In questi giorni si parla molto del doping, e anche se è il ciclismo lo sport maggiormente nel mirino, non si può negare che si parli molto anche del tennis. In particolare, molti sostengono da anni che l’Operacion Puerto spagnola coinvolga anche alcuni tennisti, però va pure detto che si è sempre rimasti nel campo delle ipotesi. Qualche giorno fa però Andy Murray aveva parlato molto chiaro, sostenendo la necessità di aumentare i controlli anche a costo di auto-tassare i premi dei giocatori. Sulla stessa lunghezza d’onda è Roger Federer, che ritiene il passaporto biologico lo strumento migliore per contrastare il doping anche nel suo sport: “Un passaporto biologico è necessario per scoprire quelle sostanze che non possono essere scoperte, ma potrebbero esserlo in futuro e queste rivelazioni potrebbero portare allo scoperto chi inganna. In più, servirebbero maggiori controlli sul sangue al di fuori dai tornei: io dopo gli Australian Open non sono mai stato chiamato per fare dei test e la cosa mi ha sorpreso molto. Negli ultimi tempi abbiamo avuto un caso l’anno circa e spesso per assunzioni inconsapevoli di prodotti vietati: anche reperire dei fondi per per poter realizzare questi controlli è importante, e i tornei dello Slam potrebbero finanziare la ricerca”.



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