Tutti pazzi per la Roma. Non si tratta di un motto della tifoseria, è la semplice constatazione che l’asset giallorosso fa gola a tanti in giro per il mondo e la riprova si è avuta ieri alle 18, termine ultimo per la presentazione di offerte vincolanti per l’acquisto del club. Sulla scrivania dell’advisor Rothschild sono piombate cinque offerte: in lizza la cordata statunitense guidata da Thomas Di Benedetto, il fondo arabo Aabar (già azionista di Unicredit al 4,99%), un gruppo misto di americani e mediorientali, l’italianissimo Angelucci e una misteriosa compagine francese. Queste le cinque proposte che «saranno nei prossimi giorni oggetto di esame da parte di Compagnia Italpetroli assistita dai propri advisor» . Lo ha scritto la holding della famiglia Sensi tramite una nota ufficiale, specificando che la scelta “avverrà sulla base di criteri non solo quantitativi ma anche qualitativi”.



Formalmente la valutazione delle offerte spetterà al c.d.a. di Newco Roma, società che eredità da Roma 2000 la gestione del club, composto dal prof. Attilio Zimatore, la dottoressa Sensi per Italpetroli e il dottor Muto in quota Unicredit. “Solo Angelucci ha presentato un’offerta”, affermava venti giorni fa Ettore Viola, figlio del compianto presidente giallorosso: o l’incauta constatazione era sbagliata oppure nel giro di neanche un mese è passata una bella quantità di acqua sotto i ponti di Trigoria. Allo scadere delle ore 18 di ieri, oltre a quelle dell’imprenditore italiano c’erano le carte di quattro soggetti internazionali pronti a sedersi sulla poltrona di Rosella Sensi già da marzo. Ma andiamo con ordine e passiamo al setaccio i potenziali acquirenti.



.Partiamo dall’offerta più sorprendente e rumorosa, quella degli arabi. Il fondo Aabar, legato al Governo di Abu Dhabi, era stato già segnalato nella trattativa ma i suoi esponenti non si sono mai fatti vivi davanti a taccuini e telecamere. Tanto da far pensare ad una loro uscita di scena, anche se più d’uno giurava che gli arabi avessero lavorato sottotraccia, pronti a fare un’offerta. E così è stato: assistita dallo studio legale Dal Piper, il fondo Aabar ha presentato un’offerta attraverso la società lussemburghese Claraz Sa.



 

La proposta araba potrebbe valorizzare il club fino a 140 milioni di euro, più un ricco aumento di capitale per riqualificare la squadra. Poche ore prima, interpellato dal sito laroma24, il direttore di Sporteconomy Marcel Vulpis aveva ipotizzato: "se venissero confermate queste offerte, non ci sarebbe gara con il fondo emiratino Aabar". I n effetti scorgendo il profilo del fondo arabo ci si accorge della sua potenza economico-finaziaria in lungo e in largo per il globo. Il fondo di Abu Dhabi, già partner di Unicredit al 4,99%, è il maggior azionista del gruppo automobilistico Daimler (Mercedes-Benz per intenderci) e nell’aprile 2009 ha acquistato il settore private banking di Aig (già sponsor del Manchester United) per 253 milioni di dollari.

 

Gli arabi hanno spiazzato un po’ tutti, riaccendendo l’entusiasmo dei tifosi e rendendo ancora più appassionante la corsa all’acquisto dell’As Roma per la quale, c’è da giurarlo, gli americani non si tireranno indietro. Nei giorni scorsi la cordata bostoniana guidata dall’imprenditore Thomas Di Benedetto ha dialogato a lungo con Unicredit, giungendo ad un’intesa di massima per la presentazione dell’offerta che dovrebbe comprendere un piano di 120-130 milioni per l’acquisto del club, più 50 milioni a titolo di finanziamento erogati dalla banca che parteciperebbe con una quota azionaria del 30% nella nuova Roma a stelle e strisce. Al fianco dell’italoamericano Di Benedetto (patron dei Boston Red Sox di baseball) altri quattro "amici milionari" con interessi che spaziano dallo sport alle assicurazioni, passando per l’immobiliare.

 

In corsa anche la proposta tutta italiana che porta la firma di Gianpaolo Angelucci. Il re delle cliniche avrebbe offerto 90 milioni per l’acquisto dell’As Roma più un altro centinaio da investire in un piano triennale per il rilancio del club. Assistito dall’advisor Banca Imi, l’editore dei quotidiani "Libero" e "Il Riformista" deve scontare lo scetticismo della piazza romana ma, a questo punto, anche la presenza ingombrante delle offerte straniere. All’appello però ci sono altri due gruppi giunti al 31 gennaio senza lasciar traccia, lasciando intorno a sè un alone di mistero. In lizza per l’acquisto della Roma ci sarebbe infatti un fondo misto composto da soggetti americani e mediorientali, mentre la quinta proposta, europea, proviene da un gruppo francese anche se, riferisce l’Ansa, è già stata bollata come "ininfluente" da fonti vicine all’operazione. L’impressione dunque è che la partita per il futuro del club si giochi tra arabi e americani. Uno tra loro, già a marzo, potrebbe varcare le soglie di Trigoria.

 

(Marco Fattorini)