E’ un Ranieri in versione 4×4 quello che esce dall’Olimpico delle grandi sfide: con il 2-1 di ieri sera, il testaccino si aggiudica i derby da lui finora condotti in due stagioni eguagliando i predecessori Eriksson e Barbesino, con la possibilità di surclassarli a marzo. Qualcuno vedeva la stracittadina del 19 gennaio come figlia di un Dio minore, per via della Coppa Italia, un trofeo di seconda mano, spesso snobbato dai top club. Secondo tradizione, però, il derby si è rivelato tale in tutte le sue sfaccettature: una partita tecnicamente bruttina e nervosa combattuta fino alla fine. Il tutto accompagnato dalle consuete recriminazioni degli sconfitti (“ma il rosso a Juan..”).
Allo stadio oltre 45mila spettatori: niente pienone ma una buona cornice di pubblico, considerando il giorno feriale, le difficoltà logistiche e le limitazioni di accesso alla Tribuna Tevere che, per l’occasione, è stata riservata agli anziani e ai giovanissimi delle scuole calcio. Tra le curve nessuna coreografia, diversi striscioni (soprattutto di sfottò) e la consueta goliardia, (“ciao pastori”, scrive la Sud). L’unico momento di accordo giunge in occasione del minuto di silenzio per l’alpino morto in Afghanistan con le squadre a metà campo e lo stadio in piedi, prima silente e poi scrosciante di applausi. Peccato che durante il raccoglimento un gruppetto di indisciplinati abbia pensato di urlare cori ingiuriosi alla presidentessa Rosella Sensi dalla vicina tribuna Monte Mario.
. Fuori dallo stadio uno spiegamento imponente di forze dell’ordine (oltre 1000) ma soprattutto una mega area pedonale improvvisata da Ponte Milvio a Piazzale Maresciallo Giardino. L’intera zona chiusa al traffico e ai parcheggi ha garantito un regolare afflusso e deflusso dei tifosi, non senza causare disagi in tema di viabilità e posti auto, riempendo di gioia i parcheggiatori abusivi che hanno fatto accomodare le macchine fin sopra le piste ciclabili. Pure con tutte le accortezze del caso non sono mancati gli episodi da annotare sul classico bollettino "di guerra" che tanto fa discutere opinione pubblica e politica :sei arresti e 56 denunce al termine della guerriglia in strada."
Nel prepartita un quindicenne è stato accoltellato nei pressi della Farnesina, cinque ultras biancocelesti sono stati denunciati e le forze dell’ordine hanno sequestrato spranghe e bombe carta: l’armamentario pre-derby prediletto dai facinorosi. L’episodio più inquietante si è però verificato ai danni del pullman della Lazio che, in procinto di entrare nella pancia dell’Olimpico, è stato colpito da un sasso: nessun danno serio, il vetro ha retto ma le schegge hanno colpito il team manager Maurizio Manzini che è sceso con diverse garze a coprire la faccia. Classici episodi di inciviltà, di quelli a cui siamo abituati e forse anche un po’ assuefatti. Di quelli che, nonostante tutto, non mancano mai e rovinano la festa a vincitori e vinti. Tanto che in conferenza stampa lo stesso Claudio Ranieri si è scusato personalmente: "è stato un brutto gesto, sono andato a salutare Manzini".
Nel dopopartita ancora tensioni, tra Lungotevere e ponte Duca D’Aosta quando un gruppo di tifosi giallorossi ha rovesciato pattumiere e lanciato petardi contro le forze dell’ordine: quaranta in fermati. Con l’elicottero della Ps che sorvolava la zona anche dopo la mezzanotte e una strada ancora deserta, controllata a vista dagli agenti. Alla fine è stata festa in campo, almeno per la Roma: la squadra è corsa sotto la Sud, De Rossi si è appeso alla traversa per poi salutare i propri tifosi alzando le quattro dita al cielo (come i derby vinti nelle ultime due stagioni). Simplicio ha continuato a ridere e addirittura Vucinic, osservato speciale degli ultimi giorni, ha ritrovato la gioia e l’ha buttata in poesia: "la Roma si ama. Roma è amore, lo dice la parola stessa".
(Marco Fattorini)