Il matrimonio tra Boston e Trigoria s’ha da fare. Lo dicono i fatti: ieri il c.d.a. di Roma 2000 ha dato il via libera alla trattativa in esclusiva con la cordata guidata da Thomas Di Benedetto. Lo confermano i vertici Unicredit: “la loro offerta ci ha convinto non solo perché finanziariamente più solida ma anche per la valorizzazione della squadra che il progetto prevede”, ha detto il top manager di Piazza Cordusio Paolo Fiorentino.

Non potevano mancare le parole di uno dei futuri sposi, Thomas DiBenedetto, leader della cordata statunitense nonché, con molta probabilità, prossimo presidente dell’As Roma. Dopo settimane di silenzi e riservatezza l’imprenditore italoamericano ha preso la parola per esternare l’entusiasmo suo e dei suoi compagni di viaggio. “Continueremo a lavorare per concludere con successo le negoziazioni il più presto possibile. – assicura DiBenedetto – Siano onorati che la nostra offerta sia stata scelta come la migliore”. Accanto a lui i tre amici milionari Richard D’Amore, Michael A. Ruane e James Pallotta: “investitori con grande esperienza sia nel mondo dello sport che della finanza”.

Un bel respiro e via con le buone intenzioni per il futuro. “Quanto prima – annuncia DiBenedetto – intendiamo avviare il nostro progetto di crescita che mira a valorizzare la società e la squadra, non perdendo di vista il fatto che agiremo come custodi di questa grande squadra nel nome dei cittadini di Roma e di tutti i tifosi dell’A.s. Roma”. Un buon biglietto da visita, non c’è dubbio. Thomas DiBenedetto è pronto ad attraversare l’Oceano insieme ai tre colleghi d’affari (ricchi e ben assortiti) , carico per plasmare un’inedita Roma a stelle e strisce.

 

 Si parte dalla valorizzazione del marchio "As Roma", attraverso un massiccio sviluppo sulle direttrici di marketing e merchandising da realizzare con il potenziamento della rete di vendita, ma non solo. L’intenzione è quella di interrompere il rapporto con l’attuale sponsor tecnico Kappa (dietro pagamento di lauta penale) e scegliere un brand più spendibile a livello internazionale come Nike o Adidas. Gli americani vogliono fare della Roma una "media company", forte di una comunicazione innovativa e universale (a partire dal sito internet) per poi coinvolgere l’ambito del digitale e la telefonia mobile.

 

  Ovviamente non può mancare il capitolo stadio: nelle intenzioni degli investitori c’è un impianto da 45000 posti, polifunzionale e ricco di optional, con negozi e ristoranti, possibile meta turistica per tour organizzati da tutto il mondo. In attesa che vengano risolti i problemi legislativi del caso, attualmente in discussione alla Camera, si punterà a incrementare la presenza dei tifosi all’Olimpico attraverso l’aumento di vendita biglietti e abbonamenti. Un incentivo potrebbe arrivare dal”intrattenimento dei supporters: l’agenzia Adnkronos ha infatti riferito che si sta pensando anche all’allestimento di un gruppo di cheerleaders per le partite della Roma. Più americano di così.

 

(Marco Fattorini)