Tutto a posto, niente in ordine. Il processo di vendita dell’As Roma procede a ritmi rallentati e, contrariamente alle previsioni, potrebbe chiudersi tra gennaio e febbraio del nuovo anno. Lo ammette anche Piergiorgio Peluso, responsabile Corporate e investment banking Italia di Unicredit. Il processo di vendita, dichiara il dirigente di Piazza Cordusio, “è assolutamente trasparente. Si stanno facendo approfondimenti, è un’operazione complessa e questo spiega che lo slittamento non può non tenere conto anche delle festività natalizie”.
“Nulla di cui preoccuparsi”, assicura Peluso, da mesi regista dell’operazione, anche perché gli acquirenti “ci sono, sono tutti molto interessati e stannoi svolgendo la due diligence”. Ricapitolando, il termine per presentare offerte vincolanti è stato posticipato a fine gennaio 2011 anziché il 15 dicembre, cioè ieri. Con la conseguenza che ne derivano. Il Natale trascorrerà sotto la presidenza Sensi e, come ventilato da Repubblica, con il bilancio in rosso c’è il rischio che, in assenza di garanzie economiche, la Roma si costretta a cedere già a gennaio qualche pezzo pregiato del suo parco calciatori.
Nel frattempo, tra stampa e media, si tenta di fare una conta dei soggetti ancora in corsa per l’acquisto della società capitolina. Il sindaco Alemanno aveva parlato di quattro possibili acquirenti, tutto porta a pensare che siano due italiani (Angelucci e Longarini) e altrettanti stranieri (Americani e arabi). Al momento però, dalle fonti vicine all’operazione non trapela nulla se non il massimo riserbo confermato anche dall’ultimo comunicato di Italpetroli. La holding della famiglia Sensi "non intende, allo stato, fornire maggiori informazioni circa i partecipanti al processo di cessione o il contenuto delle offerte da essi formulate, né intende commentare le indiscrezioni apparse o che potranno apparire sugli organi di stampa in merito". Anche se, come conferma Italpetroli, "sono in corso contatti con un numero limitato di potenziali acquirenti". Quattro o qualcosa di meno?