E’ nato a Cttadella il primo febbraio del 1996 e, che avesse il tennis nel destino, lo si era capito da subito: papà Luca infatti è presidente del tennis club di Porto San Giorgio, la città in provincia di Fermo nella quale è cresciuto insieme anche a mamma Carlotta, pure lei sportiva (e versatile: è stata nazionale di sci e pallamano). Forse Gianluigi Quinzi è un predestinato, o forse è uno dei tanti che, spinti dalla passione dei genitori, coltiva nell’infanzia e nell’adolescenza il sogno di diventare, un giorno, un campione. La risposta potremo averla solo tra qualche anno, ma intanto lui si toglie una bella soddisfazione: a nemmeno 17 anni diventa numero 1 al mondo nella categoria juniores. Le tappe è abituato a bruciarle: dopo avere abbandonato lo sci a sette anni per dedicarsi alla racchetta (quella con cui colpire la pallina gialla), l’anno seguente lo nota un certo Nick Bollettieri, il cui nome non ha bisogno di presentazioni per chi mastica tennis. Per gli altri, basti dire che si tratta del proprietario di una delle academy più famose al mondo, se non la più famosa. In Florida Quinzi va a giocare un torneo riservato agli Under 10 – il Little Mo – e lo vince, eguagliando nomi divenuti poi celebri nei circuiti pro: Serena Williams e Andy Roddick. Passano cinque anni, ed ecco che entra nelle classifiche Itf Junior, più giovane nella storia a riuscirci. Il tempo scorre, ma Gianluigi non conosce soste: già l’anno seguente apre una striscia di venti vittorie consecutive prendendosi quattro tornei di categoria. Comincia a giocare con regolarità i tornei riservati agli Under 18, ne vince uno (l’Honduras Bowl) ed ecco nel 2010 un altro riconoscimento: quello di Giocatore dell’anno della Federazione europea. Nomi ad aver ottenuto il titolo in precedenza? Richard Gasquet, ma soprattutto Novak Djokovic. Arriviamo ai giorni nostri: con il crescere di risultati e popolarità arrivano anche le prime partecipazioni agli Slam, sempre a livello juniores. Quinzi fallisce il Roland Garros venendo eliminato al terzo turno, ma sull’erba di Wimbledon si spinge fino alle semifinali godendo del seed numero 3: lo batte solo il primo junior al mondo e detentore del torneo, l’australiano Luke Saville. Ma non basta: a fine anno partecipa alla Coppa Davis di categoria e la vince, portando a casa una partita di singolare e il doppio insieme a Filippo Baldi. E’ la prima, storica affermazione dell’Italia juniores in Davis. Oggi non ha ancora compiuto 17 anni ma ha già messo in carniere punti da professionista, e il primo gennaio è stato appunto premiato dalla prima posizione mondiale a livello juniores. Due italiani ci erano riusciti prima di lui: Pistolesi e Trevisan, ma solo a 18 anni. Il dato che deve rendere orgoglioso il nostro tennista, e anche noi italiani, è un altro: nemmeno sua maestà Roger Federer e Nole Djokovic avevano strappato il seed numero 1 in età così precoce. Un altro segno di una carriera da campione in arrivo? La speranza è quella: 



Da troppo tempo l’Italia non ha un tennista nelle primissime posizioni mondiali, da quando gente come Panatta e Pietrangeli non calca più i campi. Starà ora alla supervisione di Edoardo Modica – il coach – e papà Luca (“sono orgogliosissimo di questo risultato”, ha detto) aiutare Glanluigi a coltivare il suo talento e a farlo entrare nel mondo dei professionisti nel giusto modo. Una prima occasione ce l’avrà già questo mese: sarà a Sidney nel torneo di preparazione agli Australian Open, il primo Slam stagionale nel quale, naturalmente, partirà come favorito. Roger Federer sconfisse Pete Sampras a Wimbledon a 20 anni non ancora compiuti, ma nemmeno lui aveva conquistato il mondo juniores così giovane. Se Gianluigi Quinzi manterrà questo passo chissà, potremmo aver trovato un futuro dominatore. Evidentemente le Marche sono una terra fertile per il tennis: in campo femminile abbiamo assistito quest’anno all’exploit di Camila Giorgi, italo-argentina ma, parole sue, al 100% cittadina di Macerata. Ha chiuso la stagione al numero 75 del ranking WTA e, dopo non aver confermato il grande exploit di Wimbledon, è attesa a un 2013 esplosivo 



 

(Claudio Franceschini)

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