Genoa-Roma è la partita di Roberto Pruzzo. L’ex-bomber, tre volte capocannoniere della A (nell’81, ’82 e ’86), ha speso il grosso della sua carriera proprio militando per queste due squadre. Gli inizi nelle giovanili rossoblù, da cui spiccò il volo verso la prima squadra. Nel ’78 il passaggio ai giallorossi, con cui conquistò lo scudetto nella stagione 1982-83 e realizzò, nel complesso, ben 106 reti in 240 presenze. Numeri da urlo, per uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio italiano. Con Pruzzo, intervenuto in esclusiva ai microfoni de IlSussidiario.net, abbiamo parlato della sfida di Marassi, tra l’altalenante Grifone di Alberto Malesani e la Lupa ‘work in progress’ di Luis Enrique.
Allora, Pruzzo. Faccio innanzitutto una domanda al vecchio cuore romanista: le piace il progetto targato Luis Enrique? Francamente, non mi sembra che lo spagnolo abbia chissà quali idee sconvolgenti. E’ un progetto che ha bisogno ancora di tempo prima di poter dare giudizi definitivi.
Non avrà idee sconvolgenti ma è un tipo umile: “Non siamo ancora da scudetto”, ha detto alla vigilia. Su questo dice cose giuste. La squadra deve crescere ancora tanto.
Crescere in cosa, secondo lei? Nel gioco, direi, e soprattutto non può concedere 4-5 palle-gol all’avversario in ogni partita. Col Palermo è andata bene, ma non sarà sempre così. Inoltre, a mio avviso, una squadra che gioca con un modulo spregiudicato come il 4-3-3 dovrebbe creare molte più occasioni.
La sento molto critico. Ci sarà qualcosa che le piace di questa Roma… E’ una squadra molto giovane, che ha giocatori di grande talento come Lamela e Pjanic.
Su Lamela che ci dice? Ha esordito col botto, e qualcuno lo ha già paragonato a Pastore. E’ ancora un ragazzo, è presto per i paragoni. Ma di sicuro è un ottimo trequartista.
E questo Genoa, invece, che cambia tutto ogni anno? Ce l’ha una sua identità? Eh, va a saperlo… Effettivamente ogni stagione vediamo un Genoa diverso. Quest’anno l’ho visto in casa con il Lecce, diciamo che è ancora una squadra in costruzione.
In definitiva, che partita si aspetta? Non mi aspetto grandi cose. Si gioca ogni tre giorni, c’è stanchezza. E’ probabile che ci siano tanti goal, visto che parliamo di due squadre che concedono molto.
Lei a che campionato sta assistendo? L’Udinese resisterà in testa alla classifica?
Sì, quella di Guidolin è la squadra che dà più garanzie. Merito del tecnico, che ha saputo dare una precisa identità di gioco. Le altre hanno tutte problemi, anche se mi pare che le milanesi stiano iniziando la risalita. Non sottovaluterei, poi, la Lazio, che ha preso due attaccanti che fanno la differenza. Può essere la sorpresa in chiave-scudetto.
Da ex-attaccante, chi è il suo preferito del torneo?
Di Natale. E’ il miglior attaccante italiano e merita la candidatura al Pallone d’Oro.
(Alessandro Basile)