Mancano solo due giorni al derby, l’attesa che dura ormai da due settimane cresce sempre di più. Il botta e risposta tra Totti e Rocchi è stata l’ultima puntata di un avvicinamento che, come sempre, va molto al di là del rettangolo di gioco. Già, il campo: alla fine, è questo che conta, perché sarà il campo ad emettere il verdetto domenica sera. Quindi abbiamo voluto fare un’analisi tecnico-tattica di questa sfida tra due modi di giocare e due allenatori molto diversi: il “vecchio” friulano Edi Reja col suo gioco “tradizionale” e il rampante spagnolo Luis Enrique che vuole portare in Italia il “verbo” del Barcellona. E chi meglio di un romano doc come “sor” Carletto Mazzone poteva guidarci a scoprire la sfida tra queste due squadre? Romanista doc e verace, ma capace di analizzare con obiettività la sfida di domenica sera. Eccolo in questa intervista rilasciata in esclusiva per IlSussidiario.net.



Mister Mazzone, come vede dal punto di vista tecnico-tattico il derby di domenica?

Beh, è abbastanza semplice fare un confronto tra Lazio e Roma. La Lazio è più forte dal punto di vista fisico e anche come tattica, mentre la Roma si fa preferire come qualità, per il suo tasso tecnico. Secondo me, sarà una bella partita, e a voler azzardare un pronostico potrebbe finire 2-2. Anche se naturalmente io tiferò per la Roma: credo che mi sia concesso, dato che da sempre sono tifoso giallorosso, che nella Roma sono cresciuto come calciatore e che la Roma ho pure allenato.



E se fosse l’allenatore di questa Roma, come la farebbe giocare?

Visto che la Roma è più forte della Lazio sul piano della tecnica e della qualità, imposterei la partita sul possesso palla e su un gioco manovrato, con un bel fraseggio, proprio come vuole Luis Enrique.

E se invece (mi perdoni l’accostamento) fosse l’allenatore della Lazio?

Al posto di Reja, chiaramente valorizzerei i punti di forza di questa Lazio, il fisico e la preparazione tattica, e per attaccare farei l’esatto opposto della Roma: verticalizzare sempre il gioco per innescare in velocità le punte.

Cosa pensa del gioco e dell’allenatore della Roma?



Luis Enrique mi piace, ha una bella prospettiva e vuole avvicinare il gioco della Roma a quello che io preferisco in assoluto, cioè quello del Barcellona del mio ex giocatore Pep Guardiola. Sta costruendo proprio un bel gioco.

Sembra che stia superando persino Zeman come gioco offensivo. Lei è d’accordo?

Questi sono atteggiamenti e meccanismi da provare e riprovare in allenamento, vanno imparati per bene. Però, una volta passata questa fase di apprendimento, io lo approvo perché è un gioco piacevole e divertente per tutti, giocatori, tifosi e per lo stesso allenatore. Nella mia carriera ho dovuto allenare sia da “offensivista” sia da “difensivista”, ma sicuramente questo è il calcio che mi piace di più.

Come giudica invece il gioco della Lazio?

La Lazio, date le sue caratteristiche, ha meno possesso palla e un gioco meno manovrato, anche se sa comunque giocare bene ed è davvero forte in attacco. Ma ciò si deve soprattutto alle grandi individualità che ha davanti. Comunque, questo hanno e fanno bene a sfruttarlo.  

 

(Mauro Mantegazza)