il via dopo il numero 45 a seguito della penalità che ha subito giovedì in prova e che aveva scatenato forti polemiche. Peccato, perché la giornata di oggi poteva essere ancora più bella. Ma ci ha pensato Paris a far suonare l’inno di Mameli nella culla dello sci: “Non ci posso credere – ha confessato alla televisione austriaca nell’intervista al termine della gara, ancora nell’angolo del leader -. E’ troppo bello. È una sensazione meravigliosa”. Grazie a te, Dominik, la Streif quest’anno è azzurra.
1. Dominik PARIS (Ita) 1’57”56
2. Erik GUAY (Can) a 13/100
3. Hannes REICHELT (Aut) a 36/100
4. Andrej SPORN (Slo) a 58/100
5. David POISSON (Fra) a 60/100
12. Werner HEEL (Ita) A 1”25
13. Siegmar KLOTZ (Ita) a 1”26
21. Christof INNERHOFER (Ita) a 1”92
25. Matteo MARSAGLIA (Ita) a 2”27
1. Marcel HIRSCHER (Aut) 935
2. Aksel Lund SVINDAL (Nor) 873
3. Ted LIGETY (Usa) 736
1. Dominik PARIS (Ita) 317
2. Aksel Lund SVINDAL (Nor) 311
3. Klaus KROELL (Aut) 257
(Mauro Mantegazza)