Nella Roma ogni giorno sembra buono per agitare uno spauracchio: che sia l’addio di Vucinic, o quello ancora più doloroso di De Rossi. Ma oggi è un altro Giorno, il primo di una nuova era e ogni nube va dissipata: ha preso il via ufficialmente la nuova stagione giallorossa con il raduno a Trigoria della squadra e la prima seduta di allenamento agli ordini di Luis Enrique e del suo staff. E’ stato anche il primo giorno di Dibenedetto da quasi-presidente della Roma. Un’intera giornata passata negli studi dell’avvocato Tonucci insieme ai suoi più stretti collaboratori per definire gli ultimi dettagli prima del debutto ufficiale di domani mezzogiorno con la conferenza stampa nel centro sportivo “Fulvio Bernardini”. Un momento importante, il primo incontro ufficiale con la città di Roma, l’abbraccio con Totti e De Rossi, la presentazione del nuovo mister, e si dice anche l’annuncio di qualche novità. Magari di calciomercato. E non si parlerà certo di addii, cessioni. Nessun altro tormentone. Solo tante buone notizie e altrettanti buoni propositi. La gente però chiede soprattutto fatti. E non sembrano bastare gli acquisti ormai certi di Lamela, Bojan, Kameni e Josè Angel. Serve un colpo ad effetto. Una “americanata” di calciomercato, in senso buono. E a questa sta lavorando Walter Sabatini da giorni. Stamattina il ds giallorosso ha avuto modo di dettagliare Dibenedetto, sullo stato dei lavori: acquisti fatti, trattative sfumate, accordi da definire e budget di mercato.



Sul capitolo budget-mercato, occorre fare però un po’ di chiarezza, per quel che è possibile. Risponde al vero quanto affermato ormai un mese fa da Sabatini nella sua conferenza di presentazione quando disse: Il presidente non mi ha dato un budget per il calciomercato, mi ha detto “fai calcio”, prendi i giocatori che ti servono. Tradotto vuol dire che gli americani vogliono investire quel che serve per rendere la Roma da subito competitiva. Certo l’investimento, a differenza del passato, vien fatto con criterio, secondo una strategia ben precisa. Giocatori affamati, forti, giovani, di prospettiva, dall’ingaggio non esorbitante, insieme ad altri più esperti. Un mix di talento, gioventù, esperienza.



In questo identikit rientra anche il grande colpo che Sabatini e Dibenedetto hanno in mente da sempre: Javier Pastore. Lasciando perdere i depistaggi del presidente Zamparini che si diverte a prendersi gioco di noi cronisti e dei tifosi, sappiamo che l’unica squadra italiana in corsa per aggiudicarsi il fantasista argentino è la Roma. Ed è l’unica di cui Zamparini non parla mai volentieri. Il presidente rosanero meglio di chiunque altro sa bene che tra Sabatini e Pastore c’è un rapporto speciale, che lo stesso giocatore ha ribadito ieri dal ritiro dell’Argentina. E sa che i 50 milioni richiesti per Pastore sono fuori dal mondo. Zamparini poi non è riuscito a scatenare l’asta. La Coppa America non lo sta certo aiutando ad aumentare la valutazione del calciatore. E il pressing del romanista Burdisso sul compagno di nazionale si fa sempre più asfissiante e convincente. La Roma, come dicevamo due giorni fa, mette sul piatto 30/35 milioni più una contropartita tecnica. Un giovane, se possibile. Zamparini per ora ha sempre risposto picche. A noi risulta, come accennato anche qualche ora fa da Ernesto Bronzetti ai microfoni dell’agenzia AdnKronos, che  la formula giusta perché questo affare possa andare in porto è quella della comproprietà sulla base di 20/25 milioni con l’inserimento di un giocatore. Perché questa operazione vada in porto occorre che Pastore ci metta del suo: deve rifiutare tutte le alternative, Malaga e russi in testa, e continuare a ribadire la sua volontà di diventare un giocatore della Roma. La vera novità è che per portare a casa questo top player la Roma non ha bisogno di vendere De Rossi e neppure Vucinic. Entrambi fanno parte del nuovo progetto a stelle e strisce. E se per il primo il rinnovo è solo una formalità (nonostante le cialtronate che vengono scritte in merito a una sua possibile cessione), per il secondo si tratta invece di riacquistare un briciolo di serenità in più. E per questo i tifosi durante il ritiro di Riscone saranno fondamentali.     

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