Sempre il Sudamerica al centro dell’attenzione del mercato. I talenti del continente latino sono molto appetiti da tutte le grandi europee, e le voci si rincorrono quotidianamente. Uno dei nomi sempre sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori è quello di Paulinho, centrocampista del Corinthians bravissimo nel recuperare palloni in fase difensiva, ma altrettanto veloce nelle ripartenze e negli inserimenti, tanto che nell’ultimo campionato ha realizzato 8 gol in campionato. Il nome di Paulinho è spesso accostato alla Roma, ma anche altre squadre italiane sono interessate a lui. Su queste ipotesi abbiamo sentito Mario Miele, agente Fifa e procuratore esperto di calcio sudamericano. Intervista in esclusiva per IlSussidiario.net.
Paulinho è un obiettivo di mercato della Roma?
Certamente il giocatore interessa molto ai giallorossi, questo lo sanno tutti. Ma di sicuro la Roma non è l’unica squadra italiana interessata al centrocampista del Corinthians.
Quali altre squadre lo stanno seguendo?
So per certo che la Juventus lo segue con attenzione, e soprattutto il Milan ha già fatto un’offerta alla sua società di appartenenza, che però è stata rifiutata.
Quindi qual è la situazione ad oggi?
Attualmente la squadra italiana più interessata è la Roma, e bisogna seguire con attenzione tutte queste vicende, perché questo è uno dei pochi affari con il Sudamerica che si potrebbe chiudere già a gennaio.
Davvero? E per quali motivi?
Innanzitutto, il costo del suo cartellino è più abbordabile, e questo è certamente un aspetto fondamentale in questo periodo. Paulinho è seguito davvero da molti club europei, quindi penso che almeno uno ce la farà a portarlo in Europa già a gennaio. Inoltre, le sue caratteristiche tecniche dovrebbero renderlo più adatto di altri ad inserirsi nel nostro calcio già a gennaio (clicca qui per leggere quanto Miele ha detto invece su Leandro Damiao, ndR).
Perché?
Paulinho è un centrocampista dalle caratteristiche di gioco che io definirei europee: non dovrebbe servirgli un ambientamento particolare per adattarsi al nostro calcio, perché è il tipo di gioco che pratica già in Brasile. Sicuramente serve più tempo a un attaccante o a un difensore sudamericano per adattarsi al nostro modo di giocare. Inoltre, anche la vita in Europa non gli è sconosciuta, perché ci ha già giocato per un anno, (in Polonia ndR) e sicuramente questa esperienza gli tornerà utile quando ci tornerà.
Ma questo ritorno sarà a Roma? E avverrà già a gennaio?
Questo naturalmente è difficile dirlo, ma ci sono delle possibilità che sia proprio così.
(Mauro Mantegazza)