NOSTRO INVIATO A ROMA

“Welcome, mister President” e la Città Eterna rispolvera l’inglese. Lunedì la Capitale è stata svegliata dal tam tam di radio e tifosi che, sin dalle 7, hanno cominciato a drizzare le antenne. “E’ atterrato?” si chiedevano in tanti: chi bloccato in mezzo al traffico delle principali arterie cittadine e chi già davanti al pc pronto per raccogliere le prime news di giornata. Ha viaggiato in Economy class per via di un improvviso cambio volo causa guasto tecnico ma alla fine Thomas Richard DiBenedetto, maglioncino color salmone e una copia della Gazzetta sotto braccio, sbarca a Fiumicino alle 7.30 scendendo dall’Airbus A330 di Alitalia, accompagnato all’uscita da uno stuolo di bodyguard. L’aeroporto Leonardo Da Vinci vive minuti di concitazione ed entusiasmo con i lavoratori dell’aerostazione che inforcano i cellulari con videocamera per immortalare il momento.



Nei pressi dello scalo romano non ci sono tifosi, solo (si fa per dire) alcune decine di fotografi, giornalisti e operatori tv pronti ad accogliere DiBenedetto. Lui, faccia stanca e un solo bagaglio a mano, procede fino alla berlina scura che lo attende all’esterno del Terminal 1. Servono anche gli agenti della Guardia di Finanza per scortare lo Zio Tom che, un po’ per scaramanzia un po’ per gli impegni di giornata, si limita alla più classica delle dichiarazioni. “I am very happy to be in Rome, forza Roma”. Un tifoso gli regala una sciarpa, lui sorride e si infila nell’Audi nera. “E’ arrivato!”, la mattina romana ha preso il via e la città è nel pieno delle sue attività. Il cielo plumbeo non ferma l’entusiasmo dei tifosi che, sul web e in radio, fanno sentire il proprio calore al futuro presidente d’Oltreoceano.



Via etere viene letto il discorso alla nazione romanista: l’intervista che l’imprenditore ha concesso poche ore prima alla Gazzetta dello Sport. Si parla di nuovo stadio, rinforzamento del team, vittorie, scudetto, tradizione: un mix inebriante che fa ben presto il giro della Capitale. “Spero in una Roma stile Manchester”, ripete qualcuno, mentre un tifoso su Facebook ne è sicuro: “saremo i più forti del mondo” e invita a “dare fiducia a chi ispira fiducia”. A quel Thomas DiBenedetto dai toni pacati e concilianti ma, apparentemente, molto decisi. C’è pure chi, con poco tatto, esprime i propri dubbi: “ma avete visto come si è presentato? – scrive Gianpaolo – me lo aspettavo in blazer, una persona distinta, pare Ciarrapico vestito da Totò Riina”.



 

Nonostante i dubbi e le cautele di diversi supporters (molto in voga il “sono come San Tommaso, finchè non firma non ci credo”) il pensiero dei romanisti è ben riassunto dalle parole di tal Francesco sulla pagina Facebook del quotidiano “Il Romanista”. “Finalmente noi tifosi della Roma iniziamo a sognare e questo mancava da tempo”. Ecco, appunto. Mentre la tifoseria si lancia in sogni e previsioni, anche le istituzioni e i cosiddetti vip forniscono ampio materiale per le agenzie di stampa. Si va dal “ben venga DiBenedetto” di Flavio Briatore allo scetticismo ironico del ministro La Russa: “la Roma agli americani? Mi è venuto in mente il film di Totò quando gli vendevano la fontana di Trevi”.

 

Intanto lo Zio Tom è al trotto nella Capitale: la sua agenda è folta di impegni e Alemanno lo reclama per un incontro. Il tempo di sistemarsi all’hotel Aldrovandi, cinque stelle nel cuore di Villa Borghese, e via col cambio d’abito dopodiché DiBenedetto monta in auto per dirigersi allo studio legale “Grimaldi e associati” dove lo aspettano i vertici di Unicredit. Il summit può avere inizio: dalle ore 12 le parti si barricano negli uffici di Via Pinciana protetti dai bodyguard che, per l’occasione, sostano pure sulla terrazza. Ci sono dettagli da limare e distanze da colmare per concludere l’accordo Unicredit-americani che, tra oggi e domani, porterà alla firma dei contratti.

 

Il lunedì è lungo e intenso, la riunione dura 10 ore e fuori dalla sede si affollano decine di giornalisti, fa il suo arrivo anche un furgoncino del catering per rifocillare i protagonisti a metà summit. Intanto l’elegante palazzetto diventa meta del pellegrinaggio di tifosi giallorossi che, a cadenza alternata, si fermano oppure passano in auto dando strombazzate col clacson. E’ una riunione fiume: “si va avanti ad oltranza, è apparecchiato per la cena”, avverte l’avvocato Di Gravio in quota Unicredit. Nelle segrete stanze di Via Pinciana si esaminano gli aspetti relativi all’Opa e all’Antitrust per arrivare ad un testo condiviso. Alle 22 escono tutti, pure DiBenedetto che però non scuce una parola: si riprenderà oggi alle 9 perché, come ribadisce l’avvocato Cappelli, “c’è ancora da lavorare”. L’attesa continua.

 

(Marco Fattorini)