Anche Mario Cipollini travolto dal ciclone doping. Una notizia sbattuta in prima pagina sulla Gazzetta dello Sport di oggi e che mette in dubbio le innumerevoli vittorie di uno dei fuoriclasse indiscussi del ciclismo tricolore, velocista tra i più forti di sempre. Nella sua carriera Cipollini ha conquistato 42 tappe al Giro d’Italia, 12 al Tour de France e 3 alla Vuelta di Spagna, oltre a molte importanti classiche come tre Gand-Wevelgem, per non parlare degli indimenticabili trionfi alla Milano-Sanremo e al Mondiale di Zolder nell’indimenticabile 2002, anno segnato però anche da un ritiro a sorpresa a luglio che aveva destato un certo clamore, e che oggi rischia di dover essere riletto in un altro modo. Un anno di vittorie che oggi assume, però, sfumature opache. Sotto accusa, infatti, secondo quanto emerge dalle carte della Guardia Civil spagnola, sono proprio le tabelle del famigerato medico spagnolo Eufemiano Fuentes relative a quell’anno, dove spunta il numero di fax della sua casa di Lucca, con tanto di prefisso che non lascia spazio a dubbi. I segni indicati sulle tabelle sono presto svelati: il pallino vuoto significava anabolizzanti, quello pieno invece Epo, 1000 unità o 500 indicate, invece, da un pallino pieno attraversato da una striscia diagonale. L’asterisco segnalava l’ormone della crescita. Se leggevi IGF era il momento di assumere insulina. Per l’estrazione e la re-infusione di sangue, tutto chiaro, E e R, prima togliere, poi rimettere. Giusto il tempo di ripulire l’organismo dalle scorie e riprendere a volare. È un foglio d’agenda suddiviso in mesi e giorni, compilato con accuratezza da Fuentes che potrebbe sancire la fine del Re Leone, così veniva osannato da fan e addetti ai lavori anche dopo aver abbandonato le scene nel 2005 (con breve rientro nel 2008). Ma lui, Mario Cipollini, non si era mai allontanato dal giro, era tra gli opinionisti proprio della Gazzetta dello Sport, amato e stimato da tutti. I colleghi del giornale rosa, spiazzati dalla notizia trapelata, hanno provato a contattarlo telefonicamente per chiedergli spiegazioni, ma Mario non ha voluto dire nulla prima di conoscere da vicino cosa stava succedendo. È il declino – se tutto verrà confermato – di un altro campione che evapora all’improvviso, quando meno te lo aspetti.
Un’altra macchia indelebile sul ciclismo. Perché Mario Cipollini, secondo quanto emerge dalle carte dell’Operacion Puerto (23 faldoni per 7000 pagine complessive) per schizzare via prima degli altri sul traguardo, avrebbe seguito alla lettera le indicazioni di Asterix e Obelix, rispettivamente il dottor Eufemiano Fuentes e l’ematologo Merino Batres, la coppia di medici che da anni è sotto la lente d’ingrandimento della giustizia spagnola. Non troppo solerte a dire la verità, o forse solerte solo con gli stranieri, da Ivan Basso a Michele Scarponi al tedesco Jan Ullrich, con il solo Alejandro Valverde colpito tra i big spagnoli, e su insistenza del Coni italiano. Comunque, in questa inchiesta sono stati coinvolti 58 corridori. Al centro, 206 sacche di sangue, conservate nei frigoriferi madrileni dell’ematologo Merino. Di queste, 99 sono ancora da identificare. Nei giorni scorsi anche il mondo del calcio è stato coinvolto: si è parlato dei pagamenti a Fuentes denunciati da un ex presidente della Real Sociedad: due milioni di euro pagati al medico in 6 anni di doping, dal 2002 al 2007. E se oggi sotto accusa è finito un intoccabile come Cipollini il sospetto è che le sorprese non siano terminate e che dal cilindro dell’operazione Puerto possano uscire i nomi di altri insospettabili.